L'articolo sulla vicenda pubblicato dal quotidiano "Libero" |
E così Milos Stizanin, lo zingaro che si trovava in auto con Remi Nikolic, il giovane all'epoca minorenne (era il il 12 gennaio 2012) che alla guida di un suv travolse e uccise l'agente di Polizia locale Niccolò Savarino impegnato in un controllo di routine a Milano, è stato assolto per "non aver commesso il fatto".
Un omicidio efferato, che già aveva visto Nikolic venire scarcerato dopo appena cinque anni scontati sui nove comminati, in virtù di una presunta 'buona condotta' (in carcere, a spese della collettività, lo zingaro aveva avuto modo di studiare e, udite, udite, fare perfino del teatro). Una scarcerazione che aveva sconvolto perfino la Sinistra milanese ("Quello dell’agente Savarino è stato un crimine estremamente feroce, di una violenza inaudita, con una fuga all’estero per sfuggire alla giustizia e alle responsabilità, fermata solo dalla prontezza e dal lavoro di indagine della Polizia Locale", disse Carmela Rozza, allora assessore alla Sicurezza del Comune di Milano).
Forse Stizanin era su quell'auto per caso, forse non voleva uccidere, un po' come se, durante una rapina in banca, uno fosse assieme al gruppo dei banditi che hanno fatto irruzione nel locale, ma in fin dei conti non fosse che un amico 'accompagnatore', che alla fine nulla c'entra con la vicenda. Piuttosto incredibile, oltre che inconcepibile. E ingiusto, visto che, soprattutto in questo caso, c'è di mezo una vita di un uomo e di un vigile, ucciso durante il compimento del proprio dovere.
"E' uno schifo, non è giustizia, chi ha pagato per mio fratello?", ha detto Carmelo Savarino, fratello dell'agente ucciso. "Con questa decisione il povero agente ucciso mentre svolgeva il suo lavoro è stato ammazzato un'altra volta", ha commentato l'assessore regionale lombardo alla Sicurezza Riccardo De Corato. "Mi auguro che al terzo grado venga fatta giustizia una volta per tutte".
Intanto il rom è ora libero e felice, come l'altro omicida, entrambi nella possibilità di delinquere ancora, alla faccia degli italiani che ne subiscono le quotidiane angherie.