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lunedì 10 gennaio 2022

Venezia-Milan 0-3, il Diavolo a valanga non molla l'Inter

Zlatan Ibrahimovic festeggia la rete dell'1-0 (foto AC Milan)
Bene, avanti così. Terza vittoria consecutiva per il Milan, che espugna l'isola di Sant'Elena, campo del Venezia, con un secco 3-0, per una partita resa facile dall'autorità con cui la squadra rossonera ha affrontato la partita.
Pronti via, pazzesca discesa di Rafael Leão a sinistra e servizio al bacio per Zlatan Ibrahimovic che infila uno tra i più facili dei suoi gol.
Come spesso capita, dopo il vantaggio la squadra di Stefano Pioli invece di affondare il colpo e cercare il raddoppio si addormenta, cominciando a 'tiritereggiare' in difesa, con passaggi laterali noiosi e chiamando in causa anche il portiere Mike Maignan, sempre inappuntabile. Il Diavolo però non rischia e perfino Tiémoué Bakayoko regala una prestazione quasi inappuntabile.
Nella ripresa partenza ancora a mille del Diavolo, altra discesa incredibile sulla discesa, stavolta per opera di un sontuoso Theo Hernandez, che calcia un bolide alle spalle del portiere di casa, per un'azione che, alla lontana, ha ricordato quella dell'eccezionale gol di Ruud Gullit nel derby del 2-0 della stagione 1987-88.
Il tris arriva con un rigore calciato dallo stesso Theo (e non, saggiamente, da Ibra) per un fallo di mano che vale anche l'espulsione di Svoboda per la squadra veneta, soggiogata nel ritmo e nel gioco, cui rimane solo l'amara recriminazione di un fallo da rigore di Alessandro Florenzi su cui l'arbitro ha deciso di sorvolare nel primo tempo.
Ora spazio alla 'seconda squadra di Milano': la vittoria colta in serata contro la Lazio non cambia nulla in vetta alla classifica, ma il Diavolo c'è e non molla la presa.
Leggi anche: all'andata finì 2-0, sugli spalti una bionda misteriosa
I miei TOP 3 della giornata:
1. Rafael Leão; 2. Sandro Tonali; 3. Theo Hernandez.

domenica 12 dicembre 2021

Il miracolo di Ibra salva il Milan contro un'Udinese da vergognarsi

La fantastica rete di Ibra al "Friuli" (foto sito Milan)
Udinese-Milan
termina 1-1, e per me, che sono mezzo friulano, dovrebbe essere il risultato perfetto.
Invece, se da una parte provo rabbia per i due punti persi dal 'mio' Milan, dall'altra, alla rete del pareggio dell'immenso Zlatan Ibrahimovic, mi sono portato davanti alla tv e, con ampio gesto del braccio sinistro, ho lanciato un meraviglioso "ciapél!" ai tifosi dell'Udinese, che si sono permessi di 'offenderci' durante la gara e che, soprattutto, tifano per un club ridicolo che, nella sua rosa, non vede nemmeno un giocatore che sia figlio di quella terra meravigliosa che è il Friuli.
Una volta il calcio italiano era l'espressione della 'Razza Piave', quel meraviglioso incrocio di geni che accorpava estro italico veneto-friulano, possanza atletica germanica e arguzia slava: oggi, grazie anche (si fa per dire) alla genuflessione al dio denaro da parte dei proprietari delle 'zebrette', devo vedere nella squadra tifata dai miei avi una mescolanza di meticciume afro-sudamericano, 'favelari' sparsi che manco sanno il significato di un 'mandi' o l'importanza di un 'taglio' nelle osterie 'furlane', gente che  prega Allah prima del fischio d'inizio o che, dopo il gol del vantaggio (vedi tale Beto), esulta con gesti scimmieschi battendosi il petto e alzando le ginocchia delle gambe in una patetica riedizione di "King Kong".
Di fronte a tanto sfacelo ci ha pensato 'Re Zlatan' a rimettere le cose a posto, esaltando i tanti tifosi milanisti presenti al "Friuli" ("Dacia Arena" no grazie).
A proposito di africani, uno dei nostri in campo, tale Tiémoué Bakayoko (vabbeh, sì, è nato a Parigi, ma non fatemi ridere...), è ormai sinonimo di 'schifo totale' ed è davvero incredibile come Stefano Pioli, il tecnico, non l'abbia ancora capito (a meno che non ci sia di mezzo il solito procuratore pretenzioso).
L'ammissione arriva alla fine del primo tempo, quando il nostro mister cambia tutta la mediana, ribaltando la squadra. L'iniziativa diventa finalmente rossonera, l'Udinese dei 'giargianesi' sbanda e finisce alle corde, ma per poco. I 'presunti friulani' riprendono in breve il comando delle operazioni, grazie all'ennesima 'genialata' del mister, che inserisce un Samu Castillejo rintronato ancora prima dell'ingresso. E' lui, con Brahim Diaz e Bakayoko, a raccogliere l'ideale sacco di letame che premia i peggiori in campo.
E' proprio mentre scorrono i titoli di coda che arriva il miracolo di Ibra, il mio gesto a ombrello verso la tivù, il "ciapél" liberatorio e un punto miserello che, seppure non appaghi una robusta cena sabbatica, potrebbe risultare salutare più avanti, magari in concomitanza di auspicabili sfighe altrui.

