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martedì 1 aprile 2025

Il leader serbo-bosniaco Dodik pronto a incontrare Putin

Una veduta di Sarajevo (foto di Natalya Letunova per Unsplash)
Il leader serbo-bosniaco Milorad Dodik, per il quale la giustizia bosniaca ha chiesto all'Interpol di emettere un ordine di arresto internazionale per attentato all'ordine costituzionale, si troverebbe attualmente in Ungheria, in attesa di potersi recare a Mosca per incontrare il presidente russo Vladimir Putin.
E' quanto ha appreso l'ANSA da fonti ben informate, che hanno smentito notizie secondo cui Dodik, che è presidente della Republika Srpska (la Repubblica Serba di Bosnia ed Erzegovina), l'entità a maggioranza serba della Bosnia-Erzegovina, si troverebbe già in Russia.
Il suo incontro con Putin era previsto un paio di settimane fa, ma era stato rinviato a causa di impegni del leader del Cremlino.
Dodik, che nei giorni scorsi è tornato da una missione di tre giorni in Israele, dove ha partecipato a una conferenza sull'antisemitismo e ha incontrato il premier Benjamin Netanyahu, mantiene stretti rapporti con il premier ungherese Viktor Orban e sarebbe proprietario da alcuni anni di una lussuosa villa a Budapest del valore di diversi milioni di euro.
Cresce intanto l'attesa per la decisione che prenderà l'Interpol, dal momento che il via libera a un ordine internazionale di arresto potrebbe provocare forti reazioni di protesta della popolazione serba e serbo-bosniaca. (fonte: ANSA)

sabato 1 giugno 2024

Il grido di Orban: "Questa non è la nostra guerra"

Il Parlamento ungherese (foto Jure Tufekcic per Unsplash)
Arriva ancora una volta dall'Ungheria il perfetto esempio di 'non ingerenza' nella guerra civile tra Russia e Ucraina che, dietro le spinte di interessi economici, politici ed espansionistici del mondo 'occidentale' rischia di trasformarsi in una guerra 'mondiale' con il forte rischio, per la prima volta nella storia dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, di una 'escalation' nucleare.
"Noi non siamo disposti a piegarci per l'Ucraina. Questa guerra non è la nostra guerra, non è combattuta nel nostro interesse. Gli ungheresi non devono subire questa guerra e noi dobbiamo starne fuori", parole pronunciate dal primo ministro ungherese, Viktor Orban, ai microfoni di RadioKossuth, ancora una volta unico faro di indipendenza all'interno dell'Unione Europea, espressione diretta della volontà del popolo magiaro di non cadere schiavo della globalizzazione di marca eurostatunitense.
Orban ha proseguito: "Non volevamo essere coinvolti nella Prima e nella Seconda guerra mondiale" e guardando alle "trascrizioni dei negoziati tra Hitler" e il reggente ungherese "Miklos Horthy è piuttosto chiaro che l'Ungheria fosse sotto enorme pressione affinché portasse quanti più soldati possibile al fronte il prima possibile. Non sto dicendo che siamo allo stesso livello ora, ma stiamo andando in quella direzione", ha sottolineato Orban, accusando l'UE di una pressione "sempre più forte" su di lui "a ogni vertice". (fonte: ANSA)

giovedì 1 febbraio 2024

Ilaria Salis, chi vorrebbe una maestra del genere per i propri figli?

