Uno dei tanti titoli dei giornali che hanno raccontato la vicenda |
Non starò a raccontare la vicenda (la troverete facilmente in rete), ma già i pulpiti da cui è partita inizialmente la storia (Fanpage e La Repubblica, forse su una imbeccata de Il Giorno) avrebbero dovuto fare alzare le antenne, per una storiella più degna di un pesce d'aprile che di un giornale serio.
Invece, pur di non perdere il tram del cosiddetto 'buco', tutti quanti, giornalisti di provetta esperienza e ciarpame vario, vi si sono buttati senza ritegno e senza controllo.
Eppure sarebbe bastato fermarsi a pensare e fare un paio di calcoli: una ricerca sui costi, gli effettivi risparmi e la compatibilità oraria di una scelta del genere con il lavoro svolto dalla sopracitata bidella.
Di fronte a tutti i giornali e siti che hanno abboccato alla storia, vale la pena citarne due che, con un minimo di logica più che di professionalità, l'hanno messa in dubbio: "Milano Città Stato" e "Trend Online". Va a loro il merito di avere rimesso le cose in ordine di fronte agli 'spacciatori' di notizie.
La vicenda della bidella napoletana è un piccolo esempio della totale ignoranza che alberga nel mondo di un giornalismo italiano che, quando è attaccato (spesso giustamente) strilla al complotto e al sovvertimento dell'ordine costituito e che troppe volte diventa servo e 'longa manus' di quello stesso potere, dalle vicende legate alle restrizioni sul Covid alle giustificazioni sul sostegno alla guerra in Ucraina a fianco di Kiev.