martedì 11 maggio 2021

Milan, le nuove maglie nello spirito di Move Like Milan

La nuova maglia del Milan in versione maschile e femminile
Sono Zlatan Ibrahimovic, Valentina Giacinti, Alessio Romagnoli e Franck Kessie alcuni fra i prescelti della galleria fotografica che il sito del Milan ha postato per presentare le nuove maglie per la stagione 2021-22, quella che, dopo il netto successo per 3-0 ottenuto sulla Juventus, potrebbe rappresentare quella del rientro nell'amata Champions League.
Nel comunicato pubblicato sul sito del club, si sottolinea come "il nuovo Home kit dell'AC Milan si ispira all'energia, alla creatività e allo stile di Milano. Il nuovo kit celebra il significato di 'Move Like Milan', riflettendo la rapida accelerazione della cultura della città mentre Milano si reinventa. Nel rispetto della tradizione e dell'impegno per l'innovazione, 'Move Like Milan' significa muoversi con passione ed eleganza cercando di andare oltre al concetto di Club di calcio".
E ancora: "La maglia presenta le iconiche strisce rosse e nere del Milan reinterpretate in varie larghezze in un unico design simmetrico, celebrando l'equilibrio creativo tra tradizione e modernità che dà origine a una nuova Milano, dal campo, alle strade fino allo skyline della città. Come un orizzonte di moderni grattacieli emerge nella città, così anche il nuovo 'state of mind' della città. I milanesi stanno abbracciando le influenze internazionali a un ritmo sorprendente, puntando lo sguardo al futuro, desiderosi di innescare una nuova era di creatività e innovazione per la sempre elegante metropoli".
Un concetto, quest'ultimo, piuttosto vago e fumoso, dettato più dalla solita verbosa demagogia dei designer più intellettuali che da un più ovvio e chiaro concetto di 'bello'. Non sarebbe più facile esprimersi con un 'ci piace di più così'?. L'importante, comunque, è che i colori siano quelli soliti, il rosso e il nero, a righe larghe, strette o alternate poco importa.

