sabato 8 marzo 2025

La demagocrazia europea e il nuovo miracolo: trasformare la guerra in pace

Foto di Christian Lue per Unsplash
I miracoli pare li facesse un signore vissuto duemila anni fa più spiccioli: alla fine lo misero in croce perché trasformava l'acqua in vino e, evidentemente, la cosa non piacque agli azzimati moralisti dell'epoca, cui aggiunsero qualche altra ed eventuale scusa.
Due millenni più tardi sono giunti a frotte, e tutti nati in Europa, i nuovi Messia pronti a miracolare il mondo con nuove imposizioni delle mani. Se però del fanciulletto nato nella capanna palestinese le gesta verranno ricordate nei libri di storia e di epica, di queste avanguardie dell'avanspettacolo dell'avantreno europeo rimarranno pieni, forse, i libri di psichiatria.
Pretendere di trasformare la pace in guerra, e viceversa, è cosa ben più ardua di un semplice miracolo.
Fra l'altro, se a fare 'sim sala bim' non sono degli accorti politici di lungo corso ma degli improvvisati chiacchieroni che hanno imparato il corso della diplomazia su bigini sgualciti venduti di quarta mano al Libraccio di turno.
L'Europa, quella che si compiace della propria democrazia 'autodafè', in cui chi dissente è semplicemente bollato come eretico e putiniano, si è riunita, sebbene in maniera piuttosto curiosa. Citando Marco Travaglio, non certo un estremista di Destra, a Londra "c’erano Turchia e Canada, che non sono in Europa. C’era la Gran Bretagna padrona di casa, uscita dall’Ue con la Brexit. C’erano Norvegia e Ucraina, che non sono nella Ue. Di cui mancavano 16 membri su 27: Austria, Belgio, Bulgaria, Estonia, Irlanda, Grecia, Croazia, Cipro, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Portogallo, Slovacchia, Slovenia e Ungheria. Un mischione coronato dai presidenti della Commissione e del Consiglio Ue, Von der Leyen e Costa, e dal segretario della Nato Rutte (altro intruso)". Insomma, un incoerente esercito di 'parvenu', che però si è permesso di parlare 'a nome di tutti'.
Fare la guerra così è facile, proclamarla ai quattro venti pure, specie quando sai che basta un Orban qualunque per bloccare il tutto esercitando il proprio sacrosanto diritto di veto (che infatti qualcuno vorrebbe eliminare), però almeno di fronte al mondo schierato dei tuoi elettori 'filo ucragni' (che dominano il web, ma poi per strada fai fatica a incontrarne uno) ti sei salvato la faccia, che facilmente confondi con il culo.
Questa è la democrazia baby, almeno di questi tempi, in cui un francese delegittimato dalle proprie elezioni, tale Macron, pretende di 'garantire' testate atomiche, roba da fare impallidire Chernobyl, all'Europa tutta (che ovviamente ne farà richiesta non si sa bene partendo da quale autorizzazione popolare): sono niente meno che 290 bombe atomiche, le famose 'eurobomb' cui si aggiungono gli 800 miliardi di euro pensati dalla baronessa tedesca Von der Leyen (un cognome che sembra uscito dal "Secondo Tragico Fantozzi") che butta lì questa bella idea per riarmare l'Europa revocando in automatico qualsiasi legge gli Stati membri possano avocare per ritagliarsi un piccolo spazio a favore di sanità, scuole e bazzecole varie.
La Germania, a sua volta, che non vuole essere da meno in questa ansia 'filo europeista' (democratica ovviamente, mica siam nazisti) decide di adeguarsi a suon di Parlamento: peccato che quello uscito dalle ultime elezioni, con la presenza della 'antidemocratica' AfD, rischierebbe di scivolare verso un drammatico pacifismo. Ergo tanto vale richiamare il Parlamento vecchio, tanto fino a poco tempo fa quello decideva, cosa c'entrano le elezioni? Se prima c'eran quelli, qualcuno li avrà pur votati, no? Per 'la democrazia de noartri' tanto basta.
Detto come l'Ungheria si possa tranquillamente ignorare, tanto Orban vuole la pace e quindi è automaticamente putiniano, fascista e razzista, per quanto riguarda la Romania, le cui elezioni avevano proclamato tale Georgescu campione (non necessariamente sdraiato di fronte all'Europa e quindi anche lui putiniano, fascista e razzista), lì le elezioni basta rifarle, ovviamente in maniera democratica. 
Finché non vinca il candidato che piaccia alla baronessa Von der Leyen. 
Eppure per me questo film "è una cagata pazzesca".

