giovedì 23 settembre 2021

Zemmour, fari puntati sulla speranza dell'estrema destra francese

Eric Zemmour (foto Huffington Post)
Si chiama "La Francia non ha detto l'ultima parola": è il titolo dell'ultimo libro - già a ruba - di Eric Zemmour, il personaggio che già da ora sembra contendere a Marine Le Pen la leadership dell'estrema destra in vista delle elezioni presidenziali di aprile.
Un titolo che suona come una 'chiamata alle armi' per un bestseller che viene acquistato anche da chi lo teme o da chi lo disprezza per le sue idee reazionarie, revisioniste, negazioniste, che sbandiera senza alcun timore di scandalizzare.
Dalla prima riga del libro, Zemmour - ex editorialista di Le Figaro, poi animatore sulla tv CNews - è stato preso di mira non solo per i contenuti, ma perché la prima frase a pagina 1 è "Ho peccato, lo confesso" ma un grossolano errore di ortografia la rende in francese "Ho pescato". Ma poi c'è il resto, idee particolari ma coerenti con il suo credo, come nel caso del progetto di non rendere più leciti in Francia i nomi di battesimo 'non francesi'.
Zemmour, in realtà, non ha ancora annunciato la candidatura, sebbene i sondaggi gli assegnino già il 10% delle preferenze.
Origini ebraiche, 63 anni,Zemmour è stato condannato più volte per incitamento all'odio, e da anni ormai non ha remore nel parlare del suo ideale di Francia tradito ("Il suicidio francese" del 2014 è il suo libro più popolare), delle radici 'napoleoniche' che continua a evocare e alle quali inneggia durante i suoi meeting pubblici, entrati in una fase decisiva proprio nell'ultimo fine settimana. Il repertorio con il quale ha entusiasmato gli 800 che lo applaudivano a Tolone è stato un classico, con l'attacco ai "cani da guardia dell'ideologia dominante", la difesa dell'"uomo eterosessuale bianco", l'identificazione di chi "aggredisce le donne" con gli "immigrati" o comunque i "musulmani", la 'banlieue' di Parigi che a breve diventerà "come il Kosovo". Fino ad arrivare alla condivisione della nota (ma denigrata dai poteri forti) "teoria della grande sostituzione" che ha fatto sua, appoggiandola e riproponendola a più riprese. La teoria, nota anche come Piano Kalergi, sottolinea come la popolazione europea viva un momento drammatico in cui, contemporaneamente alla diminuzione delle proprie nascite, subisca l'aggressione di popolazioni extracomunitarie dalla natalità elevatissima, venendo quindi azzerata e sostituita con immigrati, soprattutto di origine africana. Una teoria arricchita dall'inserimento dei virus o dei vaccini per portare a termine il progetto. (fonte: ANSA)