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mercoledì 21 settembre 2022

Paradossi dell'Occidente: referendum, democrazia e aborto

Uccidere un bambino, nel mondo occidentale, è un 'diritto'
Piccoli grandi paradossi notturni di un mondo occidentale rovesciato, dove quelli che, fino a pochi decenni orsono erano considerati diritti sacri dell'individuo e della società, ora vengono incredibilmente considerate espressioni di violenza e sopraffazione, solo grazie al lavoro costante di una informazione 'prostituita', come dirette José Mourinho, di cui esempi mirabili sono i principali telegiornali e alcuni 'residuati' di quotidiani o siti, fra i quali spiccano "La Repubblica", "La Stampa" e "Fanpage".
1) Notizia della notte. Parola di Mario Draghi: il referendum, massima espressione della libertà, se viene organizzato dalla Russia nei territori russofoni dell'Ucraina, lederebbe il 'diritto', sebbene di quale diritto venga leso non si sa. Basta esprimere il concetto, poi ci penseranno i giornali 'servi' ad applicarlo. "I referendum per l'indipendenza nel Donbass sono un'ulteriore violazione del diritto internazionale che condanniamo con fermezza" dice l'uomo che 'tutto il mondo ci invidia' (o forse solo una parte minima). Ignorando, si immagina volutamente e non con consapevole ignoranza, che la presenza russofona nel Donbass sia non forte, ma fortissima e costituisca la maggioranza.
2) Notizia di almeno un paio di giorni fa. Ci hanno detto, e tutti i giornali confermano, che all'improvviso, non si sa come, la Repubblica Popolare d'Ungheria è una 'democrazia illiberale'. Già. Ce lo dicono loro, perché loro lo sanno. Non ci dicono come e perché. Eppure sarebbe utile capire in che cosa consista questa 'antidemocraticità' magiara. Sarebbe interessante se qualcuno ci dicessero in che cosa Viktor Orban ci possa apparire meno democratico di un Sergio Mattarella che, ormai da anni, ignora i risultati elettorali assegnando la formazione di governi a presidenti del Consiglio che non sono l'espressione della volontà popolare.
3) Notizia di qualche giorno fa, effettivamente qualcosa ci è stato detto dell'Ungheria. Pare che facciano ascoltare il battito del cuore dei feti alle donne che intendano abortire. Medievale! Tuonano a Sinistra, ovviamente ripresi e megafonati a dovere dai giornali succubi. "La Stampa" titolava l'altro giorno "L'illiberale Ungheria". Anche in questo caso senza spiegare il perché. Ergo, è Medio Evo cercare di salvare un bambino nella pancia di una madre indegna, mentre è 'moderno' consentire a suddetta madre di ucciderlo. Interessante. Ma siamo proprio sicuri di vivere dalla parte giusta del mondo?

sabato 23 ottobre 2021

Occidente in decadenza, ridotto a scegliere fra un ristorante cinese e il McDonald's

Una donna araba di fronte alla Tube (foto Peter Dench)
Ci si potrebbe chiedere cosa sia la democrazia, o che cosa rimanga di essa e dei valori che questa dovrebbe rappresentare, in quella che viene definita Europa Occidentale, oggi un pezzo di mondo allo sbando, vittima di invasioni, genti predatorie e senza patria, oltre che di una denatalità a vantaggio di una Casbah di emigrati che ne stanno svuotando storia e cultura.
Interessanti quesiti legati al costante repentino cambiamento cominciano a porsi: viviamo davvero, nell'epoca della pandemia da Covid, in un mondo libero? Libertà è uguale a democrazia? Non sembrerebbe, visti gli esiti recenti. Le elezioni sono figlie inevitabili dell'istituto democratico? Anche questo non parrebbe, visto che la Repubblica Italiana continua imperterrita a viaggiare con le medesima maggioranza, ora sfiduciata dai voti ora meno, ma senza porsi minimamente il problema di quando convolare al giudizio delle urne, schiava di un sistema folle, in cui è il Presidente della Repubblica, eternamente scelto dal Centrosinistra, a creare a suo comodo governi e governicchi che, a prescindere da qualsiasi situazione circostante, rappresentino eternamente il medesimo gruppo di potere.
Chi può vantare la patente di democratico e chi no? Tutti? Nessuno? Cosa significa affibbiare l'etichetta di 'fascista' oggi, nel 2021, se non a terrorizzare qualche pia beghina di provincia, mistificando i resoconti della realtà attraverso il collaborazionismo servile dei media di potere?
In che cosa Donald Trump o Vladimir Putin, che pure rappresentano concetti opposti di potere, rappresenterebbero il 'male'? Da che punto di vista l'accoglienza dei cosiddetti 'migranti' rappresenterebbe il 'bene'?
In queste assurde tensioni paraideologiche si dibatte la società che un tempo si definiva 'illuminista' e 'avanzata',mentre oggi potremmo definire solamente 'avanzata', ma nel suo senso deteriore, ovvero di 'avanzo' di un regime un tempo più libertario che democratico, e oggi solamente uno specchietto per allodole supponenti e autoreferenziate, illuse di vivere nella libertà solo perché dotate del potere di scelta fra mangiare in un ristorante cinese o in un McDonald's.

giovedì 11 giugno 2020

Se anche "Il Manifesto" promuove "Via col vento"

Io non odio la Sinistra. Quella vera. Militante. Assolutamente. Forse perché ne conosco le virtù e, sebbene molto alla lontana, ho pure simpatizzato per lei.
E così sono lieto che arrivi proprio da un giornale di Sinistra come "Il Manifesto" la più ferma condanna nei confronti della follia che imperversa in questi giorni nelle piazze mondiali.
La demagogia di #BlackLivesMatter, con la sua violenza iconoclasta, anticulturale e antistorica, ha aperto gli occhi di chi della Sinistra vive gli ideali ma non la stupidità.
Applausi, quindi, per Giulia D'Agnolo Vallan e per il suo "Ripulirsi la coscienza cancellando l'arte", in cui esprime il disagio, in particolare, per la scelta della nuova piattaforma della Warner Bros, HBO Max, di rimuovere temporaneamente dal palinsesto il film "Via col vento" ("Gone with the Wind", 8 premi Oscar nel 1940), uno dei capolavori della cinematografia mondiale.
La D'Agnolo Vallan definisce il gesto della WB "un opportunistico, superficiale, gesto di corporate public relation, e al peggio una censura". Un'idea che viene definita "non solo profondamente stupida, ma profondamente pericolosa in una società democratica". "Impedire a uno spettatore del presente", prosegue la giornalista "di fruire di un'opera d'arte 'in prospettiva', tenendo conto del contesto storico in cui è stata creata, è - prima di tutto - negare l'intelligenza dello spettatore".
Chapeau nei confronti della giornalista de "Il Manifesto", augurandomi come la mia solidarietà espressa nei suoi confronti, non le faccia venire il dubbio di avere sbagliato il tono dell'articolo. Del resto, in fondo, domani è un altro giorno!

Rossella O'Hara e Mami, due personaggi storici di "Via col vento"