venerdì 7 marzo 2025

Il Forum delle culture di San Pietroburgo di scena a settembre

Il logo del Froum di San Pietroburgo
Il St. Petersburg International United Cultures Forum si terrà all'inizio di settembre di quest'anno, ha detto alla TASS il vice primo ministro russo Tatiana Golikova.
"Abbiamo accumulato l'esperienza nella preparazione del 'forum delle culture unite' e la stiamo migliorando di anno in anno. La piattaforma funziona con successo e riunisce personaggi culturali di tutto il mondo, nonostante il periodo COVID e malgrado alcuni Paesi abbiano tentato di cancellare la cultura russa. Il forum si terrà nella prima metà di settembre di quest'anno", ha detto la Golikova.
Il titolo della manifestazione, giunta alla sua 11.a edizione, sarà "Ritorno alla cultura - nuove opportunità" e le sue sedi, come da tradizione, saranno l'Hermitage, gli spazi del Museo di Stato russo e della Cappella accademica di Stato di San Pietroburgo.
Nell'ambito del programma culturale del forum ci sarà un concerto di gala di opera e balletto che inizierà nel Teatro Mikhailovsky. (fonte TASS)

Bandi Gilead 2025, sostegno a ricerca scientifica e associazioni di pazienti

Un momento dell'edizione 2024 (foto Bordignon)
Ha preso il via la 14.a edizione dei Bandi Gilead, un impegno che Gilead Sciences ha preso fin dal 2011 e che si rinnova anche quest'anno con l'Edizione 2025 di Fellowship Program e Community Award Program, i due bandi dedicati ai migliori progetti di natura medico-scientifica e socio-assistenziale nell'area delle malattie infettive, epatiche, oncologiche ed ematologiche.
“Quest’anno tagliamo il 14° traguardo dei Bandi Gilead. Un risultato importante che conferma la volontà di essere al fianco di chi, come noi, lavora quotidianamente su fronti diversi con l’obiettivo di migliorare le condizioni di vita e di salute nell’ambito di patologie gravi e di grande impatto sociale. – sottolinea Frederico da Silva, Vice President e General Manager di Gilead Sciences Italia – Un obiettivo che siamo consapevoli di non poter raggiungere da soli attraverso l’innovazione terapeutica che continuiamo a generare. Occorre anche il contributo della ricerca indipendente, della comunità scientifica nazionale, oltre a quello del volontariato e dell’attivismo espresso dalle piccole e grandi Associazioni del Paese. Con i Bandi Fellowship e Community vogliamo fare la nostra parte perché questo contributo si possa esprimere pienamente in una vera e propria sinergia.” – ha concluso Da Silva.

La Zakharova alla Germania: "Basta sostenere il terrorismo anti-russo"

Un'immagine di Maria Zakharova
Mosca consiglia vivamente a Berlino di valutare tutti i rischi associati al sostegno a organizzazioni terroristiche anti-russe come il Russian Volunteer Corps (RDK), messo fuorilegge da Mosca, ha affermato la portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova.
La Germania sta giocando col fuoco sostenendo tali gruppi, ha osservato durante un briefing la Zakharova, che ha ribadito che, sebbene al leader dell'RDK sia stato vietato l'ingresso in Germania, la sua causa nel paese "persiste", con le autorità tedesche che non prestano attenzione alle attività svolte dai membri del gruppo.
"Berlino sta giocando col fuoco interagendo con esso, e il fuoco potrebbe facilmente diffondersi in Germania. Raccomandiamo vivamente alla Germania di valutare i rischi associati al sostegno a tali organizzazioni. La Germania ha già avuto un'amara esperienza in questo senso", ha sottolineato la diplomatica russo. (fonte: TASS)

