Visualizzazione post con etichetta referendum. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta referendum. Mostra tutti i post

sabato 7 giugno 2025

Referendum, non regalare agli stranieri violenti una comoda cittadinanza italiana

Cittadinanza facile: lo squallore che ci aspetta
Un'Europa sempre meno europea e sempre più preda della sostituzione etnica costruita con popolazioni provenienti da retaggi quanto meno discutibili, realtà arretrate e culture legate al mesozoico. E' già successo in Gran Bretagna e Francia, sta succedendo in Germania, succederà in Italia.
La Sinistra, sempre più 'strumento' dei poteri che hanno interesse nel distruggere l'intelligenza della forza lavoro qualificata 'bianca', cerca nuova linfa e nuovi voti attraverso il 'regalo' della cittadinanza a una vera e propria 'mandria' di immigrati senza né arte né parte, il cui tasso di criminalità è altissimo e che, negli ultimi ha contribuito in maniera importante alla propria ghettizzazione, dapprima nelle periferie delle città e poi, come un cancro, estendendosi sempre più ridosso a quel Centro che, finora, era sempre più riuscito a mantenersi 'pulito' della loro presenza.
Non andare a votare ai referendum (in particolare a quello sulla cittadinanza) significa dire un chiaro 'NO' alle violenze e ai soprusi continui perpetrati da quella che, da minoranza, sta sempre più maggioranza anche grazie all'inettitudine degli europei prima e degli italiani poi, che consentono a questa gente di mantenere intatti i propri usi e costumi inadatti a sopravvivere in una società civile.

mercoledì 21 settembre 2022

Paradossi dell'Occidente: referendum, democrazia e aborto

Uccidere un bambino, nel mondo occidentale, è un 'diritto'
Piccoli grandi paradossi notturni di un mondo occidentale rovesciato, dove quelli che, fino a pochi decenni orsono erano considerati diritti sacri dell'individuo e della società, ora vengono incredibilmente considerate espressioni di violenza e sopraffazione, solo grazie al lavoro costante di una informazione 'prostituita', come dirette José Mourinho, di cui esempi mirabili sono i principali telegiornali e alcuni 'residuati' di quotidiani o siti, fra i quali spiccano "La Repubblica", "La Stampa" e "Fanpage".
1) Notizia della notte. Parola di Mario Draghi: il referendum, massima espressione della libertà, se viene organizzato dalla Russia nei territori russofoni dell'Ucraina, lederebbe il 'diritto', sebbene di quale diritto venga leso non si sa. Basta esprimere il concetto, poi ci penseranno i giornali 'servi' ad applicarlo. "I referendum per l'indipendenza nel Donbass sono un'ulteriore violazione del diritto internazionale che condanniamo con fermezza" dice l'uomo che 'tutto il mondo ci invidia' (o forse solo una parte minima). Ignorando, si immagina volutamente e non con consapevole ignoranza, che la presenza russofona nel Donbass sia non forte, ma fortissima e costituisca la maggioranza.
2) Notizia di almeno un paio di giorni fa. Ci hanno detto, e tutti i giornali confermano, che all'improvviso, non si sa come, la Repubblica Popolare d'Ungheria è una 'democrazia illiberale'. Già. Ce lo dicono loro, perché loro lo sanno. Non ci dicono come e perché. Eppure sarebbe utile capire in che cosa consista questa 'antidemocraticità' magiara. Sarebbe interessante se qualcuno ci dicessero in che cosa Viktor Orban ci possa apparire meno democratico di un Sergio Mattarella che, ormai da anni, ignora i risultati elettorali assegnando la formazione di governi a presidenti del Consiglio che non sono l'espressione della volontà popolare.
3) Notizia di qualche giorno fa, effettivamente qualcosa ci è stato detto dell'Ungheria. Pare che facciano ascoltare il battito del cuore dei feti alle donne che intendano abortire. Medievale! Tuonano a Sinistra, ovviamente ripresi e megafonati a dovere dai giornali succubi. "La Stampa" titolava l'altro giorno "L'illiberale Ungheria". Anche in questo caso senza spiegare il perché. Ergo, è Medio Evo cercare di salvare un bambino nella pancia di una madre indegna, mentre è 'moderno' consentire a suddetta madre di ucciderlo. Interessante. Ma siamo proprio sicuri di vivere dalla parte giusta del mondo?

lunedì 8 marzo 2021

La Svizzera vieta burqa e niqab in pubblico

L'articolo pubblicato dal quotidiano "20 Minuti Ticino"
L'8 marzo porta un regalo 'de facto' alle donne, soprattutto a quelle europee. Divieto di portare burqa e niqab in pubblico: è questo il risultato del referendum svoltosi in Svizzera e che ha sancito il 'divieto di dissimulare il viso', che però, in senso più ampio,ha come chiaro riferimento i 'veli' che coprono la maggioranza delle praticanti islamiche, sebbene la consigliera federale Karin Keller-Sutter abbia sottolineato come il voto non vada interpretato come una presa di posizione contro i musulmani.
Va detto che i risultati non hanno espresso una valanga di consensi al riguardo, il che però, e questo è ancora più preoccupante, è probabile sia stato condizionato dalla grande presenza di stranieri con passaporto svizzero sul territorio elvetico, e tutti con diritto di voto. Il fatto che la Svizzera sia piena di arabi, albanesi, turchi e stranieri in genere (di cui moltissimi di religione musulmana) ha senz'altro condizionato il risultato del referendum. Nel 2012 i 'non svizzeri' rappresentavano circa il 22,7% della popolazione residente (emigrati italiani compresi), mentre nel 2015 i musulmani 'ufficiali' con passaporto rossocrociato erano stati censiti con una percentuale di oltre il 5% del totale. Nel 2017 il 2,4% dei cittadini svizzeri si dichiarava musulmano, una percentuale che, fra gli stranieri, saliva al 14,1%.
Del resto, se la votazione 'contro' i minareti nel 2009 aveva ottenuto il 57,5% dei voti, stavolta la percentuale si è fermata al 51,2%. E ben sei cantoni hanno detto “no”. In Ticino il “sì” (60,5%) era quasi scontato (come otto anni fa). Fra il pubblico, la fascia d'età più contraria al velo islamico è stata quella 'anziana', con il 57% delle preferenze, mentre fra i 18 e i 34 anni solo il 45% ha detto 'sì' all’iniziativa anti-burqa.
Leggi anche:
Nasce in Italia il Partito Anti Islamizzazione
Magdi Allam: "Una strategia per islamizzare l'Italia" 
Gian Micalessin punta il dito contro le ONG