Una pasciuta Ilaria Salis ritratta dal "Blikk"
Esistono nazioni nel mondo dove la legge viene fatta rispettare. L'Ungheria è una di queste, sebbene a molti italiani la cosa possa apparire sorprendente.
Il caso di Ilaria Salis, la cosiddetta 'insegnante antifascista' accusata di 'tentato omicidio colposo' per avere picchiato con violenza alcuni giovani appartenenti a movimenti di estrema Destra, ne è un esempio lampante.
Il teatrino messo in scena dalla solita Sinistra arruffona delle nostre latitudini è degno del più classico 'vaudeville' d'altri tempi, con personaggi pronti a strillare e strepitare in difesa di una persona che, secondo il giornale ungherese "Blikk", sarebbe già stata condannata diverse volte (ben quattro) in terra italica per crimini simili. Forse, a questo punto, ci si potrebbe chiedere scandalizzati, questo sì, perché una persona condannata in Italia per quattro volte sia libera di scorrazzare liberamente in Europa pronta per compiere ulteriori crimini e danni vari, rovinando, fra l'altro, la reputazione degli italiani che, a Budapest, ci vanno per gustarsi le chiese, il cibo e le belle donne, non necessariamente in quest'ordine.
Ci si può anche chiedere come fosse possibile che a un personaggio come la Salis, che si prenda la briga di attraversare l'Europa per colpire persone che non la pensino come lei, sia consentito di esercitare una professione così delicata come quella dell'insegnante.
Patetica infine la figura del padre, riuscito perfino nell'impresa di giustificare la presenza, nella borsa della figlia, di un manganello, dopo essersi permesso di fare la morale a Matteo Salvini.
Si tratta del classico cerchio che si chiude nel peggiore dei modi.
L'Ungheria replica che qualsiasi tentativo di influenzare la decisione dei giudici (quella famosa 'indipendenza della magistratura' così cara alla Sinistra quando le torni utile in terra italica) risulterà vano e che lo stesso Primo Ministro, Viktor Orban, possa solo raccomandarsi che il processo segua un 'iter' corretto. E che, una volta promulgata la sentenza, questa venga fatta rispettare. In Ungheria come in Italia.

martedì 30 gennaio 2024

Ilaria Salis, per gli italiani l'agitatrice è già diventata 'santa'

Ilaria Salis a processo a Budapest nella foto de "Il Giornale"
Ilaria Salis
presto sarà fatta 'santa'. Il processo di canonizzazione presso le latitudini italiane ha già preso il via, a prescindere dagli eventuali reati di cui questa agitatrice estremista anarchica si sia eventualmente macchiata in territorio straniero (se li avesse compiuti in Italia già si sa che avrebbe goduto della più totale immunità).
In molti stati esteri, invece, stranamente, la legge si applica e, quando i reati compiuti, o comunque quelli di cui si è accusati, diventano particolarmente gravi, si applica anche in maniera pesante.
E' il caso di questa cosiddetta 'insegnante antifascista', non si capisce bene se i due termini siano legati o quale sia il senso del secondo posto accanto al primo (una professione? un credo? un partito?), presente evidentemente non come turista ma con un fine ben preciso in terra ungherese: manifestare in maniera aggressiva contro alcuni militanti di estrema Destra nella capitale ungherese. Di più, secondo la "Bild", e non il "Völkischer Beobachter", la Salis farebbe parte di un'organizzazione di estrema Sinistra con sede in Germania, la Hammer Band ('banda del martello'), dove confluiscono violenti da ogni parte d'Europa con lo specifico scopo di aggredire esponenti e simpatizzanti della Destra.
Negli scontri provocati dal gruppo in cui era presente questa 'deliziosa insegnante antifascista', sempre secondo la "Bild", sono rimaste ferite nove persone, di cui sei in maniera grave (si ribadisce la parola 'grave') con foto raccapriccianti di volti tumefatti dei disgraziati che hanno avuto la 'fortuna' di poter 'dialogare' con i 'simpatici turisti' provenienti dall'Italia. La Salis, in poche parole, è accusata di 'tentato omicidio colposo' insieme ad altri due agitatori tedeschi, uno dei quali si è già dichiarato colpevole (mentre lei proclama la propria innocenza).
Se tutto ciò fosse successo in Italia, sostenuta dalla illiberale cultura di Sinistra che, ancora, vede nel motto 'uccidere un fascista non è un reato' uno stile di vita, la Salis sarebbe ovviamente già fuori, magari pronta a organizzare il prossimo viaggio all'estero. In Ungheria, stato indipendente e autonomo, dove un capo di Stato con i contro fiocchi come Viktor Orbán non si fa mettere i piedi in testa, le leggi si fanno rispettare, e non si capisce perché ci si debba tanto scandalizzare per un paio di ceppi e una catena legati ai piedi di una donna che, va detto, non pare troppo deperita ma, anzi, piuttosto in carne e ben nutrita (per non dire grassottella, ma non si vorrebbe con questo urtare le sensibilità dei più teneri).
Che vengano allora tolte le catene alla 'insegnante antifascista' Salis, la si lasci pure senza ceppi: ma che la si condanni, se venga trovata colpevole di aggressione, con una pena giusta, da scontare nelle prigioni dove il reato sia stato commesso. Che poi le vittime fossero o meno dei fascisti, almeno in terra magiara, non dovrebbe fare differenza.