mercoledì 10 marzo 2021

La Gazzetta nerazzurra dimentica le minacce di Lukaku a Ibra

Parte dell'articolo pubblicato dalla Gazzetta online
La Gazzetta dello Sport prosegue nella propria campagna di 'interistizzazione', che da sempre la contraddistingue ma che quest'anno, complici i diversi problemi societari nerazzurri, cui ha fatto da contraltare la grande stagione sportiva, l'ha portata a incorrere in diverse 'topiche' molto poco giornalistiche e prese di posizione al limite della 'tifosaggine' più bieca.
A cominciare dalla difesa a spada tratta dell'Inter nella 'querelle' legata alla vendita della squadra. Il Corriere dello Sport, da Roma, ne aveva da pochi giorni minata la credibilità e la solidità economica. Guai! Il direttore della 'rosea', Stefano Barigelli, il 5 gennaio intitola il proprio editoriale “Chi vuole il male dell’Inter”, parlando apertamente di “cattiva informazione” e “false notizie”. Si sa poi come è proseguita la storia, con il gruppo Suning ridotto 'alle pezze' e costretto addirittura a gettare nella polvere la propria squadra cinese, lo Jiangsu, che su Wikipedia è ormai definito con la drammatica frase "è stata una società calcistica cinese con sede nella città di Nanchino". In pratica, non esiste più.
Si passa poi alla famosa prima pagina del 10 gennaio, con il clamoroso titolo antimilanista "Il Milan VAR", che giocava su presunti favori arbitrali avuti dal Diavolo nei confronti del Torino (il cui presidente, Urbano Cairo, è a sua volta presidente e AD della casa editrice della 'Gazza', RCS MediaGroup). Un'apertura che fece scalpore, peraltro nemmeno giustificata dai fatti avvenuti in campo. Vero, la Gazzetta dà 4 all'arbitro Maresca, chissà perché, mentre il Corsport lo promuove con un 6, dando 6,5 all'arbitro del VAR, Guida. Nel dettaglio, le due 'chiamate' del VAR, entrambe 'pro' Milan, vengono sempre giudicate corrette dal giornalista del Corriere. Perfino Tuttosport, lo storico quotidiano di Torino che dovrebbe stare sempre e comunque dalla parte dei granata, pur bocciando Maresca (5), sui rigori del Milan (in cui viene contato anche quello ricevuto contro dal Toro) sottolinea: "In realtà, a parte quello contro la Roma, si è trattato sempre di decisioni indiscutibili".
Passano poi sotto silenzio, e si ritorna alla situazione economica dell'Inter, le possibili ripercussioni di cui la stessa società milanese potrebbe rimanere vittima, da quelle più plausibili (problemi di mercato, futuro incerto) a quelle più drammatiche (penalizzazione di punti, in questo torneo o nel prossimo, esclusione dalle coppe). Insomma, per la Gazzetta in casa Inter scoppiano tutti di salute, sembrano tutti Lukaku.
A proposito del buon Romelu, è di poche ore fa la notizia del deferimento del belga di origine africana e di Zlatan Ibrahimovic sui fatti del derby di Coppa Italia. Niente razzismo, insomma, le frasi di Ibra non furono così terribili come qualcuno (la Gazza stessa) le aveva volute far passare. Rimane clamorosa però, la ricostruzione del fatto che fa la 'rosa' online. Basti prendere i momenti principali: "Tutto accade a fine primo tempo. Ibra incrocia lo sguardo del belga, sorride in maniera provocatoria e poi fa al nerazzurro: "Chiama tua mamma, vai a fare i tuoi riti voodoo di merda, piccolo asino"... Romelu ha capito subito il riferimento di Ibra, ovviamente. E infatti ha replicato: "Vuoi parlare di mia madre? Perché?". E poi: "Fottiti, tu e tua madre. Parliamo della tua, di mamma: è una p...". Si accenna solamente, e in maniera molto vaga, sul fatto che in realtà Ibrahimovic si sia messo 'in mezzo' dopo una reazione scomposta e violenta dell'africano a un fallo abbastanza pesante di due giocatori milanisti. Sul web la Gazzetta ha anche pubblicato una foto di uno dei momenti del fatto, poi rimossa: vi si vede un Ibrahimovic quasi irridente, con la scritta, più o meno (non ricordo il dettaglio, ma il senso era certamente quello): "Ibrahimovic sorridente minaccia Lukaku: 'Ti aspetto dopo'". Peccato che l'unica minaccia vera, che nel testo dell'articolo è sottaciuta, l'abbia lanciata Lukaku, durante la sua risposta allo svedese di origine slava: "Vuoi parlare di mia madre? Ti sparo in testa. Fottiti, tu e tua madre". Una versione, quella riportata da Il Giornale, ben diversa e assai più violenta e minacciosa di quella che riporta la Gazzetta, che aveva sposato la versione 'soft' anche nell'articolo del giorno dopo il derby di coppa, che aveva titolato 'opportunamente' "Insulti razzisti e alle famiglie" (ma proprio oggi è stato dimostrato che di razzista nelle parole pronunciate da Ibra non ci fosse assolutamente nulla).
Probabilmente non un caso, visto che il tutto si inserisce in un quadretto e in un 'trend' che il giornale sportivo milanese (sempre meno... sportivo) ha assunto da quando ha deciso di sposare in toto l'abbinamento ai colori del Biscione.

Qui sotto, tre delle cadute di stile della Gazzetta: nei confronti delle squadre milanesi, due pesi e due misure

