Una donna araba di fronte alla Tube (foto Peter Dench) |
Interessanti quesiti legati al costante repentino cambiamento cominciano a porsi: viviamo davvero, nell'epoca della pandemia da Covid, in un mondo libero? Libertà è uguale a democrazia? Non sembrerebbe, visti gli esiti recenti. Le elezioni sono figlie inevitabili dell'istituto democratico? Anche questo non parrebbe, visto che la Repubblica Italiana continua imperterrita a viaggiare con le medesima maggioranza, ora sfiduciata dai voti ora meno, ma senza porsi minimamente il problema di quando convolare al giudizio delle urne, schiava di un sistema folle, in cui è il Presidente della Repubblica, eternamente scelto dal Centrosinistra, a creare a suo comodo governi e governicchi che, a prescindere da qualsiasi situazione circostante, rappresentino eternamente il medesimo gruppo di potere.
Chi può vantare la patente di democratico e chi no? Tutti? Nessuno? Cosa significa affibbiare l'etichetta di 'fascista' oggi, nel 2021, se non a terrorizzare qualche pia beghina di provincia, mistificando i resoconti della realtà attraverso il collaborazionismo servile dei media di potere?
In che cosa Donald Trump o Vladimir Putin, che pure rappresentano concetti opposti di potere, rappresenterebbero il 'male'? Da che punto di vista l'accoglienza dei cosiddetti 'migranti' rappresenterebbe il 'bene'?
In queste assurde tensioni paraideologiche si dibatte la società che un tempo si definiva 'illuminista' e 'avanzata',mentre oggi potremmo definire solamente 'avanzata', ma nel suo senso deteriore, ovvero di 'avanzo' di un regime un tempo più libertario che democratico, e oggi solamente uno specchietto per allodole supponenti e autoreferenziate, illuse di vivere nella libertà solo perché dotate del potere di scelta fra mangiare in un ristorante cinese o in un McDonald's.