Nicola Porro |
Porro, con cui condivido spesso opinioni sul disastroso governo italico, questa volta, a mio avviso, ha preso una vera e propria cantonata.
La trasmissione "Quarta Repubblica" che l'ha riportato su Rete 4 dopo lo stop dovuto alla malattia, è stata infatti incentrata sulla necessità, secondo Porro, che avrebbero gli italiani, di riacquisire una presunta libertà smarrita, vittime di un'altrettanto presunta dittatura governativa (peraltro esistente, questo sì, nell'organizzare il mainstream mediatico).
Porro 'santifica' presunte e contestabili necessità dei bambini, spalleggiato da una incommentabile Hoara Borselli, vaneggiante di presunte restrizioni poliziesche delle nostre libertà personali, e da un Vittorio Sgarbi sempre pronto a lanciarsi in vibranti perorazioni a favore dell'apertura di mostre e musei, un 'copia e incolla' di un altro 'genio' recentemente espressosi su un tema analogo, il buon Matteo Salvini, con il suo accorato appello all'apertura delle chiese durante la domenica di Pasqua.
Bambini, ciclisti, camminatori, lavoratori, cittadini, varie ed eventuali, tutta una umanità che, secondo Porro, piange l'insopprimibile necessità di aprire la porta di casa per sottrarsi alle angherie della propria famiglia.
Peccato che, secondo un sondaggio Tecnè illustrato dallo stesso Porro, il 92% degli italiani ritenga lecito subire una limitazione delle proprie libertà per combattere il virus. Che, va aggiunto, non rappresenta alcuno sfregio alla libertà di chicchessia, ma una ragionevole presa di coscienza verso un problema che riguarda tutti noi, come lo stesso Porro ha peraltro avuto la sventura di provare su se stesso.