mercoledì 3 marzo 2021

Sanremo 2021: Ibrahimovic vince il Festival prima del via

La foto pubblicata sulla prima pagina de "Il Corriere della Sera"
Zlatan Ibrahimovic ha vinto il Festival di Sanremo. Già prima del via, sciatto e scialbo come sempre, a dispetto dei grossi calibri scesi in campo per cercare di renderlo almeno accettabile. D'altra parte, il senso di mediocrità che pervade le 'canzonette' italiche è lo stesso predente nella storia della musica leggera italiana, troppo legata alla melodia e lontana anni luce da quel rock, unica vera espressione del sentimento umano moderno nel mondo delle sette note.
E così, in mezzo a un manipolo di cantanti confidenziali e guitti della musica leggera, Ibrahimovic è parso un 'mostro', un Johnny Rotten pronto a vomitare sul palco, 0un Prince capace di saltellare sul palco fra voluttuose groupi-music-girls, un David Bowie, che cammina sulla spiagggia sanremese, sceso dal suo yacht, canticchiando "Ashes to Ashes".
Il tutto mentre presunti artisti del calibro di Fedez (con rispetto per i Coma Cose, una delle poche band musicali contemporanee italiani degne di essere chiamate tali, sebbene presente a Sanremo con unbrano decisamente in tono minore) dai tatuaggi alternativi (forse...) si esibivano esprimendo il peggio della melensaggine nazionale.
Leggi l'articolo intero su Milano Reporter

martedì 2 marzo 2021

Sanremo 2021, bastano cinque minuti per cambiare canale

Le 'ombre' di Fiorello e Amadeus all'inizio del Festival 
Erano tanti anni che non vedevo il Festival di Sanremo, credo fosse il 1981, quando Alice si esibì nel mirabile "Per Elisa" scritto per lei da Franco Battiato. Avevo 16 anni, mi innamorai di quella splendida figura di donna selvaggia dalla voce profonda, ultimo vagito di un festival che già allora cominciava a declinare, assieme al mio interesse per quella musica sempre più scontata.
Quest'anno ho però ceduto alla tentazione di girare il canale del televisore sul programma storicamente più 'pecoreccio' della televisione italiana, dove la musica da strapazzo viene riversata nei cervelli dei telespettatori e rivenduta come nenia di successo.
Stavolta mi sono lasciato trascinare dalla tentazione di vedere Zlatan Ibrahimovic sul palco sanremese. Me lo aspettavo protagonista fin dall'inizio, come in una qualsiasi partita di calcio. Invece il festival è cominciato, come in effetti era logico aspettarsi, con le presentazioni del suo conduttore, il dj Amadeus, affiancato, e questo non lo sapevo, dal 'compagno di merende' Fiorello.
Un inizio drammatico e pagliaccesco, con una 'cover' di "Grazie dei fior" cantata da Fiorello, vestito in maniera altrettanto ridicola. Nessuna traccia dei fiori in sala (sia quelli di Nilla Pizzi che quelli di Sanremo), così come del pubblico. Applausi registrati. Una breve lettera vergata da Amadeus che avrebbe dovuto servire a mo' di 'scusa' per giustificare il perché una tonnellata di milioni di euro sia stata riversata sulla manifestazione sanremese mentre i lavoratori dello spettacolo e gli artisti di teatro, cinema e musica sono ridotti alla fame dalle farneticanti scelte di un Governo che non ha cambiato il ritmo delle chiusure senza senso.
Se a tutto ciò aggiungiamo la consapevolezza che, ad affiancare i due di cui sopra, ci sarà presto tale Achille Lauro (io ero rimasto all'armatore e presidente del Napoli...), un tizio orribile a vedersi e che, come conseguenza, deve anche essere orribile ad ascoltarsi, ho preferito lasciare scivolare i dati del mio 'share' altrove e ritornare ad ascoltare le simpatiche (e talvolta pure dotte) dissertazioni dei giornalisti-tifosi di "Qui Studio a Voi Stadio", il programma di Telelombardia dedicato, questa sera, alla partita Juventus-Spezia.
La mia speranza è che 'Ibra' non rimanga coinvolto nella solita buffonata parastatale in cui normalmente il festival decade senza speranza e che torni presto sui palcoscenici calcistici a lui più congeniali.

sabato 17 ottobre 2020

Ibra ammutolisce gli interisti, il Milan vince il derby

Ibrahimovic dopo il secondo gol (foto AC Milan)
Il 297° derby di Milano va al Milan, che si impone sull'Inter con un 2-1 che forse non rende appieno l'idea dell'ottima partita giocata dai rossoneri, che hanno avuto in Zlatan Ibrahimovic l'assoluto dominatore della gara, e autore della doppietta decisiva.
I rossoneri si portano così a 113 vittorie totali contro le 106 interiste e i 78 pareggi.
Con le due reti segnate, 'Ibracadabra' sale a quota 9 nella speciale classifica dei marcatori del derby (7 rgol segnati con i rossoneri, 2 con i nerazzurri, lasciandosi alle spalle, con 7 reti, i milanisti José Altafini e Louis Van Hege, e gli interisti Alessandro Altobelli, Roberto Boninsegna e Benito Lorenzi.
Particolare l'esultanza di Ibrahimovic dopo il secondo gol, con 'apertura e la chiusura della mano, come a voler zittire qualche critico interista della tribuna, che forse gli aveva rivolto qualche frase relativa alla sua età.
La realtà è che Ibrahimmovic, a 39 anni, ha deciso il derby di Milano.
Leggi anche: derby di Milano: le vittorie più nette di sempre