giovedì 6 marzo 2025

Popstar Show, l'imperdibile musical di scena a Monza il 30 marzo

Un momento dello spettacolo (foto Leali)
Loro sono Katy Desario, voce italiana emersa dal 'talent' "The Voice of Italy 2016", ed Eky Cahaya, indonesiano ma affermatosi ormai in Italia, vincitore di "All Together Now" e finalista a "The Voice Romania".
Nasce dal loro mix l'esplosivo "Popstar Show" che andrà in scena, dopo la 'prima' di Rivanazzano, al Teatro Villoresi di Monza domenica 30 marzo alle ore 18.30.
Katy ed Eki saranno i protagonisti di quello che può essere definito uno spettacolo teatral-musicale che unisce energia, emozioni e la grande musica pop di tutti i tempi, uno show coinvolgente in cui i due sono accompagnati dal vivo dalla MFV Band e da due bravissimi ballerini.
Con disegni di luci e una narrativa emozionante, canto, musica e danza accompagneranno lo spettatore all'interno della storia delle più grandi 'popstar' dal 1960 al 2000: dai grandi successi di James Brown e Aretha Franklin, passando per Michael Jackson, i Queen, Prince, gli anni '80 di Madonna e Tina Turner, fino ad arrivare a Britney Spears, Bruno Mars, Beyoncé e molti altri.
Interpretazioni, racconti, colpi di scena e cambi d'abito saranno il filo conduttore di un 'musical' carico di un’atmosfera in grado di coinvolgere il pubblico in un percorso di due ore che scivoleranno velocissime al ritmo della musica, cui si aggiungerà un'esibizione del Piccolo Coro Mimisol di Monza.
La direzione musicale è di Salvatore Arcadipane, che è parte della band composta anche da Andrea Motta, Marco Tassia e Riccardo Ierardi, mentre i ballerini sul palco saranno Luca Ferraro e Ylenia Raviola, per la regia di Toto Vivinetto.
I biglietti sono disponibili su TicketOne.it a questo link.

Qui sotto altre due immagini dello spettacolo (foto Leali):

mercoledì 5 marzo 2025

Trump rilancia il Sogno Americano: "No ai trans e fuori i clandestini, grazie a Musk"

La 'home page' di Fox News
E' stato un discorso senza ammissioni di repliche, come sempre. Donald Trump promette e mantiene. Il discorso allo Stato dell'Unione è stato l'ennesima dimostrazione di 'cambio di passo' da parte della nuova presidenza. "Ho fatto più io nei miei primi 43 giorni di ogni altro presidente", ha sentenziato Trump, che ha sferrato attacchi durissimi contro il mondo 'transgender': non sarà più possibile fare il cambio di sesso negli Stati Uniti e qualsiasi riferimento a essa verrà eradicato dal sistema scolastico.
Canada e Messico dovranno fare di più contro il passaggio dei clandestini, ma anche contro quello del fentanyl.
Per quanto concerne la sicurezza interna monito contro chi ucciderà un poliziotto: sarà pena di morte.
Elogiato anche Elon Musk, presente in aula: "Ti apprezzano anche i democratici", ha detto Trump.
Ha poi parlato di tariffe, ribadendo i dazi su Canada, Messico e Cina e ribadendo le prossime sull'Europa, ammettendo poi la possibilità di alcune 'piccole ripercussioni'.
Grandi applausi da parte dell'uditorio, qualche dissenso dall'area dove si erano radunati i democratici, con le donne vestite volutamente tutte in rosa in segno di protesta.
Emozionante il momento in cui il presidente ha incontrato, e premiato, il piccolo Devarjaye "DJ" Daniel, 13 anni, in lotta contro il cancro e da sempre con il sogno di diventare poliziotto. Trump lo ha insignito di un tesserino onorario di membro dei servizi segreti.

martedì 4 marzo 2025

Nuove opzioni per i bambini affetti da SMA, risdiplam autorizzato fin dalla nascita

