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giovedì 6 aprile 2023

L'ennesima brutta figura della Sinistra, gli auguri al partigiano stragista

La foto della 'festa' tratta dal sito Internet de "Il Giornale"
Basta poco per regalare ai critici della Sinistra l'ennesima palla-gol
, il classico tocco a porta vuota, una rete per sputtanare una volta di più, se mai ce ne fosse bisogno, la cancerosa storia dei partigiani, in particolare quelli comunisti, praticamente asserviti a una potenza straniera, sia essa l'Unione Sovietica stalinista o la Jugoslavia titoista.
E così arriva dal Veneto la raccapricciante storia di Valentino Bortoloso, partigiano dal nome di battaglia "Teppa", fra gli autori del famigerato 'eccidio di Schio' del 1945 (vi guardate in Internet cosa sia) oggi tesserato col PD: nell'occasione dei suoi 100 anni feste e onorificenze da parte dei militanti del suo partita (fra cui anche una maestra di scuola, poveri noi) per uno stragista non diverso dai tanti nazisti che si sono macchiati di altrettante atrocità (vedi le tanto celebrate Fosse Ardeatine, in cui per lo meno esisteva la 'giustificazione' per un altro macabro attentato, ovviamente ordito dai partigiani gappisti).
La strage avvenne a guerra terminata, e la riprendo brevemente dall'articolo di Edoardo Mario Francese, pubblicato dal quotidiano "Il Giornale": "Nella notte tra 6 e 7 luglio del 1945, a guerra terminata, una dozzina di ex partigiani dell’Alto Vicentino della polizia ausiliaria fece irruzione nel carcere di Schio e uccise sul colpo decine di internati indifesi, causando altri feriti: tra questi c’erano sia politici e simpatizzanti della Repubblica sociale italiana, ma anche detenuti comuni e donne, colpevoli solamente di aver avuto una relazione con dei fascisti. Un fatto passato alla storia come “eccidio di Schio”: le cronache e i pochi testimoni ancora in vita raccontano di un bagno di sangue, tanto che gli operai della vicina fabbrica Lanerossi vennero chiamati a scrostare le pareti. Da sinistra si tenta di sminuire l’accaduto: un gesto di vendetta per un compagno ucciso dalle brigate nere, o per ribattere alla strage di Pedescala e dei concittadini internati a Mauthausen, più la scusa che in quel carcere ci fossero i veri cattivi mentre altri erano stati messi al sicuro. La miccia sarebbe stata la promessa del gruppo inglese alleato, che reggeva la città, di liberare i prigionieri del carcere di Schio. Evidentemente non erano così pericolosi".
Penso possa bastare. Buon compleanno per i tuoi cento anni, che le anime delle persone che hai ucciso non ti lascino mai.

venerdì 27 gennaio 2023

La Bonfrisco nel mirino dell'Iran, il silenzio del PD

Anna Cinzia Bonfrisco
Anna Cinzia Bonfrisco
, europarlamentare della Lega, è finita nel mirino del governo dell'Iran, unica politica italiana nell'elenco delle personalità sanzionate.
La Lega stessa fa sapere come la Bonfrisco sia nell'occhio del ciclone del regime di Teheran "per aver difeso valori come libertà, giustizia e democrazia: unica italiana nell'elenco delle personalità sanzionate, ma dalla sinistra nemmeno una parola di solidarietà e vicinanza".
Sempre la Lega sottolinea quello che definisce "assordante e incredibile silenzio del PD su questa vicenda. Su certi temi non dovrebbero esistere divisioni partitiche o politiche: la lotta per i diritti fondamentali delle donne e i cittadini in Iran deve riguardare tutti, non ci sono distinzioni o cordoni che tengano. E chi non prende una posizione netta, oggi, si rende complice del regime", aggiungono dal gruppo leghista.