mercoledì 21 settembre 2022

Paradossi dell'Occidente: referendum, democrazia e aborto

Uccidere un bambino, nel mondo occidentale, è un 'diritto'
Piccoli grandi paradossi notturni di un mondo occidentale rovesciato, dove quelli che, fino a pochi decenni orsono erano considerati diritti sacri dell'individuo e della società, ora vengono incredibilmente considerate espressioni di violenza e sopraffazione, solo grazie al lavoro costante di una informazione 'prostituita', come dirette José Mourinho, di cui esempi mirabili sono i principali telegiornali e alcuni 'residuati' di quotidiani o siti, fra i quali spiccano "La Repubblica", "La Stampa" e "Fanpage".
1) Notizia della notte. Parola di Mario Draghi: il referendum, massima espressione della libertà, se viene organizzato dalla Russia nei territori russofoni dell'Ucraina, lederebbe il 'diritto', sebbene di quale diritto venga leso non si sa. Basta esprimere il concetto, poi ci penseranno i giornali 'servi' ad applicarlo. "I referendum per l'indipendenza nel Donbass sono un'ulteriore violazione del diritto internazionale che condanniamo con fermezza" dice l'uomo che 'tutto il mondo ci invidia' (o forse solo una parte minima). Ignorando, si immagina volutamente e non con consapevole ignoranza, che la presenza russofona nel Donbass sia non forte, ma fortissima e costituisca la maggioranza.
2) Notizia di almeno un paio di giorni fa. Ci hanno detto, e tutti i giornali confermano, che all'improvviso, non si sa come, la Repubblica Popolare d'Ungheria è una 'democrazia illiberale'. Già. Ce lo dicono loro, perché loro lo sanno. Non ci dicono come e perché. Eppure sarebbe utile capire in che cosa consista questa 'antidemocraticità' magiara. Sarebbe interessante se qualcuno ci dicessero in che cosa Viktor Orban ci possa apparire meno democratico di un Sergio Mattarella che, ormai da anni, ignora i risultati elettorali assegnando la formazione di governi a presidenti del Consiglio che non sono l'espressione della volontà popolare.
3) Notizia di qualche giorno fa, effettivamente qualcosa ci è stato detto dell'Ungheria. Pare che facciano ascoltare il battito del cuore dei feti alle donne che intendano abortire. Medievale! Tuonano a Sinistra, ovviamente ripresi e megafonati a dovere dai giornali succubi. "La Stampa" titolava l'altro giorno "L'illiberale Ungheria". Anche in questo caso senza spiegare il perché. Ergo, è Medio Evo cercare di salvare un bambino nella pancia di una madre indegna, mentre è 'moderno' consentire a suddetta madre di ucciderlo. Interessante. Ma siamo proprio sicuri di vivere dalla parte giusta del mondo?

lunedì 8 novembre 2021

Invasione clandestini, l'Ungheria condanna l'Unione europea: "Vivono su di un altro pianeta"

Peter Szijjarto alla BBC nel 2019
Attacco durissimo, e non potrebbe essere altrimenti, da parte del ministro degli Esteri dell'Ungheria, Peter Szijjarto, all'Unione europea, dopo l'ennesimo tentativo di invasione subito dal Vecchio Continente ai suoi confini orientali, in questo caso in Polonia, da parte di migliaia di clandestini mediorientali, in stragrande maggioranza islamici, 'utili idioti' nelle mani del premier/dittatore della Bielorussia, Alexander Lukashenko (è presidente della nazione ex sovietica dal 1994, ovvero 27 anni) che a questo modo replica alle sanzioni comminategli proprio dall'Europa.
L'Ungheria di Viktor Orban è tornata a chiedere ad alta voce la costruzione di muri allefrontiere, unico mezzo efficace, secondo Budapest, per fermare il flusso inarrestabile di 'migranti' illegali.
Secondo Szijjarto, citato dai media serbi, è assurdo che l'Unione europea continui a rifiutarsi di finanziare l'erezione di barriere ai suoi confini esterni. A suo avviso, infatti, la pressione sulla UE da sud, sudest ed est è "senza precedenti". "Ora Lettonia, Lituania e Polonia affrontano gli stessi problemi che ebbe l'Ungheria nel 2015", ha detto Szijjarto.
"E' difficile, ha aggiunto, comprendere per quale motivo la commissione europea finanzi tutto quello che favorisce e rafforza l'immigrazione illegale invece di trovare i modi per fermarla. Si comportano come se non fossero di questo pianeta, negando il sostegno ai paesi che vogliono alzare i muri", ha aggiunto il ministro. (fonte: ANSAmed)
Leggi "About Hungary", il blog con le ultime notizie dall'Ungheria NON raccontate da "La Repubblica" 

