mercoledì 8 luglio 2020

Sul trionfo del Milan l'ombra dell'addio di Ibra

L'Ibrapensiero sulla partita esplicitato su Twitter
Era il 27 agosto 1978, si giocava la finale del Trofeo Città di Milano, e il Milan che quell'anno si sarebbe laureato campione d'Italia, vincendo la 'stella', superò la Juventus per 4-2. E' questo l'ultimo risultato identico a quello espresso dal campo di San Siro la sera passata fra i rossoneri e i bianconeri, una rimonta storica che premia un Milan coraggioso e fortunato. A proposito, in quella calda e afosa serata agostana, io c'ero, assiepato nei distinti dietro la porta e sotto la Curva Sud. Ricordo perfettamente quei colpi forti dati al pallone, malmenato dai 22 in campo, proprio come questa sera.
Ha vinto la squadra più umile, che ha saputo mettere un gruppo di singoli di non grandissima qualità al servizio di un gruppo che, grazie anche al nuovo tecnico, si è fatto solido e roccioso, temprato dalle avversità di un inizio di stagione sciagurato e dalle decisioni di una dirigenza disorganizzata e, a tratti, perfino incompetente.
Resta il dubbio, uno fra i tanti, legato a Zlatan Ibrahimovic, che contribuisce a gettare un velo di tristezza alla fine della partita: "Resto al Milan? Vediamo, c'è ancora un mese per divertirmi, ci sono cose che stanno succedendo qua su cui non abbiamo controllo", ha detto lo svedese di origine slava, che ha poi proseguito lanciando un pesante indizio sul proprio futuro: "Può essere stata l'ultima volta che i tifosi mi hanno visto dal vivo. Sarebbe stato bello oggi con San Siro pieno. Perché lo dico? Leggete tra le righe".