Il sacchetto con la mia cena, arrivato grazie ad Ali |
Non sono molto favorevole a questo sottoprodotto della 'consegna enogastronomica', spesso collegato alle 'catene' di ristoranti e fast-food, primi prodotti della Globalizzazione, e tendenti allo sfruttamento di manodopera sottopagata e, nella quasi totalità, straniera.
Fuori però, nella Milano di gennaio, faceva freddo, avevo voglia di un pasto caldo e così, in questo caso, mi sono piegato. Tre hamburger da McDonald's, trasportati in meno di venti minuti da Ali, che ha sfidato la temperatura glaciale per portarmi in orario i panini, ancora caldi sebbene, ma questa non è colpa certo di Ali, scarsi di salse, che ho provveduto personalmente a rimpinguare.
Al mio personale 'cameriere su due ruote' ho lasciato due euro di mancia, ringraziandolo con un bel sorriso e dandogli del 'lei'. Chissà perché, troppo spesso, decidiamo di dare del 'tu' agli extracomunitari, con un falso sentimento di amicizia, quasi un ammiccamento di confidenza che non esiste e non potrà mai esistere, perché troppo diverse sono le nostre vite. Il rispetto però, quello, non deve mai mancare, e sono lieto che Alì, con il suo sorriso e la sua 'professionalità', mi abbia ricacciato in gola alcune espressioni 'forti' che sono solito usare quando mi esprimo, a volte in maniera troppo frettolosa, sul mondo degli extracomunitari, clandestini o meno, arabi in particolare.
Al prossimo ordine, quindi. Per questa volta è stato un piacere.