Una foto ANSA di Luciana Lamorgese dal quotidiano "La verità" |
Un qualcosa che riguarda la sua origine, che ci vorrebbero far credere proveniente da un orsetto lavatore dell'entroterra cinese, quando di lì a pochi metri opera indisturbato un laboratorio chimico militare che, guarda caso, proprio i coronavirus studia e produce.
Un qualcosa che riguarda la sua gestione, che ha gettato oltre il baratro economico e sociale milioni di cittadini nel mondo e in Italia certamente, in particolare quella piccola borghesia produttiva che, guarda caso (ci ripetiamo), vota nella sua gran parte orientandosi verso il Centro-Destra, lasciando praticamente intonse le condizioni di vita, se non migliorandole, dei cosiddetti impiegati pubblici e statali in genere, ovviamente fautori dello 'status quo'.
Un qualcosa che riguarda la sua cura, esercitata attraverso una serie di vaccini diversi tra loro, espressione di potenti case farmaceutiche, riconosciute a volte sì a volte no a seconda della provenienza geografico-politica della produzione, a volte mischiati senza coscienza fra prima e seconda iniezione, senza dimenticare che questi stessi vaccini non sono mai stati testati, al contrario di quelli classici che normalmente affrontiamo nel corso della nostra vita. E che, come conseguenza, vengono testati in questo stesso momento su di noi, lungo un corso temporale che riguarderà non solo quest'anno, ma anche i prossimi. Uno, due, tre, e forse di più. Al saldo del fatto che, se test su di noi vengono condotti, a questo punto è lecito intuire come su qualcuno di noi non venga iniettato alcun vaccino, ma il classico placebo che agli studiosi serve nel momento in cui si debbano tirare le somme conclusive su detti studi.
Ecco, a fronte di tutto ciò, chi osi esprimere un dubbio contrario viene sommariamente definito 'no vax', un po' come quando, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, bastava non essere stati comunisti per venire immediatamente bollati come 'fascisti' o comunque collaborazionisti della Repubblica di Salò e, come conseguenza, fucilati a un angolo di strada o, nel migliore dei casi, rapati a zero.
Escludendo e condannando, ovviamente, gli eccessi deliranti di alcuni dementi sobillati da alcune frange estreme di una certa presunta politica 'militante', su cui ovviamente alcuni media opportunamente 'teleguidati' hanno sguazzato come le cozze nella padella, abbiamo avuto la conferma dell'esistenza di Luciana Lamorgese, al secolo ministro dell'Interno confermato del Governo Draghi, detto anche 'il banchiere'.
Una vera e propria apparizione 'lourdiana', a lungo attesa ma mai concretizzatasi. Un miracolo degno dello scioglimento del sangue di San Gennaro e della scoperta dell'esistenza del Molise.
L'abbiamo attesa invano nella periferia di Milano ormai ridotta a una Casbah, attorno alla Stazione Centrale, dove maghrebini, africani e mediorientali in genere spacciano indisturbati e si prendono a bottigliate in testa un giorno sì e l'altro pure, nelle zone dimenticate dove trapper trasformati in improbabili musicisti 'convocano' le proprie truppe sballate per festini improvvisati a base di musica a tutto volume, ne abbiamo cercato invano le tracce durante i vari 'rave' organizzati lungo la penisola, in cui spaccio e distruzione regnavano indisturbati, ne abbiamo pregato la presenza mentre clandestini d'ogni dove, con la scusa di guerre strumentalizzate all'occorrenza, invadono sciamando per l'Italia e ancor di più ora, incapaci di distinguere tra un afghano, un pakistano e un marocchino, sempre più trasformandola in una succursale islamica.
Ad averlo saputo prima, sarebbe bastato gridare al 'no vax' molto tempo prima, una sorta di 'untore' manzoniano, per vedere spuntare vagonate di VoPos celeri, efficienti e spietati.
Ormai è questo il problema del mondo. Il No Vax. Lo si sostiene da sempre a Sinistra, pronta da tempo immemore a schierarsi sempre e solo con lo Stato e sempre e solo contro il Cittadino, ma ora lo si sostiene anche da una gran parte del cosiddetto CentroDestra, dalla pavida Forza Italia, impaurita dalle probabili accuse di sedizione, ma anche, orrore, dalla stessa Lega che, invece di abbattere la statua di sale della Lamorgese, ha deciso di chinarsi a una 'realpolitik' che l'allontana dalla propria base.
Per cui, ormai sempre di più, 'no vax' (dando per scontato che venga considerato tale chiunque osi sollevare la mano per porre un quesito o pretendere una spiegazione) uguali a Casapound, a quella Destra estrema che gira ancora con l'immaginetta del Duce nel borsellino, che si trova al 'campo' tal dei tali a braccio alzato urlando 'a noi' e che si iscrive al gruppo Facebook della 'X Mas' perché "quando c'era lui" era sicuramente meglio di "adesso che c'è lei".
Siamo ridotti a questo punto. A questo livello di caos, prima ancora mentale che istituzionale. Ma è difficile capire dove finisca il primo per far posto al secondo o se non siano invece entrambi intrinsecamente uniti in un abbraccio mortale.