Un'immagine della conferenza stampa (foto Bordignon)
L'AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) ha esteso le indicazioni di risdiplam approvando in Italia il trattamento per i bambini con atrofia muscolare spinale (SMA) fin dalla nascita.
Presenti, alla conferenza stampa di Milano, Giacomo Comi, professore ordinario di Neurologia presso la Fondazione I.R.C.C.S. Ca' Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano; Valeria Sansone, direttore clinico scientifico del Centro Clinico NeMO di Milano e professore ordinario di Neurologia dell’Università degli Studi di Milano; Riccardo Masson, neuropsichiatra infantile, Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano; Anna Maria Porrini, direttore medico di Roche Italia
Una notizia accolta con grande piacere da Anita Pallara, presidente di Famiglie SMA collegata da remoto, "poiché (permette di, ndr) poter usufruire delle opportunità terapeutiche disponibili fin dai primi giorni di vita dei bambini permette un ulteriore miglioramento della qualità di vita delle persone con SMA. – ha dichiarato  – Questa approvazione pone, inoltre, le basi per lavorare maggiormente sulla richiesta dell'estensione dei programmi di screening neonatale in tutte le Regioni d'Italia, per garantire in egual misura su tutto il territorio nazionale un dritto alla salute imprescindibile".
Negli ultimi anni i progressi della ricerca nell’ambito del trattamento dell’atrofia muscolare spinale hanno cambiato radicalmente le prospettive e la qualità di vita della comunità SMA. Grazie all’innovazione terapeutica si sta assistendo a un cambiamento dello sviluppo della patologia e delle indicazioni di utilizzo dei trattamenti a disposizione.
Risdiplam è una piccola molecola che permette di ripristinare la produzione della proteina SMN funzionale, riducendo così i sintomi della malattia e rallentandone la progressione.
Già approvato in più di cento Paesi, con oltre 16mila persone trattate in tutto il mondo e 700 in Italia, l’estensione del trattamento con risdiplam ai 'newborn' è stata sostenuta dai dati a due anni positivi dello studio RAINBOWFISH, da cui è emerso che, dopo due anni di trattamento, nessun bambino affetto da SMA incluso nello studio ha necessitato di ventilazione permanente, la maggior parte ha raggiunto le tappe fondamentali dello sviluppo neuromotorio, era in grado di deglutire e alimentarsi per via orale, e ha dimostrato capacità cognitive tipiche dei bambini non affetti da SMA in base alla scala cognitiva delle BSID-III.

Qui sotto altre immagini della conferenza stampa (foto Bordignon):

lunedì 3 marzo 2025

Mad Mood 2025, l''opening party' nel segno dell'ulivo

Marianna Miceli al Play Club (foto Bordignon)
Anche per il 2025 Mad Mood, il 'format' legato al mondo della moda ideato da Marianna Miceli, ha preso il via nella sua unica 'due giorni', parte fattiva della Milano Fashion Week.
Primo atto il VIP Party andato in scena al Play Club di viale Monte Grappa, per una serata intitolata "Radici di Bellezza – Ti regalo un Ulivo", che ha unito simbolicamente la città Milano e il Salento in un progetto di riforestazione e rigenerazione del territorio pugliese colpito dalla xylella. Sono stati infatti donati degli ulivi da piantare a 'brand' e nomi importanti, fra cui lo stilista Alviero Martini e l'attore Alex Belli, a cui sono anche stati consegnati un 'certificato di adozione' e un bracciale speciale.
Nel corso della quale sono stati consegnate le venti parrucche che Fondazione Speranza Eterna ha deciso di donare al reparto di Oncologia Medica dell'Ospedale Humanitas di Milano. A seguire una particolare degustazione enogastronomica, tra Salento e Brasile, con i migliori prodotti pugliesi – vino, olio, formaggi – e piatti esclusivi firmati dalla 'chef' brasiliana Cleide Rocha.
Lunedì 3 marzo il via alle sfilate, suddivise in tre blocchi, al Veranda Studio di via Rutilia. Anche in questa edizione, al fianco di molti giovani stilisti italiani, ci sarà una presenza di stilisti stranieri, provenienti da Montenegro, Bulgaria e Kazakistan: un nome su tutti quello di Aydar Khan, che anche per questa edizione sfilerà nella manifestazione milanese, portando con sé il meglio proposto dall'Aspara Fashion Week.

