giovedì 23 aprile 2020

Chi ha paura di Benito Mussolini?

La presentazione originale dell'opera
La Festa della Liberazione si avvicina ed è bene prepararsi a un vero e proprio assalto di banalità condite da una nave carica carica di demagogia, luoghi comuni e orgoglio nazional patriottico, reso speziato dal Coronavirus.
Un Coronavirus che, con la sua tragedia, ci ha per lo meno risparmiato di venire attaccati dalla 'gioiosa macchina da guerra' dell'ANPI e dei suoi amichetti, di cui invece siamo rimasti vittime causa la Giornata della Memoria, una serie ininterrotta di tragedie ebraiche dale quali siamo stati sconquassati per lunghi mesi, mentre ovviamente qualcuno si premurava di lasciare pallidi ed emaciati in un cantuccio i ricordi delle Foibe.
E arriviamo così a Benito Mussolini, protagonista di questo post, che con la sua persona, nel bene e nel male, ha contraddistinto un ventennio di storia italica. Tanto che il Corriere della Sera ha deciso di dedicargli una serie di libri il cui primo numero uscirà proprio in questi giorni. Finalmente l'Italia è riuscita a superare quel provincialismo che la rende schiava delle tristi rivisitazioni della storia partigiana? Sembrava troppo bello, infatti. Ecco la pubblicità della serie di inserti scatenare l'indignazione. Di chi? Della gente comune? No di certo perché quella, giustamente, se ne frega, di Mussolini, del fascismo e di un passato morto e sepolto una guerra mondiale e una pandemia fa. No, gli 'indignati' di turno sono i giornalisti del cdr del quotidiano milanese. E 'sti cazzi... Insomma, questo gruppo di innominati ha deciso che il 'popolo' italiano sia talmente coglione da doverlo 'istruire' a furia di una becera propaganda da Minculpop in salsa rosso antagonista.
Il nefando comitato di prodi giornalisti ha così vergato il proprio partigiano sconcerto, riferendosi ovviamente al direttore: “Volevamo rassegnarti il nostro sconcerto e quello di tanti colleghi per la pubblicità apparsa oggi a pagina 34 del nostro giornale. Non vogliamo entrare nel merito delle scelte di chi decide i contenuti da vendere in allegato con il Corriere della Sera, ma pubblicizzare l’uscita di una collana sul 'Ventennio che ha cambiato l’Italia' con tanto di foto di un sorridente Benito Mussolini in una piazza stracolma di gente è sicuramente molto discutibile. Inoltre riteniamo decisamente di pessimo gusto programmare l’uscita del primo numero della collana per il 24 aprile alla vigilia dell’anniversario della liberazione dal nazifascismo. Se non è più possibile rinviare ad altra data l’uscita della collana, almeno ti invitiamo ad una maggiore vigilanza sulle pagine promozionali inserite all’interno del giornale per salvaguardare la qualità del nostro lavoro quotidiano”.
La versione 'opportunamente' corretta
Su una cosa sono d'accordo con i patriottici e indignati colleghi: la data d'uscita dell'inserto. Mi chiedo invece quale sia il problema di pubblicare una foto con folla plaudente se non quella di negare l'evidenza, ovvero che il fascismo fu un movimento di massa, piaccia o non piaccia ai 'compagni' cattocomunisti, che coinvolse milioni di persone entusiaste.
Tant'è, il mondo distopico, di una verità surrogata, di un bel tuffo in "1984" è già qui, e in questo modo la pubblicità del Corriere è stata pertanto totalmente capovolta: il titolo “Il ventennio che ha cambiato l’Italia” è diventato “Il ventennio che ha sconvolto l’Italia”, il balcone con un Mussolini sorridente propone un Mussolini serio e corrucciato, il pubblico sullo sfondo è sparito. Anche la presentazione è stata cambiata, come nemmeno in quel tanto vituperato mondo retto dal fascismo si sarebbe potuto pensare: la frase “pagine avvincenti che ripercorrono origini e sviluppo di un fenomeno politico cruciale per la storia del nostro Paese tuttora al centro di polemiche e divisioni” è diventata “pagine che ripercorrono origine e conseguenze del fenomeno politico più pesante della storia del nostro Paese, tuttora al centro di polemiche e divisioni”. Non viene risparmiata nemmeno la chiosa. Quella vecchia era “Una collana di grande attualità per riflettere sulla vulnerabilità della libertà umana e della democrazia”. Opportunamente, si fa per dire, sostituita da “Una collana di grande attualità per riflettere sulla vulnerabilità della democrazia, in occasione dell’anniversario della Liberazione”. Buona libertà a tutti.