giovedì 23 aprile 2020

Patty Pravo, se vivere oltre il limite diventa un'arte

Patty Pravo
Una Patty Pravo d'annata è stata quella raccontata attraverso le sue canzoni da "Patty Pravo Special", andato in scena questa notte su Rete4. Una ri-scoperta utile, perché mi ha consentito di ascoltare alcuni brani colpevolmente dimenticati di una cantante 'avanti' rispetto al proprio tempo, e anche rispetto a questo.
Tante le sue canzoni splendide ma, oltre alle classicissime "Ragazzo triste", "La bambola", "Pensiero stupendo" e "Pazza idea", altre (a me) meno note ma altrettanto originali, come "Johnny", "Se perdo te", "Pigramente signora", "Menù", "Una donna da sognare", "Contatto" e "E dimmi che non vuoi morire", quest'ultima affiancata a un duo di 'stelle' della musica italiana, Vasco Rossi e Gaetano Curreri, leader degli Stadio, brano presentato all'edizione 1997 del Festival di Sanremo.
Tutte le sue canzoni sono corredate dalla sua voce e dalla sua vitalità, dalla sua interpretazione teatrale, dal suo abbigliamento sempre ricercato ed elegante. Ineluttabilmente belli, un po' come i film interpretati da Christian Bale.
Patty Pravo mi piace per il suo essere dandy ed eccessiva anche se non ne avrebbe bisogno, perché esce dai canoni ma sarebbe bella uguale anche se nei canoni ci rimanesse, perché nell'Italia bigotta e limitata di quei tempi e di questi, le è stato sufficiente un'inarcare di sopracciglia e una vita vissuta oltre il limite per salire alla ribalta e accecare un 'popolo della musica' che ha preferito applaudirla per il suo meraviglioso senso estetico che per la sua eccezionale carica artistica.