sabato 6 novembre 2021

La Bosnia Erzegovina esalta Orban: è un grande statista

Viktor Orbán
è un importante e grande statista: così il leader serbo bosniaco Milorad Dodik ha definito il premier ungherese che questo sabato sarà in visita a Banja Luka, capoluogo della Repubblica Serba di Bosnia ed Erzegovina (Republika Srpska in croato e bosniaco), l'entità a maggioranza serba della Bosnia-Erzegovina.
Citato dai media regionali, Dodik ha detto oggi che Orban a più riprese ha espresso la disponibilità ad aiutare la repubblica, e che sono possibili importanti investimenti ungheresi.
Il premier magiaro, che sarà accompagnato dal ministro degli Esteri, Peter Szijjarto, restituisce la visita che Dodik e la presidente della Republika Srpska, Zeljka Cvijanovic, avevano effettuato di recente a Budapest.
Orbán sta compattando sempre di più l'Europa dell'Est. Oltre ai favori della Bosnia Erzegovina, gode di quelli di Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia (questi tre Paesi, con l'Ungheria, formano il noto Gruppo di Visegrad), oltre che della Serbia e del suo presidente, Aleksandar Vucic, con il quale e' in ottimi rapporti personali e si incontra frequentemente a Belgrado e a Budapest. (fonte: ANSAmed)

martedì 12 ottobre 2021

Orban: "L'Europa vuole imporci uno stile di vita contrario ai nostri valori"

La foto postata da Viktor Orban su Facebook
Prosegue la polemica a distanza fra l'Ungheria di Viktor Orban e l'Unione Europea. "Vogliono imporci uno stile di vita che è l'opposto di tutto ciò che pensiamo sia prezioso e degno di essere preservato" è scritto su una foto postata sul profilo Facebook del primo ministro magiaro, circondato da uno stuolo di persone, fra cui molti giovani, in abiti tradizionali. Nella stessa foto si paragona la lotta fra Ungheria ed Europa a quella fra Davide e Golia.
E' del resto recentissima la posizione dell'Ungheria a fianco della Polonia nel riconoscere la supremazia della legge nazionale su quella europea, oltre che dell'allineamento di molti stati continentali alle rigide posizioni del Gruppo di Visegrad in merito di confini e di costruzioni di barriere per difenderli.

sabato 25 settembre 2021

Orban: "La nostra barriera ha impedito l'arrivo di milioni di migranti"

Secondo il premier ungherese, Viktor Orban, l'Unione europea avrebbe dovuto difendere con maggiore energia e convinzione i confini meridionali dello spazio Schengen, e per questo già da tempo la Serbia avrebbe dovuto far parte di UE e di Schengen. In tal caso, "tutti saremmo stati più al sicuro", ha detto Orban nel corso di una visita alla frontiera tra Ungheria e Serbia, unitamente al premier ceco Andrej Babis.
Un confine che Budapest ha sigillato con una lunga barriera difensiva durante la drammatica crisi migratoria del 2015-2016. Senza tale barriera, ha detto Orban, citato dai media serbi,milioni di migranti sarebbero entrati nello spazio Schengen, e in Europa vi sarebbero stati più criminali e attentati terroristici. Presto, ha aggiunto il premier ultraconservatore, anche l'Ungheria dovrà far fronte a un accresciuto flusso migratorio ai suoi confini meridionali, con i profughi in fuga dall'Afghanistan intenzionati a raggiungere l'Unione Europea. (fonte: ANSAmed)

