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lunedì 18 ottobre 2021

La Sinistra deride i lavoratori che osano protestare contro il Green Pass

Le cariche della polizia a Trieste da "Primato TV"
La Sinistra di regime si schiera a fianco della polizia
, a convenienza, quando si tratta di colpire i lavoratori dissenzienti, quelli che rimarranno senza uno stipendio per nutrire se stessi e la propria famiglia perché, come legittimamente riconosciuto dalla Costituzione, non intenderanno esibire il Green Pass per accedere al luogo di lavoro.
Purtroppo non siamo in Francia, dove le proteste delle maestranze sono più dure, senza quartiere e non terminano fino a risultato raggiunto.
In Italia l'approccio è da sempre più 'soft', tutti 'tengono famiglia', ma ciò non è bastato a evitare le cariche violente delle Forze dell'Ordine nei confronti dei lavoratori inermi e indifesi, riuniti in una manifestazione pacifica.
Da Sinistra, quegli stessi che sponsorizzano il ministro Luciana Lamorgese (quella che consente a punkabestia, drogati e isamici radicalizzatidi scorrazzare indisturbati per il nostro Paese) si permettono il lusso di ironizzare, come Ettore Rosato di Italia Viva, che definisce i portuali di Trieste "sparuta minoranza", mentre Stefano Ceccanti, del PD si lascia andare al puro sarcasmo, commentando le proteste di Matteo Salvini: "Un partito di destra che sta al governo e che è contro le forze dell'ordine è una novità assoluta". Un po' come un partito di Sinistra che si pone contro quei lavoratori che dovrebbe invece rappresentare.
Leggi l'articolo de "Il Primato Nazionale"

sabato 25 settembre 2021

L'inutile lezioncina della Lamorgese: mentre stranieri e rave devastano il Paese, si tappa la bocca agli italiani

Luciana Lamorgese (foto Il Fatto Quotidiano)
Il ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, prosegue con le sue inutili 'lezioncine' fondate sulla sabbia.
Mentre l'Italia viene percorsa da extracomunitari e stranieri in genere che rubano, stuprano e violentano, per non parlare degli italiani che scorrazzano a suon di rave party e spaccio di droga, tipo quelli dei centri sociali (collegati alla parte 'sinistra' del governo cui la Lamorgese è attaccata mani e piedi), la 'ministra' si mette a puntare il ditino sul cosiddetto 'fenomeno dell'incitamento all'odio', ovvero il mondo social, quello in cui si trova veramente di tutto, compresi ovviamente gli insulti smodati che naturalmente sgorgano in un ambiente dove la scrittura libera lascia democraticamente spazio al pensiero di tutti.
Ma per la Lamorgese, invece di affrontare i reali problemi del Paese, è più facile condannare le inezie che, peraltro, sono comunque irrisolvibili, a meno che non si voglia limitare anche le libertà di pensiero e di insultare, che devono essere sempre tutelate, anche se non ci piacciono alcune delle idee che dal web nascono e prosperano.
"Negli ultimi anni il fenomeno dell'incitamento all'odio per motivi di discriminazione è diventato un fenomeno sempre più invadente e corrosivo - dice la Lamorgese -. A favorirlo l'accessibilità delle tecnologie della comunicazione e l'anonimato che la rete offre". Parole vuote, ma che paventano il rischio, in un momento in cui la libertà di circolazione e di scelta sono già pesantemente limitate, di una ulteriore stretta al mondo del web e della libertà di espressione. Un atteggiamento di intolleranza assolutamente intollerabile. 
Personalmente sono favorevole a uno stato di polizia, certamente, ma verso chi delinque e non nei confronti di chi pensa con la propria testa. Si utilizzi pure il manganello contro chi occupa le case e chi danneggia la proprietà privata, non certo contro quei privati che esercitano, pagando le tasse, il proprio diritto a pensare, a disprezzare e perfino a odiare chi li rappresenti, evidentemente, molto ma molto male.

