domenica 2 febbraio 2020

Profughi istriani, la memoria è ancora strabica

La copertina del libro di Petra Di Laghi (foto Bordignon)
Alla Shoah e allo sterminio degli ebrei non viene dedicato solo un giorno, il Giorno della Memoria, ma una settimana, un mese, l'intero anno solare. Da sempre. E mai come in questo periodo la campagna messa in moto, peraltro giustamente, per non dimenticare gli orrori perpetrati nei confronti degli ebrei è parsa tanto puntuale, fino a poter essere considerata ossessiva, o perfino sospetta, visto che ha preso il via addirittura prima del Giorno del Ricordo stesso, a poche ore dalle elezioni che opponevano la Lega di Matteo Salvini al blocco del CentroSinistra, quasi a identificare il CentroDestra come 'erede diretto' di quegli orrori.
Nessuno, o quasi, si è preso invece la briga di ricordare come gli ebrei, nel mondo, siano stati massacrati non solo dai nazifascisti, ma anche dai comunisti, e oggi dagli islamici.
E ancora di meno queste 'anime belle' hanno pensato di ricordare le 'altre' vittime, quelle non ebree, per esempio italiane. Il dramma istriano-dalmata, l'orrore delle foibe, gli eccidi dei partigiani comunisti, slavi titini e italiani garibaldini, quelli che ancora trovano legittimità nell'arroganza dell'ANPI, di quello non si parla.
Una luce, peraltro ancora troppo fioca, è stata accesa da Fratelli d'Italia, ed è un peccato dover legare politicamente un evento che dovrebbe essere patrimonio di tutti. A Palazzo Pirelli, sede di Regione Lombardia, un pomeriggio è stato dedicato alle vittime di questo dramma, italiani dimenticati e di Serie B, rifiutati, perseguitati e uccisi dai comunisti jugoslavi, rifiutati e offesi (in parte ancora oggi) dagli italiani, da una Sinistra impunita oppure da una nazione smemorata.
La giornata promossa in Regione non ha visto la presenza di alcun giornalista, sottoscritto a parte, e non più di una trentina di presenti, giusto qualche figlio di profughi e qualche militante politico.
Il sorriso lo ha strappato Petra Di Laghi, coraggiosa e volonterosa giovane storica genovese, anche lei discendente da esuli istriani, che ha scritto un bellissimo libro: "Profughi d'Italia", sottotitolato "1943-1955: il dramma dei giuliano-dalmati dalle foibe ai Centri di raccolta".
Un momento importante ma di cui non si può non trarre un esito negativo, almeno dal punto di vista della risonanza esterna. Quasi come non fosse mai esistito. Esattamente come i profughi istriani. (foto di Massimiliano Bordignon)