Visualizzazione post con etichetta demagogia. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta demagogia. Mostra tutti i post

domenica 9 giugno 2024

Votare oggi: contro la demagogia degli eroi, della guerra e del meticciamento

Foto di Arnaud Jaegers per Unsplash
Sì, è vero, la politica "l'è 'na roba spurca" ma, in ogni caso, una sia pur minima posizione. Prendere posizione contro coloro che parlano di guerra come se si trattasse di un videogioco, mandando a morire rigorosamente gli altri, e mai loro, colletto della camicia inamidata, nani da giardino rispetto ai pur disprezzabili politici di qualche tempo fa.
Prendere posizione contro chi blatera di continuare a fornire armi e perfino provocare catastrofi nucleari inventandosi presunte aggressioni, un po' come quando il mondo costretto a subire una serie di vaccini, peraltro di alcune ben definite case farmaceutiche, senza avere la certezza del loro funzionamento.
Prendere posizione contro chi fa del meticciamento razziale un obiettivo a medio o perfino a breve termine, consentendo la distruzione della 'tipicità' europea, una serie di popoli ben definiti, il cui orgoglio, lustro dopo lustro, è stato minato e scientificamente eliminato, a cominciare da quella era la quintessenza della forza germanica, per proseguire con il dissanguamento di quella inglese, la prevaricazione su quella latina per ora puntare i propri cannoni contro quella slava, rappresentata dalla Russia.
Prendere posizione contro chi si adopera per controllare le nascite europee a favore della 'sostituzione etnica' afroaraba, già vista all'opera nell'Europa occidentale (Francia, Belgio, Olanda e Gran Bretagna ne sono un triste esempio), contro coloro che, forcipe alla mano, entrano nelle pance delle donne europee promulgando fantomatici diritti quando il diritto di una donna è quello di essere madre e difendere fino allo spasimo la vita del proprio figlio.
Prendere posizione contro chi voglia l'impunità per un personaggio già condannato anche in Italia come Ilaria Salis, che gira l'Europa per picchiare a sangue persone con il solo torto di pensarla diversamente da lei.
Prendere posizione contro chi fa delle nuove ideologie 'woke' una folle bandiera di distruzione e di rinnegamento del passato secondo neolingue già previste da George Orwell.
Prendere posizione, ora e sempre, contro chi vuole stravolgere il nostro mondo a favore di un nuovo, lugubre futuro, dove le classi siano eliminate a vantaggio di un magma socio-razzial-culturale senza più specificità, senza più storia, senza più umanità.

domenica 5 marzo 2023

Putin, bombe e offensiva di febbraio, le tre reali fake-news dell'Occidente sulla Russia