giovedì 10 febbraio 2022

Giornata del Ricordo, il vergognoso commento di Fiano sulla circolare del MIUR

Emanuele Fiano, pollice verso verso le vittime delle foibe
Arriva nella Giornata del Ricordo l'esempio dell'odio della Sinistra in giacca e cravatta, non diverso da quello dell'infamia violenta di estremisti 'rossi' e degli 'antifa' sparsi in ogni angolo. Un esempio fornito da Emanuele Fiano, stimato, forse ora un po' meno, esponente del PD alla Camera, pollice verso nei confronti delle vittime delle foibe, per lui evidentemente un po' meno nobili di quelle ebree.
Fiano attacca la coraggiosa circolare del Ministero dell'Istruzione rivolta ai dirigenti scolastici di tutto il Paese che, finalmente, era tesa a parificare le vittime di ogni dramma e sterminio, recitando: “La 'categoria' umana che si voleva piegare e culturalmente nullificare era quella italiana. Poco tempo prima era accaduto, su scala europea, alla 'categoria' degli ebrei”.
E' questo il superamento delle ataviche divisioni della guerra tanto auspicato, almeno a parole, dal premier Mario Draghi e dal presidente Sergio Mattarella (salvo poi, furbescamente, aggiungendo la frase 'senza strumentalizzazioni' che peraltro, arrivano quasisempre da Sinistra).
A Fiano e ai suoi 'amichetti' dell'ANPI (l'associazione di Sinistra che raggruppa gli eredi, inspiegabilmente ancora in vita, degli assassini delle foibe) però l'accostamento non è piaciuto, tanto da fargli presentare addirittura una interrogazione urgente: "Presenteremo una interrogazione urgente al ministro dell'Istruzione sulla vicenda della circolare inviata alle scuole dal capo dipartimento del ministero sulle modalita' di celebrazione della giornata del Ricordo. Il paragone che il documento del Ministero dell'Istruzione fa tra progetto di sterminio totale del popolo ebraico e il massacro delle Foibe è totalmente sbagliato e ha sollevato indignazione tra la comunità ebraica, l'ANPI e tanti parlamentari. Chiederemo conto al ministro dell'origine della circolare e di come sia stata possibile che proprio il MIUR abbia concepito e inviato una tale assurdità". (fonte delle parole di Fiano: AGI)

lunedì 10 gennaio 2022

Silvia Roggiani, prima i commenti deliranti, poi il vittimismo

Silvia Roggiani (foto profilo Facebook)
Non sarebbero nemmeno da commentare le parole di Silvia Roggiani, ennesima piddina 'buonista' abile solo nel parlare a vanvera guidata da confuse prese di posizione demagogiche o dalla malafede di una cecità politica a caccia del voto di turno.
Allucinante e vergognosa la sua intervista rilasciata alla sezione milanese del quotidiano "La Repubblica" (e chi altri, se no?), in cui definiva le violenze subite da diverse ragazze nel centro di Milano la notte di Capodanno "figlie di una cultura troppo patriarcale della nostra società".
Insomma, in pratica la colpa sarebbe nostra, dei nostri genitori e dei nostri nonni, di coloro che, forse la signora Roggiani, in preda ad acuto delirio non lo sa, ci hanno invece insegnato il valore del rispetto e della democrazia. Quella stessa democrazia che, a furia di 'accoglienza indiscriminata', sta cadendo maciullata sotto i piedi di chi, invasore, non ne conosce né il valore né il significato.
Più che giustificata e logica la reazione del 'leghista' Alessandro Morelli che, sui'social' aveva così commentato: "Fanno arrivare qui decine di migliaia di persone senza alcun controllo né preoccupazioni su come possano integrarsi, poi però se succede qualcosa è colpa della 'nostra società' (?) e del 'patriarcato'. Ma per favore!". Normali schermaglie politiche, ma parole inappuntabili.
Nasce da questo innocuo post il piagnisteo della Roggiani che lamenta insulti e minacce sui propri 'social', lamentazioni ovviamente riprese dalla stampa compiacente, la medesima che si diverte, al contrario, nel fare gara all'insulto, ignorandone le conseguenze, contro 'donne di Destra' come Silvia Sardone e Susanna Ceccardi, contro cui le minacce di stupro si trasformano spesso in auguri di morte.
L'importante è sapere con chi si ha abbia a che fare. Da quelle parti usa così. Ogni mezzo è buono per colpire l'avversario. Ma, anche stavolta, ed è l'ennesima, si è abbondantemente pisciato fuori della tazza. Non facile per una donna.

giovedì 13 maggio 2010

A colloquio con Claudio Burlando e Filippo Penati...

Ogni tanto capita anche a me di fare informazione. E così, mentre ero via, rapito in Italia dalle ceneri della nube islandese, ho avuto l'onore di realizzare, attraverso due interviste, un'intera pagina del Corriere Canadese. I due soggetti protagonisti sono stati Claudio Burlando, attuale presidente della Regione Liguria, e Filippo Penati, sfidante di Roberto Formigoni alle ultime elezioni Regionali per la Lombardia. Ecco quello che ne è uscito...

«Cura del territorio la chiave del successo»
MILANO - Claudio Burlando, classe 1954, è uno dei pochi candidati del centrosinistra ad avere trionfato alle recenti elezioni regionali. Non solo: il politico genovese è stato rieletto alla presidenza della Regione Liguria per la seconda volta dopo il trionfo del 2005, ottenuto sempre a spese del candidato di centrodestra Sandro Biasotti...
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Penati: «Il centrosinistra può ripartire da Milano»

MILANO - Ha provato a sconfiggere Roberto Formigoni per raggiungere la poltrona di presidente della Regione Lombardia. Ma per Filippo Penati, monzese classe 1952, uno degli uomini più rappresentativi del Pd, le Regionali si sono trasformate in una dura sconfitta. Un ko chiaro che però porta con sé, come spiega lo stesso Penati al Corriere Canadese, i semi per una rivincita futura...
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