Di seguito altre foto della serata (foto Bordignon):








domenica 2 marzo 2025

Zelensky, tutte le 'gaffe' pronunciate alla Casa Bianca

La copertina del New York Post
Il Re è nudo: Volodymyr Zelensky ha perso tutta la propria credibilità nel confronto-scontro con Donald Trump, in cui si è palesata sia la sua pochezza diplomatica che la sua scarsità di uso della logica.
Ospite del paese più potente del mondo, quello che più di ogni l'ha aiutato economicamente e militarmente nella sua lotta 'spintanea' contro la Russia.
Peccato che gli Stati Uniti, dichiaratamente e senza nascondersi, siano da tempo alla ricerca di una soluzione pacifica, che peraltro dovrebbe essere quella più auspicata da tutto il mondo democratico. Cessare le ostilità e chiudere con lo sterminio dei militari, e dei civili, coinvolti nella guerra, siano essi ucraini o russi. E' la posizione ufficiale di Trump, ribadita nel corso della conferenza stampa congiunta, quello poi sfociata nell'ormai famosa lite passata alla storia fra i due leader politici.
Asserire che Vladimir Putin sia un assassino e un criminale non è stato certamente un ottimo 'incipit', visto che il russo dovrebbe essere l'altra parte a sedersi a un eventuale tavolo della pace. Una posizione che ha suscitato le ironie di Trump: "Vedete? Lui lo odia, è evidente che non si piacciono" ha detto beffardamente Mr. President indicando con le mani l'omino vestito nella sua consueta mimetica (senza mai essere stato a combattere al fronte).
E ancora, continuare a mettere come condizione pregiudiziale per la pace l'ennesimo aiuto militare americano non ha fatto certamente un bell'effetto. Sono ormai tre anni che l'Ucraina vive nel polmone artificiale degli aiuti occidentali, e sono tre anni che gli ucraini continuano a perdere terreno, armi e uomini.
Il fondo Zelensky lo ha però toccato al 40' di 'gioco', quando ha cominciato a sproloquiare, guardando dall'alto in basso, come se fosse un suo suddito, il vicepresidente degli Stati Uniti, JD Vance. Ergendosi a pari di Trump, dimentico della sua posizione, Zelensky ha redarguito Vance: non siete mai stati in Ucraina, non sapete come stiano le cose, voi seguite la propaganda russa, ripetete quello che dice Putin. Una serie di frasi che definire offensive sarebbe poco.
A quel punto è scattata la dura replica di Vance. Trump ha lasciato fare per qualche secondo, indeciso sul come agire. Poi è però arrivata l'ennesima illogica affermazione di Zelensky, che è giunto a proferire una velata minaccia. Il succo del discorso era che fosse solo grazie alla presenza ucraina che gli Stati uniti potessero dormire sonni tranquilli, altrimenti loro sarebbero stati i prossimi. Senza ulteriori specificazioni, se fossero i russo a minacciare gli USA o forse degli ucraini scontenti, o qualsiasi altra cosa.
A quel punto il leader della nazione che sta tenendo in vita la tua insignificante nazione, e senza il cui aiuto saresti morto e sepolto con la tua cricca da almeno due anni, è esploso, peraltro senza trascendere più di tanto, ma ricordando semplicemente a Zelensky di non potersi permettere di usare certe frasi a casa di Trump e degli americani.
Trump ha quindi rimesso il soldatino di stagno ucraino al proprio posto, assicurandosi anche il plauso degli americani più filo-ucraini e anti-trumpiani, toccati nel vivo dell'orgoglio dello Zio Sam.
Distrutto politicamente e umanamente, poche ore dopo Zelensky incassava l'appoggio (nemmeno totale) dei politicanti europei, anch'essi sempre più scollegati da una realtà nella quale l'Unione Europea non rappresenta più nulla.
Il tam-tam del 'mainstream' ha infatti già cominciato a battere la grancassa europea, i giornali del potere stanno tentando di aggrapparsi con le unghie al muro bellicista della 'demagocrazia' filoccidentale.
La tenda a ossigeno ucraina è però sempre più vuota, sebbene dopo la morte (politica, per ora) di Zelensky sia pronta ad accogliere anche quella dei rappresentanti europei.