Putin durante il Discorso alla Nazionale (immagine da ByoBlu)
Mentre l'Italia continua ad accogliere migranti e clandestini, fra i piagnistei della Sinistra 'buonista' teleguidata dal 'mainstream' capitanato dai capataz dell'informazione, ecco che questi stessi burocrati della notizia vengono rigorosamente smentiti una falsità dopo l'altra, per quelle che loro stessi amano chiamare 'fake news', con apocalittiche ricostruzioni 'debunkerizzate' da siti costruiti per l'occasione.
E così, sebbene sia stata proprio la Destra a insegnare che le stronzate si possono licenziare impunemente salvo poi dimenticarsi di averle pronunciate, arrivano dalla guerra ucraina, nel giro di pochi giorni, un-due-tre notizie, ovviamente sottaciute, che smentiscono una monumentale campagna di stampa costruita a suon di balle.
1. Il Discorso alla Nazione di Vladimir Putin al popolo sottomesso, generali, religiosi, donne (no trans, please) ci regala un 'conducator' forte, razionale, deciso nel mettere l'Occidente con le spalle al muro, rispedendo al mittente le falsità e le idiozie costruite su tonnellate di menzogne, annullando (per ora) la propria partecipazione al trattato NewSTART. Putin è una roccia, inflessibile, chi lo aveva definito moribondo, sostituito da altri 'falchi' o addirittura 'colombe' che non vedevano l'ora di spodestarlo, approfittando di una sua presunta metastasi in fase terminale, è servito. Putin sta benissimo.
Al contrario, chi non pare stare bene per niente, nell'egida più clamorosa del 'chi la fa l'aspetti', è proprio il suo omologo americano Joe Biden, cui è stato recentemente asportato un tumore sebbene l'ufficio stampa della Casa Bianca (no, non "La Repubblica"), petita non richiesta, si sia affrettato a sottolineare come si tratti di un tumore che 'non dovrebbe' degenerare in una cancerosi metastatica.
2. La si aspettava tutti, la magica offensiva russa del 24 febbraio, o comunque di febbraio, nell'idiotica ipotesi che i russi fossero tanto pirla da lanciarsi all'attacco nella celebrazione di una presunta data (che, peraltro, proprio nulla ha da celebrare), lanciando i propri uomini addosso alle pallottole degli ucraini e dei mercenari occidentali loro accoliti. I russi, invece, se ne stati buoni buoni, proseguendo nella loro lentissima avanzata, frutto di una strategia che preferisce il logorio avversario unito a una minima presenza militare in territorio altrui. Insomma, un'altra vagonata di racconti e di carta buttata su decine e decine di giornali italioti e occidentali, tutti srotolati a lingua penzola dentro al deretano statunitense.
3. Le bombe dei russi, ma questo ormai è un classico che prosegue dall'inizio della guerra, in mezzo a stragi, ospedali distrutti, mamme sventrate e bambini usati a 'mo di tiro al bersaglio.
L''orco' russo ormai ha usato il fondo dei propri armamenti militari, distruggendo città e villaggi impunemente fregandosene dei poveri villici residenti, civili, bambini e cagnolini, pure i pesci rossi dentro la vaschetta.
Peccato che i russi i bombardieri, chiamiamoli così, con una 'retrolingua' legata alla Seconda Guerra Mondiale, non li abbiano ancora usati, anche perché glielo vieta la loro stessa costituzione. Insomma, gli obiettivi civili non sono proprio contemplati, al contrario di quanto visto nel recente passato da parte degli aerei americani, con città spianate e ridotte a cumuli di macerie, a cominciare da Dresda per proseguire con Hiroshima e Nagasaki per poi arrivare ai giorni nostri passando per il Vietnam, la Libia e il Libano. Ma chi bombarda i civili sarebbero i russi. Che, se volessero farlo veramente, potrebbero spianare Kiev in una manciata di minuti.
Anche in questo caso, per respingere le balle del 'mainstream' mediatico occidentale, non è necessario leggere libri di strategia militare, ma solo porsi qualche domanda naturale, logica, inevitabile. E la conclusione è, ancora una volta, la stessa: che da un anno a questa parte (e lasciamo perdere il Covid, che è tutta un'altra storia) la stampa di regime ha costruito una serie di 'fake news' a uso e consumo delle 'menti semplici' che risiedono nel mondo occidentale, utilizzate come protoscimmie abili e arruolate, ubbidienti e remissive, ingenue e sempre più malleabili.

Altre immagini, sempre tratte dalla televisione ByoBlu,
tratte dalla diretta del Discorso alla Nazione tenuto da Vladimir Putin.


giovedì 17 giugno 2021

Vaccini anti Covid, il dilemma dei placebo

Forse non molti lo sanno, o forse quasi nessuno, almeno fra noi, comuni mortali. I vaccini anti Covid che ci vengono normalmente iniettati, in quanto in fase attuale di studio, potrebbero essere anche un placebo.
Iniettare un placebo secondo numeri precisi è, del resto, una normalissima routine, quando un vaccino viene testato, senza avere ancora dei risultati sicuri, come nel caso dei vari Astrazeneca, Moderna, Johnson & Johnson, Pfizer, Sputnik, eccetera.
Ve lo giuro, non me lo ha detto 'mio cugggino', né l'amico dell'amico, né la portinaia o il droghiere sotto casa. Me lo ha 'spiattellato' un medico di provata cultura e conoscenza accademica., lasciandomi a bocca aperta, da bravo ignorante quale sono.
Quello che non mi è chiaro, e condivido con voi questo mio dilemma, è se, a noi che dovremmo vaccinarci in questi giorni (a cui viene quasi 'intimato' di vaccinarsi), venga insomma fornito un vaccino che, inevitabilmente, è ancora in fase di sperimentazione, o se, in alcuni casi, venga iniettato un placebo. Intendo lasciare un margine di incertezza perché non voglio creare allarmismi, ma credo sia giusto che una risposta venga data e sia data in maniera esemplare.
Perché, altrimenti, passerebbe il concetto che tutti saremmo cavie umane di uno studio gigantesco su base mondiale, i cui risultati non si avranno prima di un paio d'anni.
Un'affermare che non è frutto di un delirio 'no vax', ma la semplice constatazione di un gesto che non corrisponde a quanto divulgato dalla gran parte dei media.
Primo, perché quanto ci viene iniettato non è un vaccino i cui risultati possano dare delle certezze assolute (e il continuo cambio dei cocktail vaccinali ne dovrebbe essere una plateale constatazione di chi, in corsa, stia cercando di aggiustare il... tiro), secondo perché un buon numero di persone il vaccino 'vero' non l'hanno nemmeno ricevuto, in cambio di un placebo che, come detto sopra, serve a scopi di studio, ma non di cura.
Queste righe non vogliono essere un contributo a chi voglia svilire o contrastare il legittimo sforzo vaccinale di contrasto al Covid-19. Semplicemente affermano una verità che, ancora una volta, in quest'ultimo anno e mezzo di storia umana, è stata stravolta e oscurata.
Leggi anche:
Medico scopre di avere ricevuto il placebo e pretende il vaccino vero
COVID-19: il dilemma etico del placebo nella sperimentazione del vaccino

