giovedì 13 febbraio 2020

Vauro, il perché della sua inutile presenza in tivù

Una vignetta di Pubble dedicata a... un uomo ubriaco!
Vauro, chi o che cosa è? Un nome, un cognome, una cosa, trattasi di animale, concetto bizzarro, essere multiforme o polimorfo. Di sicuro, è uno degli ospiti della trasmissione "Dritto e Rovescio", condotta da Paolo Del Debbio su Rete 4.
In ogni posto serve lo 'scemo del villaggio', la persona che diventa l'oggetto della derisione, oppure il capro espiatorio, il personaggio ieratico al contrario, la 'summa' del male.
Se un qualsiasi imbecille avesse espresso concetti negazionisti e offensivi nei confronti della Shoah e dello sterminio degli ebrei, sarebbe stato cacciato a pedate e messo alla pubblica gogna. Le affermazioni di costui sulle foibe sono passate invece sotto silenzio, giustamente ampliate dai media di Destra e dai social schierati in quel senso. Per il resto, mutismo. Vauro è ancora lì, criticato e insultato in un macchiettistico 'gioco delle parti' cui lui si presta, immagino sia perché lautamente pagato sia perché altrimenti in pochi si accorgerebbero dell'esistenza di questo omuncolo dall'accento strabico e dal gusto estetico orribile.
La sola consolazione è che però, il motivo ultimo e unico della sua persistente permanenza televisiva, è quello del rendere visibile a tutti quanto possa essere ripugnante, nella forma e nel pensiero, la presunta ideologia vetero comunista che ancora, purtroppo, alligna nel nostro Paese.