sabato 3 ottobre 2020

Juventus-Napoli, la 'furbata' di De Laurentiis può portare lo 0-3 a tavolino

Il 'tweet' della Juventus
Napoli
terra di sceneggiate e, come si sa, le trame di questi melodrammi spesso finiscono male. Ecco che, allo stesso modo, la 'furbata' ideata da Aurelio De Laurentiis per svicolare a un paio di assenze in vista della delicata sfida con la Juventus potrebbe ritorcersi contro la stessa squadra partenopea.
Di fronte alla scelta 'imposta' dall'ASL al club biancoazzurro di non muoversi dalla Campania e quindi non recarsi a Torino (negli ultimi giorni il club aveva registrato due casi di positività fra i giocatori, Elmas e Zielinski, e uno tra i membri dello staff).
Una situazione che, però, va a cozzare con le scelte appena dichiarate dalla Lega Calcio e che va contro gli obblighi di presenza cui tutte le altre squadre si sono dovute finora attenere (classico esempio il Milan, privato di Zlatan Ibrahimovic). Se il Napoli però pensava di averla 'svangata', forse però ha fatto male i calcoli, in quanto la Juventus, da parte sua, ha dichiarato che, domenica sera, scenderà regolarmente in campo all'Allianz Stadium: "La Juventus Football Club comunica che la Prima Squadra scenderà in campo per la gara Juventus-Napoli domani alle 20.45, come previsto dal calendario della Lega di Serie A", ha fatto sapere il club bianconero in un comunicato.
A questo punto pare inevitabile, ma anche auspicabile, per poter garantire la regolarità del campionato, che il Napoli subisca, nel caso non si presenti, l'inevitabile 0-3 a tavolino.

domenica 2 agosto 2020

Zlatan occhi di bragia: Ibra, l'uomo fuori dal coro

Zlatan Ibrahimovic protagonista su "Il Corriere dello Sport"
Zlatan occhi di bragia. Potremmo riassumere così lo sguardo di Zlatan Ibrahimovic, 10 gol in una manciata di gare, tutte confezionate nel girone di ritorno del Milan targato 2019-20, con in mezzo pure un infortunio che aveva fatto sorridere i tanti che lo avevano accolto con il labbro increspato (fra cui, ammetto, mi ci metto pure io), annuendo a inevitabili incespichi dovuti all'età avanzata.
'Ibra' è il divo fuori dal coro. Merito, anche, dei suoi occhi, di quello sguardo vivo, cattivo, vincente, che non ammette repliche, che esprime una personalità fortissima, capace di rimanere professionale ma, allo steso tempo, di prendere posizione, senza mai peraltro prenderla ufficialmente. Perché non avrebbe alcun senso fare una domanda politica a Ibra. Non ne capirebbe il motivo. E non vorrebbe essere sfruttato a fini di quella o quell'altra parte, a parte qualche 'tweet' di prassi, in cui, in maniera abbastanza laconica, inneggiava alla fratellanza fra i popoli (postò un filmato in cui due bambini, uno bianco e uno nero, si abbracciano, con la scritta "We are one").
Il fatto che non abbia mai mischiato la propria vita sportiva a quella privata è comunque un'ammissione politica, quella pretesa di autonomia che fa di Ibra l'uomo vero che ha dimostrato di essere sempre in campo. Contro ogni mistificazione, contro ogni demagogia.