mercoledì 24 giugno 2020

"White Lives Matter" sopra lo stadio di Manchester, e scoppia l'accusa di razzismo

"White Lives Matter": goliardia, ma anche verità
Fa discutere in Inghilterra la singolare (e, a mio avviso, apprezzabile) iniziativa di un gruppo di tifosi del Burnley che, durante la partita di Premier League disputata a porte chiuse all'Al Etihad Stadium (in realtà il City of Manchester Stadium ridenominato causa sponsor arabo) contro il Manchester City, ha fatto sorvolare l'impianto da un aereo che recava con sé uno striscione con la seguente frase: "White Lives Matter Burnley".
Una risposta chiara al clamore e alle violenze perpetrate in questi giorni dal sedicente movimento Black Lives Matter, già esistente da anni, ma strumentalmente cavalcato dopo l'omicidio, da parte di un poliziotto americano, del 'colored' George Floyd.
La vicenda dello striscione 'incriminato' è stata vissuta secondo i più drammatici canoni del 'politically correct' anglosassone. Genuflessione in atto di contrizione, richiesta di perdono, intervista alla madre di uno degli organizzatori del 'misfatto', Mark Hamer, la quale dichiara la propria 'vergogna' per il gesto del figlio e addirittura dice di non poter "lasciare la mia casa per andare al lavoro, affrontando gli sguardi dei colleghi". Come in un regime perfetto, come in un mondo orwelliano, anche il padre rinnega ogni gesto del figlio, stigmatizzandolo e ribadendo di non averci "nulla a che fare". Aspettando il 'Gin della Vittoria'.
Il Burnley, dal canto suo, si è affrettato a rilasciare un piagnucolante comunicato stampa in cui ribadisce la solita solfa dell'uguaglianza universale, il proprio sostegno al movimento Black Lives Matter e la minaccia di 'squalifica a vita' dal proprio stadio, il Turf Moor, per tutti coloro che abbiano preso parte all'atto, una volta scoperti. Sulla pagina Facebook del club è stata una aggiunta una intervista a un giocatore (di pelle bianca) il quale appare contrito e sconsolato affermando, in sostanza, "Siamo tutti imbarazzati e sconvolti". Addirittura! Dei miliardari sconvolti nel proprio tenero animo da uno striscione!
Dietro l'iniziativa, indubbiamente coraggiosa e geniale, al di là di come la si pensi, c'è la firma di Jake Hepple, amico di Hamer, il quale si è assunto la piena paternità del gesto, scrivendo sulla propria pagina Facebook: "I'd like to take this time to apologise .. TO ABSOLUTELY F ** NOBODY!". Aggiungendo: "Evidentemente adesso viene considerato razzista dire 'White Lives Matter'". Come dargli torto?

