Una delle 'bellissime' vie nei pressi della stazione di Ancona |
Strani bipedi dalle sembianze umane, dai colori oscuri e coperti di abiti che qualcuno oserebbe chiamare 'vestiti', circolano con i loro fagotti che, crescendo, avranno l'incomprensibile privilegio di essere chiamati 'italiani' (termine piuttosto oscuro anche a me, fautore del multiculturalismo, quello vero, di carattere asburgico).
Mi aggiro per cinque minuti nel vento di gennaio, osservo i negozi tipici locali, dal Bangla al Kepap, al rivenditore di orologi in stile 'Made in China', ambienti tutti rigorosamente contrassegnati dallo squallore più totale, luci al neon spente, insegne slavate, colori strappati alla mancata integrazione di una feccia umana accolta troppo in fretta fra i nostri confini e ormai impossibile da ricacciare da dove sia venuta.
Dopo questo breve viaggio nelle 'tipicità' anconetane, risalgo mestamente sulla 'tradotta' che mi porterà ad Ascoli.
Augurando agli abitanti di Ancona, ma ne sono sicuro, che oltre quel terribile Stige esista anche qualcosa di più umano, meglio se di anconetano.
Una panoramica della zona della stazione (foto Bordignon):