giovedì 2 settembre 2021

Luciana Lamorgese, il ministro fantasma reintroduce il reato di opinione

Una foto ANSA di Luciana Lamorgese dal quotidiano "La verità"
Fa piacere notare come finalmente, dopo mesi, ma forse anni, in cui le forze di polizia e di difesa italiane parevano relegate nella soffitta dei sogni dimenticati, siano finalmente tornate alla luce, prepotentemente impiegate nei confronti di quegli italiani, tutti pagatori di profumate tasse, che abbiano nella loro mente formulato uno psicoreato difficile da perdonare: ovvero il pensiero che, sulla questione Covid-19 ci sia qualcosa, e forse più di qualcosa, di assai poco chiaro.
Un qualcosa che riguarda la sua origine, che ci vorrebbero far credere proveniente da un orsetto lavatore dell'entroterra cinese, quando di lì a pochi metri opera indisturbato un laboratorio chimico militare che, guarda caso, proprio i coronavirus studia e produce.
Un qualcosa che riguarda la sua gestione, che ha gettato oltre il baratro economico e sociale milioni di cittadini nel mondo e in Italia certamente, in particolare quella piccola borghesia produttiva che, guarda caso (ci ripetiamo), vota nella sua gran parte orientandosi verso il Centro-Destra, lasciando praticamente intonse le condizioni di vita, se non migliorandole, dei cosiddetti impiegati pubblici e statali in genere, ovviamente fautori dello 'status quo'.
Un qualcosa che riguarda la sua cura, esercitata attraverso una serie di vaccini diversi tra loro, espressione di potenti case farmaceutiche, riconosciute a volte sì a volte no a seconda della provenienza geografico-politica della produzione, a volte mischiati senza coscienza fra prima e seconda iniezione, senza dimenticare che questi stessi vaccini non sono mai stati testati, al contrario di quelli classici che normalmente affrontiamo nel corso della nostra vita. E che, come conseguenza, vengono testati in questo stesso momento su di noi, lungo un corso temporale che riguarderà non solo quest'anno, ma anche i prossimi. Uno, due, tre, e forse di più. Al saldo del fatto che, se test su di noi vengono condotti, a questo punto è lecito intuire come su qualcuno di noi non venga iniettato alcun vaccino, ma il classico placebo che agli studiosi serve nel momento in cui si debbano tirare le somme conclusive su detti studi.
Ecco, a fronte di tutto ciò, chi osi esprimere un dubbio contrario viene sommariamente definito 'no vax', un po' come quando, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, bastava non essere stati comunisti per venire immediatamente bollati come 'fascisti' o comunque collaborazionisti della Repubblica di Salò e, come conseguenza, fucilati a un angolo di strada o, nel migliore dei casi, rapati a zero.
Escludendo e condannando, ovviamente, gli eccessi deliranti di alcuni dementi sobillati da alcune frange estreme di una certa presunta politica 'militante', su cui ovviamente alcuni media opportunamente 'teleguidati' hanno sguazzato come le cozze nella padella, abbiamo avuto la conferma dell'esistenza di Luciana Lamorgese, al secolo ministro dell'Interno confermato del Governo Draghi, detto anche 'il banchiere'.
Una vera e propria apparizione 'lourdiana', a lungo attesa ma mai concretizzatasi. Un miracolo degno dello scioglimento del sangue di San Gennaro e della scoperta dell'esistenza del Molise.
L'abbiamo attesa invano nella periferia di Milano ormai ridotta a una Casbah, attorno alla Stazione Centrale, dove maghrebini, africani e mediorientali in genere spacciano indisturbati e si prendono a bottigliate in testa un giorno sì e l'altro pure, nelle zone dimenticate dove trapper trasformati in improbabili musicisti 'convocano' le proprie truppe sballate per festini improvvisati a base di musica a tutto volume, ne abbiamo cercato invano le tracce durante i vari 'rave' organizzati lungo la penisola, in cui spaccio e distruzione regnavano indisturbati, ne abbiamo pregato la presenza mentre clandestini d'ogni dove, con la scusa di guerre strumentalizzate all'occorrenza, invadono sciamando per l'Italia e ancor di più ora, incapaci di distinguere tra un afghano, un pakistano e un marocchino, sempre più trasformandola in una succursale islamica.
Ad averlo saputo prima, sarebbe bastato gridare al 'no vax' molto tempo prima, una sorta di 'untore' manzoniano, per vedere spuntare vagonate di VoPos celeri, efficienti e spietati.
Ormai è questo il problema del mondo. Il No Vax. Lo si sostiene da sempre a Sinistra, pronta da tempo immemore a schierarsi sempre e solo con lo Stato e sempre e solo contro il Cittadino, ma ora lo si sostiene anche da una gran parte del cosiddetto CentroDestra, dalla pavida Forza Italia, impaurita dalle probabili accuse di sedizione, ma anche, orrore, dalla stessa Lega che, invece di abbattere la statua di sale della Lamorgese, ha deciso di chinarsi a una 'realpolitik' che l'allontana dalla propria base.
Per cui, ormai sempre di più, 'no vax' (dando per scontato che venga considerato tale chiunque osi sollevare la mano per porre un quesito o pretendere una spiegazione) uguali a Casapound, a quella Destra estrema che gira ancora con l'immaginetta del Duce nel borsellino, che si trova al 'campo' tal dei tali a braccio alzato urlando 'a noi' e che si iscrive al gruppo Facebook della 'X Mas' perché "quando c'era lui" era sicuramente meglio di "adesso che c'è lei".
Siamo ridotti a questo punto. A questo livello di caos, prima ancora mentale che istituzionale. Ma è difficile capire dove finisca il primo per far posto al secondo o se non siano invece entrambi intrinsecamente uniti in un abbraccio mortale.