sabato 1 marzo 2025

Zelensky attaccato al muro della Casa Bianca, Trump lo fa a pezzi

La smorfia di Zelensky durante il primo attacco di Vance
Una figura ingloriosa quella rimediata da Volodymyr Zelensky alla Casa Bianca, in quello che doveva essere l'incontro che avrebbe dovuto rilanciare i suoi propositi bellicisti nei confronti della Russia.
La visita del leader ucraino a Donald Trump si rivela così in un clamoroso autogol, che arriva, forse deciso o forse preordinato al 40' di un tempo durato poco più di 49', nella conferenza stampa congiunta prima del confronto bilaterale.
Qualche stoccata era già volata, tra farfugliamenti dell'una e dell'altra parte, con Trump che cercava di mordersi la lingua mentre Zelensky sparava a zero nei confronti di Vladimir Putin. "E' un criminale, un killer, un assassino", sproloquiava l'ucraino, con al proprio il ministro degli esteri, e l'ambasciatrice ucraina a Washington, oltre a due traduttori. "Nel 2014 io non c'ero', con me Putin ha sempre mantenuto la parola", replicava Trump, e lì era Zelensky a roteare gli occhi contrariato.
Dal pubblico dei giornalisti una domanda a Trump: "Ma lei se la sentirebbe di dire di appoggiare maggiormente l'Ucraina rispetto alla Russia?". "Io sono nel mezzo" la risposta tranquilla, con la spiegazione di voler evitare un bagno di sangue e la necessità di chiudere la guerra perché, ha ribadito Trump "io sono un uomo d'affari".
Fin qui, tutto nella normale diatriba di posizioni distanti ma non inconciliabili. Alla sinistra del presidente americano JD Vance e Marco Rubio. Uscita forse improvvida del primo, quando parla di voler impedire la totale distruzione delle città ucraine. "Le nostre città non sono distrutte", la replica di Zelensky, "le case sono in piedi, la gente ci vive e ci lavora, i bambini vanno a scuola, a volte magari nelle metropolitane se c'è rischio, ma viviamo una vita normale. Quello che dite voi è quello che dice la Russia", il senso delle parole di Zelensky.
Quindi la stoccata che fa scoppiare la bomba: "Putin con noi ha firmato 'cessate il fuoco' e non li ha mai rispettati, scambi di prigionieri che non ha mai rispettato. Che tipo di diplomazia pensate di poter usare con una persona del genere?". A questo punto è Vance a fare esplodere la miccia: "Noi pensiamo di usare quel tipo di diplomazia che salverà il suo Paese dalla distruzione", immediatamente seguita dall'accusa di mancanza di rispetto per il presidente e gli Stati Uniti.
A questo punto è intervenuto lo stesso Trump, mentre lo sguardo di Zelensky si faceva tra lo stralunato e l'imbambolato. "Stai giocando con la vita di milioni di persone e stai rischiando la Terza Guerra Mondiale" e "senza le nostre armi e i nostri soldi non saresti durato due settimane", mentre, balbettando, Zelensky replicava ironico, "sì, certo, tre giorni, come diceva Putin". A quel punto, dopo un momento in cui la discussione è parsa trascendere fino a oltre le parole, la conferenza stampa si è avviata alla conclusione. Un colpo con il palmo della mano da parte di Vance sul braccio di Trump, il pollice verso l'alto di un Zelensky pallido e imbarazzato.
C'è chi assicura che il litigio sia proseguito nel bilaterale. Di sicuro non c'è stato alcun accordo sulle terre rare ucraine e cc'è già chi parla di una possibile decisione di Trump di tagliare, o addirittura interrompere, ogni aiuto a Kiev.