venerdì 7 gennaio 2022

HIV: raccontare l'amore e lo stigma attraverso l'arte

Un'immagine della mostra (frame Bordignon)
Una mostra per raccontare l’HIV e il vissuto quotidiano di coloro che convivono con il virus in un periodo che, a sua volta, ha esteso la paura del contagio a tutte le persone, senza distinzioni preconcette.
Nel quarantesimo anniversario della scoperta dell'HIV è stata presentata la campagna “HIV Together we can stop the virus”, ideata da Gilead, una serie di opere visibili anche in realtà aumentata tramite una speciale app. Il tutto frutto della collaborazione fra i rappresentanti di dieci associazioni di pazienti e un gruppo di giovani artisti vincitori di una speciale Call4Artists, uno dei quali, Giulia Torino, racconta lo spirito della propria opera, Love UU. "Volevo parlare dell'HIV in un modo che fosse basato sulle relazioni che possono comunque andare avanti grazie alle terapie".
Ma come è cambiata la vita delle persone che devono affrontare l'HIV in questi anni? Lo spiega Daniele Calzavara, coordinatore dell'Associazione Milano Checkpoint.
"Oggi c'è una situazione complessa. Da una parte il progresso scientifico che ha dato tante speranze, dall'altra resta un problema culturale. Ancora esiste un forte stigma che pesa sulla testa delle persone con l'HIV".
Contemporaneamente è stato presentato “Stigma Invisibile”, uno speciale che anticipa una serie televisiva ideata da Michela Chimenti. "Lo speciale e la docuserie composta da cinque episodi si basano su due grandi perché. Perché la ricerca ha fatto passi da gigante e nessuno ne parla, e l'altro motivo, ovvero lo stigma nei confronti di chi ha l'HIV non ha ragion d'essere".