La copertina del libro di Petra Di Laghi (foto Bordignon) |
Nessuno, o quasi, si è preso invece la briga di ricordare come gli ebrei, nel mondo, siano stati massacrati non solo dai nazifascisti, ma anche dai comunisti, e oggi dagli islamici.
E ancora di meno queste 'anime belle' hanno pensato di ricordare le 'altre' vittime, quelle non ebree, per esempio italiane. Il dramma istriano-dalmata, l'orrore delle foibe, gli eccidi dei partigiani comunisti, slavi titini e italiani garibaldini, quelli che ancora trovano legittimità nell'arroganza dell'ANPI, di quello non si parla.
Una luce, peraltro ancora troppo fioca, è stata accesa da Fratelli d'Italia, ed è un peccato dover legare politicamente un evento che dovrebbe essere patrimonio di tutti. A Palazzo Pirelli, sede di Regione Lombardia, un pomeriggio è stato dedicato alle vittime di questo dramma, italiani dimenticati e di Serie B, rifiutati, perseguitati e uccisi dai comunisti jugoslavi, rifiutati e offesi (in parte ancora oggi) dagli italiani, da una Sinistra impunita oppure da una nazione smemorata.
La giornata promossa in Regione non ha visto la presenza di alcun giornalista, sottoscritto a parte, e non più di una trentina di presenti, giusto qualche figlio di profughi e qualche militante politico.
Il sorriso lo ha strappato Petra Di Laghi, coraggiosa e volonterosa giovane storica genovese, anche lei discendente da esuli istriani, che ha scritto un bellissimo libro: "Profughi d'Italia", sottotitolato "1943-1955: il dramma dei giuliano-dalmati dalle foibe ai Centri di raccolta".
Un momento importante ma di cui non si può non trarre un esito negativo, almeno dal punto di vista della risonanza esterna. Quasi come non fosse mai esistito. Esattamente come i profughi istriani. (foto di Massimiliano Bordignon)