mercoledì 19 giugno 2019

IntegrAction, quando le fake news sfruttano i bambini

E' triste e irritante osservare come la globalizzazione e le fake news scorrano nei cervelli rattrappiti degli italiani nella maniera più infida. Attraverso la pubblicità e il volto dei bambini, i più piccoli e innocenti. Si tratta della campagna #IntegrAction, con tanto di hashtag d'ordinanza, perché il tutto divenga più virale e si intrufoli meglio nel condotto neuronale italico.
Al centro i cosiddetti "luoghi comuni, frasi fatte e banalità sugli immigrati", come li definisce il sito "Open" o, come si potrebbe invece ribadire, la 'vox populi', quel sentito comune che nasce dall'esperienza collettiva.
Bambini di razze diverse in una stessa classe elementare che ridono in maniera sguaiata a quelli che vengono, appunto, definiti, luoghi comuni: "Nei supermercati pakistani vendono solo cose scadute", "Nei ristoranti etnici non sai mai cosa mangi" e via di questo passo, per arrivare agli ancora più classici "ci rubano il lavoro" e "ci portano le malattie".
Una bella pensata, si fa per dire, partorita dalla mente globalizzata, buonista e accogliente di Fondazione Pubblicità Progresso, insieme ad Acra (Associazione di Cooperazione Rurale in Africa e America Latina), con il supporto scientifico di Fondazione Ismu (Iniziative e Studi sulla Multietnicità).
Giusto per puntualizzare di cosa si stia parlando, non c'è bisogno di andare lontano. Basta aprire un giornale di ieri, rispetto al momento in cui si scrive. La Voce del Trentino titola: "Sequestrata mezza tonnellata di carne surgelata a Trento. Denunciato pakistano per violazione delle norme sanitarie".
Per quanto riguarda la frasetta simpatica e tanto ridanciana sui ristoranti etnici, si risalga poco più indietro, al 14 giugno. La notizia è dell'AGI, e non del movimento Casapound: "Lunga la serie delle irregolarità. A Pescara è stato denunciato il legale responsabile di un ristorante etnico per aver detenuto alimenti in cattivo stato di conservazione e spacciato come freschi prodotti ittici congelati: 200 kg di alimenti sequestrati e locale chiuso, per un valore di oltre un milione di euro. A Bari stato scoperto un deposito abusivo annesso ad un ristorante cinese, privo delle autorizzazioni di legge: sequestro amministrativo per 40 kg di riso, 40 kg di salsa giapponese e quasi mille litri tra birra, acqua e olii vari. A Treviso i Nas hanno sequestrato 85 quintali di prodotti alimentari etnici stipati da un commerciante kosovaro all'interno di un deposito all'ingrosso, tutti con una data di scadenza superata da mesi: salumi, dolci, bibite e preparati a base di carne erano inoltre stoccati in maniera promiscua ad altri. A Napoli, all'interno di un supermercato gestito da un cittadino cinese, sono stati sequestrati 500 kg di pollame e prodotti ittici in cattivo stato di conservazione oltre a 33 confezioni di uova di anatra salate (già cotte) che il ministero della Salute ha vietato in base al RASFF (sistema di allarme rapido per gli alimenti e i mangimi con cui gli Stati membri si scambiano informazioni sui rischi per la salute legati a determinati alimenti e mangimi). 
I Carabinieri di Alessandria hanno denunciato una cittadina cinese per preparati gastronomici congelati e conservati all'interno di contenitori non idonei, in un impianto di refrigerazione con gravi carenze igieniche: sono stati sequestrati 100 kg di alimenti e l'attività è stata chiusa Altri 200 kg di prodotti alimentari etnici congelati sono stati sequestrati a Padova: sono stati trovati ad una temperatura di +19 all'interno di un furgone aziendale con impianto di refrigerazione spento, pronti per essere venduti nonostante l'interruzione della "catena del freddo". A Firenze è stato segnalato all'autorità sanitaria il titolare di un ristorante etnico per aver detenuto prodotti carnei privi di informazioni sulla tracciabilità degli alimenti ed omesso di attuare, per il pesce crudo, le procedure di abbattimento finalizzate a contrastare la possibile insorgenza della "sindrome sgombroide". L'attività è stata sospesa a causa delle gravi carenze igieniche: sporcizia diffusa su piani di lavoro, pavimenti e attrezzature da lavoro e di blatte nelle trappole. A Parma è stato denunciato titolare di un ristorante etnico che conservava alimenti vari (spaghetti di soia, ripieno per ravioli, etc) in secchi di plastica analoghi a quelli impiegati per le pulizie e in contenitori generalmente utilizzati per riporre indumenti ed oggetti vari. A Torino denunciato per frode in commercio il legale rappresentante di un'azienda alimentare che commercializzava riso basmati indicandolo come di provenienza indiana mentre in realtà era importato dal Pakistan: per approfondire gli accertamenti necessari, sono state campionate e sequestrate 110 tonnellate di prodotto".
Insomma, c'è ben poco da ridere. Ai bambini non venga spacciato per demagogico ciò che è frutto di una realtà con cui gli italiani, purtroppo, si trovano a convivere da quando l'invasione di stranieri e clandestini vari è diventata sempre più incontrollata. I bambini tornino a studiare la storia quindi, meglio se del Paese in cui sono nati o che li ospita.