lunedì 16 agosto 2021

Lamorgese in pieno delirio: gli incendi in Italia nascono da soli

Luciana Lamorgese (foto sito TgCom24)
Luciana Lamorgese come Greta Thunberg, ovvero il grande pregio di aprire la bocca per farne uscire aria, molto fritta.
Ha dell'incredibile la frase proferita dall'attuale, ahinoi, ministro dell'Interno italiano, quello per intenderci, che combatte gli sbarchi accogliendo a braccia aperte i clandestini e perorando la causa dello 'ius soli'.
L'ineffabile 'braccio armato' dell'ordine 'secondo loro' ha avuto la capacità di dire che, in realtà, gli incendi che stano distruggendo gran parte della vegetazione italiana, e non solo, non hanno necessariamente una 'regia comune'. Non avrebbero, insomma, un'origine dolosa. Nascerebbero da soli, per autocombustione, o peggio, per quella disgraziata teoria che piace tanto ai fautori di un mondo 'green', quella del 'riscaldamento globale'.
Le parole della Lamorgese sono state esattamente queste, riportate da TgCom24: "Non ci sono evidenze di una regia occulta che lega i roghi che sono scoppiati in varie Regioni. Certamente occorre una cultura volta a preservare l'ambiente e il territorio". Una cultura del territorio? Capito? La domanda che, da giornalista, avrei posto all'encomiabile ministro sarebbe però stata questa: "Mi perdoni, egregio ministro Lamorgese: ma che cosa cazzo vuol dire una cultura del territorio?". Già. Cosa significa al lato pratico? In pratica un bel nulla. La solita aria fritta di quel movimento pseudosinistroide carico di rimasugli millenaristi pentastellati che mischia inettitudine e demagogia 'thumberghiana', mentre l'unica risposta, come nel caso dei clandestini, dovrebbe essere quella di una dura repressione poliziesca. Che, purtroppo, il nostro Stato non conosce ormai più da anni, scivolato sempre più nel baratro di un vittimismo parassitario che ben si addice alla Lamorgese e ai suoi accoliti.

venerdì 30 ottobre 2020

Terrorismo islamico, dalla Lamorgese solo stizza e zero giustificazioni

L'articolo interno tratto dalle pagine de "Il Giornale"
Nessuna scusa. Nessuna giustificazione. Le poche parole con cui il ministro dell'Interno italiano, Luciana Lamorgese, ha cercato di spiegare la presenza dell'assassino che ha massacrato tre francesi nel nome dell'Islam, sono state prive di senso.
Il pluriomicida, terrorista islamico, è uno fra le migliaia di altri suoi compari sbarcati a Lampedusa e liberamente sparsi poi per l'Europa senza controllo ferire da parte delle autorità italiane.
Alle critiche dell'opposizione, alla ricerca di una risposta, la Lamorgese ha preferito rispondere piccata senza fornire né dati né numeri né uno straccio di azione, rispendendo al mittente le critiche, non si capisce perché. Insomma, assieme all'assassino proveniente dalla Tunisia, ne potrebbero essere sbarcati altri dieci, cento o mille, la Lamorgese non solo non lo sa, ma non ha fatto, non intende fare e non farà nulla per saperlo o per scoprirlo.
Anzi, il ministro dell'Interno ha perfino fornito una 'giustificazione' dell'aumentato numero di sbarchi, non attraverso le mancate azioni respingimento, ma a causa della problematica situazione economica della Tunisia dovuta al proliferare del Covid-19.
Porte aperte più che mai, insomma, perché i 'poveri tunisini' hanno il coronavirus (e quindi magari saranno pure infetti, mentre in Italia invece stiamo benissimo...) e per stare bene economicamente devono sbarcare nella 'terra promessa' italica ed europea...

La farneticazioni della Lamorgese commentate in un 'tweet' di Matteo Salvini

L'apertura de "Il Giornale"