Ibra al centro dell'articolo di "Tuttosport". Sotto la Gazza e ancora Tuttosport


mercoledì 8 luglio 2020

Sul trionfo del Milan l'ombra dell'addio di Ibra

L'Ibrapensiero sulla partita esplicitato su Twitter
Era il 27 agosto 1978, si giocava la finale del Trofeo Città di Milano, e il Milan che quell'anno si sarebbe laureato campione d'Italia, vincendo la 'stella', superò la Juventus per 4-2. E' questo l'ultimo risultato identico a quello espresso dal campo di San Siro la sera passata fra i rossoneri e i bianconeri, una rimonta storica che premia un Milan coraggioso e fortunato. A proposito, in quella calda e afosa serata agostana, io c'ero, assiepato nei distinti dietro la porta e sotto la Curva Sud. Ricordo perfettamente quei colpi forti dati al pallone, malmenato dai 22 in campo, proprio come questa sera.
Ha vinto la squadra più umile, che ha saputo mettere un gruppo di singoli di non grandissima qualità al servizio di un gruppo che, grazie anche al nuovo tecnico, si è fatto solido e roccioso, temprato dalle avversità di un inizio di stagione sciagurato e dalle decisioni di una dirigenza disorganizzata e, a tratti, perfino incompetente.
Resta il dubbio, uno fra i tanti, legato a Zlatan Ibrahimovic, che contribuisce a gettare un velo di tristezza alla fine della partita: "Resto al Milan? Vediamo, c'è ancora un mese per divertirmi, ci sono cose che stanno succedendo qua su cui non abbiamo controllo", ha detto lo svedese di origine slava, che ha poi proseguito lanciando un pesante indizio sul proprio futuro: "Può essere stata l'ultima volta che i tifosi mi hanno visto dal vivo. Sarebbe stato bello oggi con San Siro pieno. Perché lo dico? Leggete tra le righe".


lunedì 5 luglio 2010

Milan su Ibra e Camoranesi, dio mio che tristezza...

Camoranesi.jpg Cedere Ronaldinho per arrivare a Zlatan Ibrahimovic. Il Milan del XXI secolo, 'in bolletta' sparata, non dispone di alternative: cedere una 'stela' per arrivare a un'altra 'stella', mentre, incredibile mavero, il popolo del web dimostra quanto il tifoso rssonero sia cambiato in questi anni, risultando dispost a passare sopra tutto quello che rappresenta l'uomo Ibrahimovic, individuandolo come panacea di tutti i mali (e dimostrando notevole ignoranza, visto che lo 'svedese' ha dimostrato tutti i suoi limiti quest'anno proprio contro quell'Inter che dovrebbe contribuire a sconfiggere).
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martedì 22 giugno 2010

Voi gli lascereste baciare la vostra maglia?

Appena leggo queste cose mi vengono i sudori freddi, incrocio le dita e spero solo si tratti della solita 'balla'. Però l'indiscrezione che viene dalla Spagna, e non è la prima, ribadirebbe la volontà di Zlatan Ibrahimovic di indossare (e immagino a questo punto anche baciare) la maglia del Milan. Ne parla il giornale catalano 'El Mundo Deportivo', da sempre a metà tra finzione e realtà, ma certamente non proprio fuori strada, visto la fallimentare stagione dello 'svedese' al Barcellona e l'arrivo di David Villa in blaugrana.
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Vedi: Allegri, fumata bianca in via Turati
Vedi: Addio Rosato, eroe dei 'popolari'

mercoledì 26 maggio 2010

E' questa l'ultima vergogna? Ibrahimovic al Milan!

Cito direttamente da un venerabile blog milanista: "Dopo Yepes (34 anni) e il rinnovo a Inzaghi (38), si va verso il rinnovo di Favalli (39). Ma ci state prendendo per il culo?????" (con 5 punti di domanda, ndr). Tratto da MilanBlogClub. Basterebbe questo per far comprendere quale sia lo stato di disagio vissuto dal tifoso del Milan medio, dove per medio intendo di quelli semplicemente 'caldi', perché il tifoso rossonero è così, caldo e appassionato come pochi e più di altri, pronto a sostenere la squadra sempre, anche quando tutto sembra girare storto. Come ora, forse. Il trittico di nomi di cui sopra già basterebbe a fare ribaltare le balle al più 'soft' degli appassionati, ma invece non basta. C'è di peggio. Già. In queste ore è balzata infatti alle cronache la notizia, che ci si può solo augurare risulti infondata, di un interesse del Milan per Zlatan Ibrahimovic. Secondo il quotidiano spagnolo 'Sport' sarebbe quello il nome del giocatore (peraltro già quasi in rossonero nei mesi successivi a Calciopoli) su cui Silvio Berlusconi punterebbe per riattizzare l'entusiasmo della gente di fede rossonera.
Difficile pensare a qualcosa di più vigliacco e umiliante che vedere lo svedese di origine slava con la maglia del Milan.
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giovedì 23 luglio 2009

