sabato 10 febbraio 2024

Giorno del Ricordo: Foibe, si attendono ancora le scuse della Sinistra

Il Giorno del Ricordo celebrato nel 2020 in Regione Lombardia
Forse delle semplici 'scuse' non basteranno mai per dimenticare le atrocità commesse dalla marmaglia dei partigiani comunisti, che hanno trucidato migliaia di italiani sul finire di quella che fu una vera e propria guerra civile, legata alla Seconda Guerra Mondiale.
Forse non basta un semplice Giorno del Ricordo per fare pari e patta con il mondo criminale di chi ancora sostiene di essere stato dalla parte 'giusta' della storia, giustificando così i propri crimini nei confronti di chi, un po' per caso e un po' arbitrariamente, è stato ritenuto essere dalla parte 'sbagliata' della stessa.
Al termine della quale la Sinistra ha sempre rifiutato ogni tentativo di riappacificazione e di superamento delle ostilità, mantenendo intatto l'odio per il 'diverso'.
In queste ore, le uniche parole di condanna sono arrivate dal presidente Sergio Mattarella e dagli esponenti della Maggioranza, mentre si resta in attesa di frasi esplicite di condanna da parte di quelli della Sinistra.
Oggi, perfino quando la legge ha sdoganato il 'braccio teso', dalla parte dei nipoti dei partigiani si prosegue con la litania di "Bella Ciao" e con il motto di "Uccidere un fascista non è reato".
Peccato che, nelle foibe, la maggior parte degli assassinati non fossero fascisti, ma persone normali che, magari avevano avuto il solo 'torto' di restare fedeli a un giuramento prestato e di non essere fuggiti sulle montagne, passando solo nel dopoguerra dal ruolo di traditori a quello di eroi.
Ricordare le foibe diventa quindi un modo per onorare la dignità di chi ha preferito difendere la propria Patria dall'invasione di eserciti stranieri che, qualcuno, secondo la storiografia della propaganda, ancora si ostina a chiamare 'liberatori'.