mercoledì 4 agosto 2021

Unghexit, Budapest pronta a togliersi il cappio europeo

Nella foto Viktor Orban: "Noi ungheresi decidiamo il nostro destino"
L'Ungheria di Viktor Orban risponde per le rime all'invadenza dell'Unione Europea e, ancora una volta, mostra come il popolo magiaro sia dotato di quel senso dell'indipendenza e di quella personalità che gli sono forse derivate dalla lunga presenza all'interno dell'unica vera congerie europea, l'Impero Austro-Ungarico.
Il governo di Budapest ora ha anche ventilato la possibilità di riconsiderare la sua adesione al 'moloch' di Bruxelles. Una cosiddetta 'Unghexit' da completarsi nel 2030, quando per Budapest 'non sarà più conveniente restare nell'UE, perché da Stato beneficiario dei ricchi aiuti a fondo perduto si stima possa diventare un contributore netto. Vale a dire uno di quei Paesi che come Italia, Francia, o Germania, mettono mano al portafogli, per versare al budget comunitario più di quanto ricevono'*.
Una presa di posizione che va valutata anche in chiave politica visto che presto, Orban e il suo partito, Fidesz, dovranno affrontare elezioni politiche che potrebbero rivoluzionare completamente la situazione.
A parlare dell'ipotesi, in un'intervista alla televisione ungherese ATV, è stato il ministro delle Finanze, Mihaly Varga. Un po' a sorpresa, dato che l'economista ha fama di essere una delle voci più moderate della compagine di Orban. Uno scenario di divorzio che potrebbe avverarsi soprattutto "se gli attacchi di Bruxelles proseguiranno su scelte di valori", ha detto Varga.
Il governo ungherese è poi tornato, senza fare sconti, sulle vicende legate al mondo gay, e non solo, un documento ufficiale in cui si respingono con forza gli addebiti della Commissione europea sui presunti deficit democratici nel Paese, accusando l'Esecutivo comunitario di "pressioni" e "doppie misure" sullo stato di diritto. Il documento è stato diffuso via Twitter in inglese, francese e tedesco dalla guardasigilli Judit Varga. "L'Ungheria - ha insistito il ministro - ha subito un attacco senza precedenti, solo perché la protezione dei bambini e delle famiglie è la nostra priorità e, a questo proposito, non vogliamo che la lobby LGBTQ entri nelle nostre scuole e asili". (*fonte ANSA)

sabato 10 luglio 2021

Ungheria, le ritorsioni UEFA 'patetiche e codarde'

Non si è fatta attendere la reazione dell'Ungheria alla sanzione inflitta dall'Uefa, tre partite a porte chiuse e 100 mila euro di multa, per i presunti comportamenti omofobi (cori e striscioni) durante le partite di Euro 2020 giocate dalla nazionale magiara a Budapest e Monaco di Baviera.
"Un'istanza patetica e codarda. Si vergognino" ha scritto il ministro degli Esteri del governo di Viktor Orban, PeterSzijjarto, sulla sua pagina Facebook in un post in cui ha ironizzato sull'operato della Uefa stessa, accusata provocatoriamente "di impiegare degli informatori" come quelli che imperversavano "durante il comunismo".
Secondo Szijjarto l'organismo sembrerebbe "non aver altro da fare che scrivere rapporti su quello che e' stato detto o non detto dal pubblico" senza però "avere prove" e basandosi solo "su ciò che viene segnalato".
Le sanzioni dell'Uefa sono state prese per alcuni presunti cori razzisti che sarebbero stati emessi il 19 giugno, nel corso degli Europei di calcio, scorso contro i giocatori di colore della nazionale francese dalla tribuna dello stadio di Budapest dove si trovavano gli ultrà ungheresi. L'Uefa ha anche riferito che sarebbero stati mostrati alcuni striscioni considerati omofobi durante le altre partite del primo turno contro il Portogallo e la Germania. (fonte AGI)

mercoledì 7 luglio 2021

Il ministro ungherese Varga: "Dall'Europa osservazioni antidemocratiche"