Ibra lascia il ritiro dell'Inter, lunedì sarà blaugrana

Un altro passo importante verso l’addio di Zlatan Ibrahimovic all’Inter si è compiuto nel tardo pomeriggio americano di giovedì: Zlatan Ibrahimovic ha lasciato il ritiro dell’Inter e se ne è tornato in Svezia. In pratica è arrivato il momento dei saluti e degli addii. Qualcuno avrà pure tirato un sospiro di sollievo. Come riporta anche il sito dell’Inter, dopo l'allenamento individuale del campus Harvard e il pranzo in hotel, lo svedese di origine slava ha salutato José Mourinho e la squadra prima di mettersi in viaggio per l’Europa. Cito il sito nerazzurro: ‘L'attaccante, in accordo con la Società, lascia il ritiro estivo 2009 dell'Inter negli Stati Uniti per far rientro in Europa a seguito della trattativa di calciomercato che lo riguarda’. Lunedì ‘Ibra’ verrà presentato a Barcellona con la sua nuova maglia. Vi posso anticipare fin d’ora che si dichiarerà tifoso della squadra blaugrana ‘fin da bambino’...

mercoledì 3 giugno 2009

Ibrahimovic, dopo esserselo fatto ciucciare
a lungo, vuole 'ciucciarlo' lui altrove...

Mamma mia quanto parla Mino Raiola, l’agente di Zlatan Ibrahimovic, l’attaccante che dopo ‘esserselo fatto ciucciare’, vorrebbe andare a ‘ciucciare’ da qualche altra parte. “Chi lo vuole deve venire a Milano” ha detto colui che cura gli interessi del giocatore più forte del campionato italiano (e dell’Inter). E ancora: “Se qualcuno vuole Zlatan, deve venire a Milano: il cartellino appartiene all'Inter. Io non mi sono seduto a un tavolo né con il Barcellona (più volte da citato dallo svedese di origine slava con chiari intenti decantatori, ndr) né con altre squadre. Guardiola è una persona intelligente” ha proseguito Raiola, “si vede in tutte le cose, anche in questa. Oggi Zlatan è il giocatore più forte al mondo, è l'unico che cambia il volto di una squadra (in Europa meno…, ndr). E' vero, non è stato determinante in Champions (ah ecco…, ndr), ma ce ne saranno altre”... Continua a leggere su Milano 2.0

domenica 17 maggio 2009

Come in un film di Sergio Leone l'Inter
ha scelto i match-winner contro il Siena

Non so più cosa dire dell’Inter. Mi aiutate voi? Dopo averne glorificato le gesta nel campionato nazionale, dopo averla inchiodata per l’eliminazione europea, dopo averne esaltato la forza nettamente superiore rispetto al lotto delle contendenti della Serie A e averne ‘sedato’ gli istinti un po’ troppo burleschi di ‘Mister Buster Keaton’ José Mourinho oltre che di alcuni altri bellimbusti di Via Durini, davvero su Inter-Siena non so cosa dire. La festa era già fatta, piccolo sgarro che il Milan si è voluto riservare con un gusto ‘alla Tafazzi’, i buoi erano nelle stalle e le auto fuori per le strade a strombazzare fin da ieri sera.

Quindi? Allora, tre gol, firmati da Cambiasso, Balotelli e Ibrahimovic.
Sì, forse sul 3-0 finale rifilato al Siena si può ricamare ancora qualcosa: i tre marcatori di questa serata sono significativi, ed esprimono al meglio l’Inter fiera e combattiva di quest’anno. Cominciamo da Esteban Cambiasso: lui ha sbloccato il risultato, e lui, dei tre, è quello che all’Inter gioca da più tempo. Una cosa tira l’altra. Il vecchio leone, quello che ha retto la bandiera nei momenti difficili, quello che quando gli ‘sero tituli’ riguardavano la bacheca nerazzurra era sempre lì, pronto con lo sguardo fiero. ‘scartato’ dal Real Madrid, all’Inter in cinque stagioni trovava sé stesso e una carriera vincente che il suo atteggiamento da esemplare professionista avrebbe meritato fin da prima... Continua a leggere su Milano 2.0

giovedì 7 maggio 2009

Moratti rassicura: Ibrahimovic potrà insultare
gli interisti almeno per un altro anno ancora

Zlatan Ibrahimovic resta, per fortuna, e così potrà insultare i propri tifosi (a insultare quelli avversari ci pensa Balotelli) almeno per un altro anno ancora. "Ibrahimovic è già stato confermato": poche parole, lapidarie, frutto della mente di un uomo tutto d’un pezzo, Massimo Moratti, intercettato dai giornalisti alla fine della riunione svoltasi in Lega Calcio quest’oggi.

