sabato 31 luglio 2021

La teoria dei gruppi di Tajfel dimostrata da una lunga attesa in Posta

Le poste di Corso Sempione a Milano, da Google Maps
Tre ore di attesa alle poste possono fare molto. Creare amicizie e veri e propri gruppi di 'condivisione del dolore'.
Mi è successo l'altro giorno in Corso Sempione, un ufficio postale senza colpe, per quanto riguarda il personale che, invece, al contrario, ha fatto il possibile per cercare di lenire, almeno a parole, l'ansia e la rabbia per un'attesa quasi infinita. Dalle 10.40 alle 13.40 di un giorno d'estate, vedendosi sfilare davanti, uno dopo l'altro, coloro che, correttamente, si erano muniti di appuntamento.
E, fra quanti erano lì, a sudare e aspettare, della teoria dell'identità sociale sviluppata dallo psicologo polacco Henri Tajfel, che analizza i processi di autosegregazione che si sviluppano nell'ambito dei gruppi umani, in cui un numero aggregato di persone si identifica attraverso qualcosa di comune (in questo caso l'esperienza dell'attesa spasmodica e degenerativa) che rende il gruppo diverso, migliore e contrapposto all'altro, quello, in questo caso, che costituisce il potere, non necessariamente costituito dai lavoratori dell'ufficio postale, ma da tutto ciò che opprime e costringe il 'gruppo' dei clienti all'insopportabile attesa.
Ho così potuto sperimentare su di me la tendenza a creare naturalmente gruppi, la simpatica chiacchierata con Barbara, che proprio la teoria di Tajfel mi ha spiegato, e che poi ho voluto approfondire.
Tre ore che avrebbero potuto essere insostenibili, se il gruppo creato appositamente 'in loco' non avesse provveduto a creare un rapporto costruito a base di sorrisi e parole di incoraggiamento.