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La notizia pubblicata dalla Reuters |
Arriva dal Pakistan, lo stesso Paese di cui era originaria
Saman Abbas, la giovane uccisa dai genitori in Emilia, un'altra efferata notizia legata al fanatico mondo islamico, quello stesso mondo che tenta pateticamente di nascondere i suoi intrighi e i suoi estremismi nelle trasmissioni televisive italiane in cui alcuni suoi rappresentanti sono indebitamente invitati: u
n poliziotto ha ucciso con un coltello da macellaio un uomo assolto cinque anni fa da un tribunale con l'accusa di, udite bene, blasfemia, dove per 'blasfemia' si intendeva una frase scritta sul social Facebook nella quale si recava offesa al profeta Maometto. Sì, nel libero mondo islamico, si può finire processo per blasfemia. Ma si può anche essere assolti. Il che però indigna i tantissimi credenti in Allah, Maometto e chi più ne ha più ne metta. E così,
Waqas Ahmed, il 'bestemmiatore' che, nel lontano 2016, era riuscito a evitare la galera, non ha potuto però evitare, ben cinque anni dopo, un altro tipo di giustizia. Non quella tremebonda divina musulmana, ma quella di un poliziotto che, da ben cinque anni, tramava la 'vendetta', perché un vero islamico non poteva certo lasciare libero un peccatore simile.
Abdul Qadir, questo il nome del poliziotto, della stessa tribù e villaggio di Ahmed, lo ha aggredito in un villaggio del Punjab, ferendo, durante la colluttazione, anche il fratello della vittima. Subito dopo si è consegnato alla polizia. D'altra parte, si sarà detto, se un omicidio è fatto nel nome di Allah, chi potrà mai criticarmi?