Sono questi gli uomini che ci piacciono, quelli tosti, che non perdonano mai, quelli con cui non si sgarra. E così, dopo le bizze, le mosse di ju-jitzu, le dita sulla bocca e le mani a coppa lo svedese d’origine slava si è guadagnato la riconferma certa come bandiera dell’Inter ricampione d’Italia. Mi chiedo cos’altro potrà fare in campo. In effetti non era facile trovare qualcuno disposto a pagare i soldi per assicurarsi le ‘prestazioni’ dello Zlato, giocatore ambizioso e sopra la media (parole sue) con tanta voglia di Champions... Continua a leggere su Milano 2.0

mercoledì 6 maggio 2009

Ibra decisivo? Mica tanto, se si guardano i numeri...

Mi rendo conto che quello che sto per scrivere risulterà un po’ banale ai più, e me ne scuso in anticipo. Però vorrei chiedere, con un certo ritardo, a Zlatan Ibrahimovic: perché mai non hai zittito Old Trafford con la stessa protervia con la quale hai chiesto di tacere ai tuoi tifosi in quel di San Siro? E così, mentre Cristiano Ronaldo tappava, lui sì, la bocca dei fan interisti con la marcatura che metteva in cassaforte il passaggio del turno dei ‘red devils’, la tua unica rete siglata nella manifestazione più importante, in quella nella quale eri veramente chiamato a fare la differenza, risultava quella totalmente inutile segnata nel finale della partita con il Werder Brema, peraltro persa 2-1, e decisiva, questo sì (la sconfitta) nel costringere l’Inter a beccarsi proprio il Manchester negli ottavi. Totale del tuo impegno europeo: 8 presenze e 1 gol. Non sei mai stato decisivo.

Ma passiamo al campionato. Probabilmente ‘Ibracadabra’ sarà anche stato decisivo qui, ma nell’affossare le squadre di secondo livello. Basta vedere la tabella che ho compilato per rendersene conto. Lo svedese di origine slava non è stato in grado di segnare né contro il Milan né contro la Juventus, al momento seconda e terza in classifica, mentre con Fiorentina e Genoa, terza e quarta, ha realizzato tre marcature nel girone di ritorno...
Continua a leggere (e guarda le statistiche) su Milano 2.0.

martedì 5 maggio 2009

Kakà al Real, serve la smentita di 'papà', mentre Ibra vuol stare all'Inter ma giocare come il Milan...

Chi è che andrà nel Real Madrid di Florentino Perez? Kakà? Zlatan Ibrahimovic? Tutti e due? La domanda è più che lecita, viste le voci di corridoio (ormai giunte alla sala da pranzo) che circolano nella ‘Casa Blanca’, legate ai possibili trasferimenti dei due campioni rossonerazzurri. Partiamo dal brasiliano. Secondo la versione online di "As", si parla infatti del fatto che lo stesso padre (e rappresentante) di Kakà, Bosco Leite, avrebbe “già confermato alle persone a lui più vicine che il prossimo anno Kakà giocherà nel Real Madrid di Florentino Perez". Ovviamente quasi immediata la smentita, rilasciata al sito brasiliano Globoesporte e poi ripresa dal Milan stesso: "Non ho mai parlato di trattative che riguardino Kakà, né con il Real Madrid, né con altre società. Kakà pensa solo alle partite importanti del finale di stagione del Milan ed è totalmente concentrato sul Milan".Ok, se le cose stanno così davvero non ci verrà mai nemmeno per un momento il dubbio di mettere in discussione il futuro milanista del ‘bambino d’oro’.
Saltando sull’altra sponda del Naviglio, Mino Raiola, procuratore dello svedese di origine slava che veste il nerazzurro è sicuro... a metà: "Ora non esistono i presupposti, in futuro non posso saperlo... Continua a leggere su Milano 2.0

domenica 3 maggio 2009

Ma Ibrahimovic, che ha offeso 10 milioni di interisti, non deve chiedere scusa pure lui?

Non posso non citare il post dell'amico milanista detentore del blog Milano Rossonera. Poche parole le sue, ma una immagine spesa bene, legata al gestaccio che pare tanto felice abbia reso tutto l'ambiente interista... un'immagine che Vi ripropongo (con il link), giusto per non dimenticare... è un sito che merita veramente il suo, mi fai spesso sghignazzare di gusto. Bueno trabajo!