sabato 8 maggio 2021

L'ultima follia di Bruxelles: inserire l'acqua nel vino

L'Europa è uno splendido continente da visitare, dotato di una multiculturalità, termine che piace molto di questi tempi, assolutamente unica. Diventa però un concetto molto meno interessante quando si parla di legami, lacci e lacciuoli che costringono sempre più i produttori italiani in un cappio da cui diventa impossibile fuggire (cosa che, saggiamente, i britannici hanno fatto grazie alla Brexit).
Si prenda la recente vicenda, denunciata da Coldiretti, legata alla 'grande idea' di Bruxelles di togliere l’alcol dal vino per aggiungervi acqua, autentica follia dei 'cervelloni' europei, in un contesto già sotto attacco a causa della proposta di introdurre etichette allarmistiche per scoraggiarne il consumo, il tutto previsto nella comunicazione sul "Piano d’azione per migliorare la salute dei cittadini europei".
In sostanza, sottolinea Coldiretti, si tratta della 'dealcolazione' parziale e totale dei vini. La proposta prevede di autorizzare nell’ambito delle pratiche enologiche l’eliminazione totale o parziale dell’alcol con la possibilità di aggiungere acqua anche nei vini a denominazione di origine.
In questo modo verrebbe permesso ancora di chiamare vino, un prodotto – sottolinea la Coldiretti – in cui sono state del tutto compromesse le caratteristiche di naturalità per effetto di un trattamento invasivo che andrebbe a intervenire nel secolare processo di trasformazione dell’uva in mosto e quindi in vino. Un vero e proprio inganno legalizzato per i consumatori che si ritrovano a pagare l’acqua come il vino.
Un pericolo che si inserisce in un contesto comunitario preoccupante per il settore con la Commissione Ue che potrebbe introdurre allarmi per la salute nelle etichette delle bevande alcoliche come per le sigarette nell’ambito dell’attività di prevenzione del nuovo piano d’azione di cui sopra.
La proposta di aggiungere acqua nel vino è solo l’ultimo degli 'inganni autorizzati' dall’Unione Europea, che già consente l’aggiunta dello zucchero nei paesi del Nord Europa per aumentare la gradazione del vino mentre lo zuccheraggio è sempre stato vietato nei paesi del Mediterraneo e in Italia, che ha combattuto una battaglia per impedire un "trucco di cantina" e per affermare definitivamente la definizione di vino quale prodotto interamente ottenuto dall’uva.
Ma non basta. Sempre l'ineffabile Bruxelles ha dato anche il via libera al vino 'senza uva' ovvero ottenuto dalla fermentazione di frutta, dai lamponi al ribes. Una pratica enologica che altera la natura stessa del vino che, storicamente e tradizionalmente, è solo ed esclusivamente quello interamente ottenuto dall’uva.
La preoccupante novità arriva peraltro in un momento difficile per il settore per il drammatico crollo del consumo di vino Made in Italy all’estero, che ha raggiunto il minimo storico da oltre trent'anni per effetto del calo del 20% nelle esportazioni nel 2021, secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat.
L’Italia – conclude la Coldiretti – si conferma comunque primo produttore mondiale con 49,1 milioni di ettolitri e anche primo esportatore sia nei vini fermi che spumanti, con un totale di 20,8 milioni di ettolitri davanti alla Spagna con 20,2 e alla Francia con 13,8.