mercoledì 1 dicembre 2021

Dagli Stati Uniti e dal Cile un messaggio importante: abortire è assassinare un bambino

Le femministe vogliono poter uccidere un bambino così
Era finalmente ora che almeno il dubbio che l'aborto potesse venire considerato un reato venisse sollevata, senza il pericolo di venire bollati come 'oscurantisti satanici' da qualche femminista fallita alla vana ricerca di porre l'asterisco' sul 'gender' maschio-femmina.
Se la Corte Suprema degli Stati Uniti, in maggioranza, pare orientata a colpire il cosiddetto 'diritto all'aborto' e a sostenere la legge dello stato del Mississippi che vieta l'interruzione della gravidanza dopo 15 settimane di gestazione, in Cile la Camera dei deputati ha votato contro un progetto di legge che prevedeva la depenalizzazione dell'aborto entro 14 settimane di gravidanza, bloccando per un anno il dibattito parlamentare in materia.
Un curioso senso della vita, quello che da anni ci viene dall'estremismo femminista da strapazzo. Appassionato di astronomia, ascoltavo una di queste notti un programma dedicato a quegli esopianeti che, almeno in teoria, potrebbero ospitare la vita. Ma quale tipo di vita? Una vita scientemente sviluppata o virus, batteri, o forse un tipo di vita a noi ignota ma che si sia in qualche modo adattata a realtà diverse da quelle impostate sul carbonio. Quindi la scienza, quella comunemente accettata, considera 'vivo' un batterio cresciuto in un mare di titanio liquido. Eppure, queste 'streghe' da strapazzo, queste sottospecie di madri, questi rifiuti (anche nel senso della negazione) di tutto ciò che compone la famiglia, base e roccia su cui si costruisce l'unica opposizione al mondo globalizzato moderno, negano di vedere un essere vivente in un feto già sviluppato da settimane, se non da mesi.
Del resto la follia di pretendere il diritto di assassinare un umano che vive nella pancia di una donna è coerente con la pretesa di togliere la vita a persone 'scomode', come tetraplegici o depressi cronici, incapaci di adattarsi al mondo di plastica incorso di costruzione dalla fine della Seconda Guerra Mondiale.
Qualsiasi sia la sentenza che verrà emessa dalla Corte Suprema degli Stati Uniti, il punto fondamentale è quello di avere riportato l'aborto sotto la lente di ingrandimento della nostra quotidianità, rendendo chiaro a tutti ciò che un aborto è: l'omicidio di un essere umano, piaccia o meno alla strepitante femminista di turno.