La recente risoluzione ONU: Russia in minoranza... forse |
A dimostrare come la presunzione che Mosca sia isolata dal resto del mondo cosiddetto 'civile' (almeno secondo il nostro punto di vista) ci sono le recenti risoluzioni dell'ONU che, se da una parte hanno visto pochi Paesi schierati a fianco di quello di Vladimir Putin, dall'altra hanno segnato la presenza di un nutrito gruppo di Stati fra i cosiddetti 'astenuti', un modo che unisce il 'lavarsi le mani' della faccenda di cui si parla, ma anche il silente appoggio allo 'status quo', quello, appunto, che la Russia sta portando avanti in Ucraina.
E così, sebbene la risoluzione che condanni la Russia per la crisi umanitaria in Ucraina e inviti Mosca e Kiev a un immediato cessate il fuoco, sia stata approvata a larga maggioranza (senza però avere alcun carattere vincolante), in cinque hanno detto di 'no', Russia compresa, ovviamente. Oltre a lei Bielorussia, Siria, Corea del Nord ed Eritrea. E fin qui, ci si potrebbe anche accodare all'idea di una Russia isolata. Poi, però, basti dare uno scorcio agli astenuti: nomi di non poco conto, primo fra tutti quello della Cina che, nella realtà, ha finora espresso il proprio più totale sostegno a Mosca, definendo assurde le sanzioni comminate a Putin, al suo Stato e ai suoi amici oligarchi. Ma anche India e Pakistan, nazioni che raccolgono una buona fetta della popolazione mondiale e che, anche in campo economico, non sono assolutamente minoritari e, sicuramente, sono più importanti della miriadi di staterelli occidentali, dal Belgio alla Danimarca, dal Portogallo all'Austria, che hanno espresso il proprio 'sì' alla risoluzione. E ancora, molti Stati africani, come l'Algeria, che di petrolio e gas tiene gran riserve e che vanta antichi legami con la Russia, o come il Sud Africa, la nazione storicamente più 'occidentale' del continente africano.
Insomma, in totale, oltre ai cinque 'no', si aggiungono 34 'astensioni', per un totale di qualche miliardata di umani rappresentati.
Una conferma che, se il mondo non è proprio a 'vantaggio' di Putin, non è nemmeno contro, ennesima bugia figlia della propaganda filoamericana che, passi per l'ormai cadaverico Joe Biden in cerca di riscatto dopo la precipitosa e vigliacca fuga dall'Afghanistan, forse non avrebbe dovuto trovare il consenso di un 'governo in cerca d'autore' come quello italiano, nelle mani ancora in cerca di un elettorato consensuale del banchiere per eccellenza, Mario Draghi.