Il ministro Judit Varga durante gli ultimi Europei di calcio (foto Twitter)
Il ministro della Giustizia ungherese, Judit Varga, ha affermato in un comunicato che nelle ultime settimane "le osservazioni antidemocratiche" fatte dai primi ministri di alcuni Stati membri dell'Unione europea e da diversi funzionari dell'UE in merito alla nuova legge ungherese sulla protezione dell'infanzia "hanno superato una linea rossa”.
Il ministro ha aggiunto che l'Ungheria si difenderà da questi attacchi utilizzando tutti i mezzi legali disponibili, definendo "inaccettabile che alcuni burocrati sfruttino il diritto dell'UE per schermaglie ideologiche".
E, ancora, in un comunicato pubblicato dal sito magiaro "About Hungary", si afferma: "I valori comuni europei e i diritti fondamentali... non dovrebbero essere visti come un menu da cui i rappresentanti del 'mainstream' ideologico europeo possano scegliere arbitrariamente ciò che preferiscono e ignorino il resto. La protezione dei diritti individuali e collettivi di coloro che appartengono a minoranze nazionali autoctone, il riconoscimento della sovranità e indipendenza nazionale e costituzionale, del diritto delle comunità all'autodeterminazione e della protezione dei bambini degli Stati membri sono obbligatori".
Leggi anche: Il Canada e la demagogia dell'accoglienza

sabato 3 luglio 2021

Orbán: "Nessuno può dirci come vivere le nostre vite"

Viktor Orbán parla ai giovani ufficiali (foto Twitter)
Proteggere le famiglie ungheresi, ma soprattutto impedire che gli altri, intesi come popoli e Paesi dicano al popolo ungherese come vivere. Altrimenti, sottolinea il leader magiaro Viktor Orbán, "we will perish".
Lo ribadisce il sito About Hungary, in cui si racconta la giornata che il primo ministro ha trascorso durante la giornata inaugurale trascorsa alla Facoltà delle Forze dell'Ordine, parte integrante della National University of Public Service di Budapest.
"Mentre ci sono città in Europa dove le persone non possono più sentirsi al sicuro - ha detto Orbán nel suo discorso ai giovani ufficiali, uomini e donne in divisa egualmente belli nel loro splendore mitteleuropeo -, l'Ungheria rimane uno dei luoghi più sicuri in Europa dove non solo la maggioranza, ma tutte le minoranze possono vivere in pace".
E ancora, il primo ministro ungherese ha aggiunto che il compito delle neolaureate forze dell'ordine dovrà essere quello di proteggere l'Ungheria e garantire la sicurezza delle famiglie ungheresi.

venerdì 25 giugno 2021

Ungheria a testa alta: "La nostra legge difende i diritti dei bambini"

Judit Varga (foto profilo Twitter)
Continuano gli strepitii e le proteste del mondo cosiddetto 'occidentale' contro la legge approvata dall'Ungheria di Vikton Orban, che vieta la promozione della segregazione di genere fra i minori di 18 anni. Legge peraltro passata quasi all'unanimità, con 157 voti a favore e uno solo contrario, e legge che prevede una cosa che apparirebbe perfino logica, ovvero quella di impedire che dei bambini o comunque dei giovani vengano esposti a messaggi quali i contenuti che raffigurano la sessualità fine a se stessa o che promuovono la deviazione dall'identità di genere, il cambiamento di genere e l’omosessualità. Dovrebbe apparire infatti intuitivo che un bambino possa fare fatica a comprendere il senso di due uomini che si pongano vicendevolmente la lingua in bocca, o quello di un uomo che decida di vestirsi da donna. Immagini già abbastanza discutibili per degli adulti, figurasi per un minore, il cui cervello e la cui sensibilità dovrebbero essere tutelate da quelle che sono scelte assolutamente personali, ma che non per questo debbano essere considerate 'normali' e parte della quotidianità.
E così, Orban, ancora una volta, diventa l'incarnazione del male da parte dell'Occidente 'evoluto', una 'reductio ad hitlerum' che fa molto comodo agli stati servi della globalizzazione imperante.
Al Consiglio Europeo di Bruxelles, però, il premier magiaro si è presentato con schiena diritta. "Abbiamo una legge che difende i diritti dei bambini e dei genitori", ha cercato di spiegare ai giornalisti che lo incalzavano al suo arrivo al summit. E ancora, "Io sono un combattente per la libertà, ho combattuto durante il regime comunista per la libertà, difendo i diritti degli omosessuali ma questa legge non li riguarda, riguarda le famiglie, come i genitori vogliono educare i loro figli".
Infine Judit Varga, ministro della Giustizia ungherese, ha aggiunto: "L'Ungheria non vuole uscire dall'Unione Europea" e "al contrario, vogliamo salvarla dagli ipocriti".