sabato 1 giugno 2024

Giovani trascinati dalla corrente, lo sciacallaggio di "Repubblica"

La notizia, con foto, data da "La Repubblica"
Non passa giorno che "La Repubblica" scenda sempre più verso il baratro dell'informazione costruita, sedata o esaltata alla bisogna, serva e sguattera di interessi diversi da quelli del dare all'utente finale, il lettore, quella che da sempre 'è' la notizia, senza annessi e connessi, identificando, un giorno sì e l'altro pure, il 'nemico' di turno contro cui combattere: la prima a scendere in campo contro Silvio Berlusconi, la prima a inventarsi il pericolo del rinato fascismo, costi quel che costi.
Stavolta, però, il quotidiano che, ai tempi del primo Eugenio Scalfari aveva saputo perfino essere innovativo e intelligente, ha toccato un altro passo verso il fondo, sciacallando sulle vite, purtroppo molto probabilmente andate perdute, dei tre giovani rumeni, un ragazzo e due ragazze, travolti dalla piena del fiume Natisone in Friuli.
Pur di acchiappare il famoso 'clic' ci sarebbe gente che ammazzerebbe. Beh, in questo caso, i morti "La Repubblica" se li è trovati bell'e pronti, con tanto di storia 'pulp', i giovani che si abbracciano nell'ultimo vano tentativo di resistere alla furia dell'acqua, e della morte, per poi venire trascinati lontano, verso il proprio inesorabile fato.
Cosa c'è di meglio, per guadagnare qualche 'clic' in più, che sbattere la fine di questi tre ragazzi 'online'? Con tanto di video in aggiunta? Poter osservare, fotogramma per fotogramma, il loro incontro con la morte, guardarli agonizzare di fronte all'ineluttabile? La notizia è solo un contorno, vuoi mettere il gusto? Impossibile resistere, con "La Repubblica" tutto è concesso, questa è la verità, la sua verità, quella dell'inviato direttamente sulla strada. Se la notizia non c'è puoi inventartela, se poi c'è, ma hai la fortuna pure di averne i dettagli, perché mai preoccuparsi se pubblicarla equivalga a un atto di macelleria giornalistica?
Un altro passo verso il fondo di questa professione. E non sarà certamente l'ultimo.