sabato 15 maggio 2021

Un 'no' deciso al ddl Zan, un 'sì' per la libertà di parola

Il poster della manifestazione contro il ddl Zan
Un 'sì' deciso alla vita, un 'no' verso le unioni che sfruttino l'amore dei figli in ambiti 'innaturali'. Contro il decreto legge Zan e le sue derive liberticide, i milanesi protesteranno quest'oggi in piazza Duomo a Milano, nel pomeriggio.
Fra i promotori dell'evento il leader cattolico Massimo Gandolfini e Jacopo Coghe di ProVita&Famiglia: "Il Ddl Zan istituisce un odioso reato di opinione per sbattere in galera chi si oppone all'utero in affitto, al 'genitore 1 e 2', all'indottrinamento gender nelle scuole e agli altri dogmi del politicamente corretto", dicono e aggiungono: "I teatri di Milano faranno sconti speciali solo a chi si presenterà in cassa con scritto 'ddl zan' sul palmo della mano", afferma Coghe, "poi che succederà? Ci vieteranno di entrare nei cinema e nei ristoranti perché siamo contrari a questa legge? Dovremo girare con una spilla al petto perché siamo contro l'utero in affitto? Sono discriminazioni sulla base delle opinioni politiche vietate dall'articolo 3 della Costituzione, roba da regime fascista".
Un chiaro monito a favore della libertà di pensiero e a favore di uno sviluppo familiare naturale, in cui un bimbo possa capire la differenza tra un uomo e una donna, fra il ruolo paterno e quello materno, uno compenetrato nell'altro, ognuno diverso a suo modo. "Io sono padre di quattro bimbi - continua Coghe - e non voglio che ai miei figli si insegni che 'si può cambiare sesso a piacimento, come previsto dall'articolo 7 del Ddl Zan' che introduce la Giornata scolastica sulla transessualità. Noi genitori dobbiamo alzarci in piedi e 'difendere i nostri figli da queste follie' che li confondono nella loro identità e innocenza", conclude.
Anche perché, come viene aggiunto, il ddl Zan non ha motivo di esistere anche dal punto di vista dell'aspetto punitivo, perché "qualsiasi forma di discriminazione o violenza contro chiunque è già punita dal Codice Penale, anche con aggravanti per motivi futili e abietti", afferma Gandolfini. "Non esiste un solo caso di violenza contro omosessuali - continua - che non sia già severamente punito nei tribunali. È evidente allora che questa legge serve a ben altro: processare le idee e punire le opinioni non politicamente corrette come le nostre e quelle di milioni di italiani".