venerdì 18 giugno 2021

Victoria's Secret si piega al 'politically correct', addio agli Angeli

Addio agli Angeli di Victoria's Secret (foto Getty)
Sono le parole di Laura Tecce, giornalista, blogger e opinionista, a descrivere come meglio non si potrebbe l'ennesimo atto di asservimento al 'politically correct' (o, peggio, al 'gender correct'), in questo caso da parte di Victoria's Secret, noto brand di intimo femminile.
Non mi dilungo oltre, vi lascio al post di Laura, pubblicato su Facebook: "Quando vi dico che è in atto un chiaro disegno per demonizzare e criminalizzare tutto quanto è normalità, armonia e bellezza non mi credete. Adesso, come se ve ne fosse bisogno, abbiamo un'ulteriore conferma: il noto brand di intimo femminile Victoria's Secret ha deciso che non farà più sfilare in passerella i suoi iconici 'Angeli', cioè le modelle perché, a dire dell'ad del brand, che ahimé si è dovuto piegare ai nuovi standard che ci vuole imporre la solita e ben nota lobby politically correct, sarebbero espressione di una 'femminilità tossica'...".
Un passo oltre. Sempre la Tecce si sofferma sulle nuove 'icone' del brand: "La calciatrice Megan Rapinoe (decisamente bruttina, una delle 'odiatrici' preferite di Donald Trump, ndr), 35 anni, capelli rosa e una lunga militanza nell’attivismo Lgbt; la sciatrice cinese Eileen Gu, 17 anni; l’attrice indiana Priyanka Chopra, la modella transessuale brasiliana Valentina Sampaio, la fotografa femminista Amanda de Cadenet, la rifugiata del Sudan e modella Adut Akech; infine la modella plus-size Paloma Elsesser, taglia 14 (equivalente dell’italiana 50). Insomma, un iconico campionario di ciò che il sistema ha deciso di imporre: quota Lgbt (che ve lo dico a fà),  la cinese che non sia mai siano colpevolizzati per la pandemia), l'attrice indiana (new entry nelle categorie protette), la trans (poteva mancare?), la femminista (embè), la rifugiata (welcome refugees!!) E chiaramente la plus size (che poi taglia 50 è obesa ma non si può dire e io non vi ho detto nulla). That'all folks".
Credo sia inutile aggiungere qualsiasi ulteriore commento. D'altra parte, ci troviamo di fronte a quella stessa umanità che considera Biancaneve e il Principe Azzurro una fiaba maschilista e diseducativa. Può bastare. E avanzare.