La fantastica rete di Ibra al "Friuli" (foto sito Milan) |
Invece, se da una parte provo rabbia per i due punti persi dal 'mio' Milan, dall'altra, alla rete del pareggio dell'immenso Zlatan Ibrahimovic, mi sono portato davanti alla tv e, con ampio gesto del braccio sinistro, ho lanciato un meraviglioso "ciapél!" ai tifosi dell'Udinese, che si sono permessi di 'offenderci' durante la gara e che, soprattutto, tifano per un club ridicolo che, nella sua rosa, non vede nemmeno un giocatore che sia figlio di quella terra meravigliosa che è il Friuli.
Una volta il calcio italiano era l'espressione della 'Razza Piave', quel meraviglioso incrocio di geni che accorpava estro italico veneto-friulano, possanza atletica germanica e arguzia slava: oggi, grazie anche (si fa per dire) alla genuflessione al dio denaro da parte dei proprietari delle 'zebrette', devo vedere nella squadra tifata dai miei avi una mescolanza di meticciume afro-sudamericano, 'favelari' sparsi che manco sanno il significato di un 'mandi' o l'importanza di un 'taglio' nelle osterie 'furlane', gente che prega Allah prima del fischio d'inizio o che, dopo il gol del vantaggio (vedi tale Beto), esulta con gesti scimmieschi battendosi il petto e alzando le ginocchia delle gambe in una patetica riedizione di "King Kong".
Di fronte a tanto sfacelo ci ha pensato 'Re Zlatan' a rimettere le cose a posto, esaltando i tanti tifosi milanisti presenti al "Friuli" ("Dacia Arena" no grazie).
A proposito di africani, uno dei nostri in campo, tale Tiémoué Bakayoko (vabbeh, sì, è nato a Parigi, ma non fatemi ridere...), è ormai sinonimo di 'schifo totale' ed è davvero incredibile come Stefano Pioli, il tecnico, non l'abbia ancora capito (a meno che non ci sia di mezzo il solito procuratore pretenzioso).
L'ammissione arriva alla fine del primo tempo, quando il nostro mister cambia tutta la mediana, ribaltando la squadra. L'iniziativa diventa finalmente rossonera, l'Udinese dei 'giargianesi' sbanda e finisce alle corde, ma per poco. I 'presunti friulani' riprendono in breve il comando delle operazioni, grazie all'ennesima 'genialata' del mister, che inserisce un Samu Castillejo rintronato ancora prima dell'ingresso. E' lui, con Brahim Diaz e Bakayoko, a raccogliere l'ideale sacco di letame che premia i peggiori in campo.
E' proprio mentre scorrono i titoli di coda che arriva il miracolo di Ibra, il mio gesto a ombrello verso la tivù, il "ciapél" liberatorio e un punto miserello che, seppure non appaghi una robusta cena sabbatica, potrebbe risultare salutare più avanti, magari in concomitanza di auspicabili sfighe altrui.
Una volta il calcio italiano era l'espressione della 'Razza Piave', quel meraviglioso incrocio di geni che accorpava estro italico veneto-friulano, possanza atletica germanica e arguzia slava: oggi, grazie anche (si fa per dire) alla genuflessione al dio denaro da parte dei proprietari delle 'zebrette', devo vedere nella squadra tifata dai miei avi una mescolanza di meticciume afro-sudamericano, 'favelari' sparsi che manco sanno il significato di un 'mandi' o l'importanza di un 'taglio' nelle osterie 'furlane', gente che prega Allah prima del fischio d'inizio o che, dopo il gol del vantaggio (vedi tale Beto), esulta con gesti scimmieschi battendosi il petto e alzando le ginocchia delle gambe in una patetica riedizione di "King Kong".
Di fronte a tanto sfacelo ci ha pensato 'Re Zlatan' a rimettere le cose a posto, esaltando i tanti tifosi milanisti presenti al "Friuli" ("Dacia Arena" no grazie).
A proposito di africani, uno dei nostri in campo, tale Tiémoué Bakayoko (vabbeh, sì, è nato a Parigi, ma non fatemi ridere...), è ormai sinonimo di 'schifo totale' ed è davvero incredibile come Stefano Pioli, il tecnico, non l'abbia ancora capito (a meno che non ci sia di mezzo il solito procuratore pretenzioso).
L'ammissione arriva alla fine del primo tempo, quando il nostro mister cambia tutta la mediana, ribaltando la squadra. L'iniziativa diventa finalmente rossonera, l'Udinese dei 'giargianesi' sbanda e finisce alle corde, ma per poco. I 'presunti friulani' riprendono in breve il comando delle operazioni, grazie all'ennesima 'genialata' del mister, che inserisce un Samu Castillejo rintronato ancora prima dell'ingresso. E' lui, con Brahim Diaz e Bakayoko, a raccogliere l'ideale sacco di letame che premia i peggiori in campo.
E' proprio mentre scorrono i titoli di coda che arriva il miracolo di Ibra, il mio gesto a ombrello verso la tivù, il "ciapél" liberatorio e un punto miserello che, seppure non appaghi una robusta cena sabbatica, potrebbe risultare salutare più avanti, magari in concomitanza di auspicabili sfighe altrui.