Putin durante il Discorso alla Nazionale (immagine da ByoBlu) |
E così, sebbene sia stata proprio la Destra a insegnare che le stronzate si possono licenziare impunemente salvo poi dimenticarsi di averle pronunciate, arrivano dalla guerra ucraina, nel giro di pochi giorni, un-due-tre notizie, ovviamente sottaciute, che smentiscono una monumentale campagna di stampa costruita a suon di balle.
1. Il Discorso alla Nazione di Vladimir Putin al popolo sottomesso, generali, religiosi, donne (no trans, please) ci regala un 'conducator' forte, razionale, deciso nel mettere l'Occidente con le spalle al muro, rispedendo al mittente le falsità e le idiozie costruite su tonnellate di menzogne, annullando (per ora) la propria partecipazione al trattato NewSTART. Putin è una roccia, inflessibile, chi lo aveva definito moribondo, sostituito da altri 'falchi' o addirittura 'colombe' che non vedevano l'ora di spodestarlo, approfittando di una sua presunta metastasi in fase terminale, è servito. Putin sta benissimo.
Al contrario, chi non pare stare bene per niente, nell'egida più clamorosa del 'chi la fa l'aspetti', è proprio il suo omologo americano Joe Biden, cui è stato recentemente asportato un tumore sebbene l'ufficio stampa della Casa Bianca (no, non "La Repubblica"), petita non richiesta, si sia affrettato a sottolineare come si tratti di un tumore che 'non dovrebbe' degenerare in una cancerosi metastatica.
2. La si aspettava tutti, la magica offensiva russa del 24 febbraio, o comunque di febbraio, nell'idiotica ipotesi che i russi fossero tanto pirla da lanciarsi all'attacco nella celebrazione di una presunta data (che, peraltro, proprio nulla ha da celebrare), lanciando i propri uomini addosso alle pallottole degli ucraini e dei mercenari occidentali loro accoliti. I russi, invece, se ne stati buoni buoni, proseguendo nella loro lentissima avanzata, frutto di una strategia che preferisce il logorio avversario unito a una minima presenza militare in territorio altrui. Insomma, un'altra vagonata di racconti e di carta buttata su decine e decine di giornali italioti e occidentali, tutti srotolati a lingua penzola dentro al deretano statunitense.
3. Le bombe dei russi, ma questo ormai è un classico che prosegue dall'inizio della guerra, in mezzo a stragi, ospedali distrutti, mamme sventrate e bambini usati a 'mo di tiro al bersaglio.
L''orco' russo ormai ha usato il fondo dei propri armamenti militari, distruggendo città e villaggi impunemente fregandosene dei poveri villici residenti, civili, bambini e cagnolini, pure i pesci rossi dentro la vaschetta.
Peccato che i russi i bombardieri, chiamiamoli così, con una 'retrolingua' legata alla Seconda Guerra Mondiale, non li abbiano ancora usati, anche perché glielo vieta la loro stessa costituzione. Insomma, gli obiettivi civili non sono proprio contemplati, al contrario di quanto visto nel recente passato da parte degli aerei americani, con città spianate e ridotte a cumuli di macerie, a cominciare da Dresda per proseguire con Hiroshima e Nagasaki per poi arrivare ai giorni nostri passando per il Vietnam, la Libia e il Libano. Ma chi bombarda i civili sarebbero i russi. Che, se volessero farlo veramente, potrebbero spianare Kiev in una manciata di minuti.
Anche in questo caso, per respingere le balle del 'mainstream' mediatico occidentale, non è necessario leggere libri di strategia militare, ma solo porsi qualche domanda naturale, logica, inevitabile. E la conclusione è, ancora una volta, la stessa: che da un anno a questa parte (e lasciamo perdere il Covid, che è tutta un'altra storia) la stampa di regime ha costruito una serie di 'fake news' a uso e consumo delle 'menti semplici' che risiedono nel mondo occidentale, utilizzate come protoscimmie abili e arruolate, ubbidienti e remissive, ingenue e sempre più malleabili.