Gli 'statisti' citati da "La Repubblica" nell'articolo anti Trump |
E così gli ultimi giorni si sono riempiti di prime pagine dedicate alla 'Nuova Destra' che scende in piazza, in cui vengono curiosamente dimenticate le pagliacciate di ANPI e altri ex combattenti ex tutto che, il 25 aprile prima e il 1° maggio poi, sono scesi in piazza somministrandoci la consueta litania sui 'valori della resistenza'.
Pur di rimestare nel torbido ora si dà, ovviamente, addosso a Donald Trump, cui è stata sommariamente data la colpa della morte di George Floyd, ucciso, in una città governata da un sindaco ebreo democratico di sinistra, da un poliziotto che già aveva compiuto atti di violenza ma che nemmeno era stato indagato da un procuratore donna, Amy Klobuchar, che avrebbe dovuto correre alla vicepresidenza per Joe Biden, espressione antitrumpiana per ecellenza. Ma la colpa, per "La Repubblica" (e non solo) resta di Trump. Un po' come in Italia, dove la colpa è di Salvini. O in Europa, dove la colpa è di Orban.
Così, l'argomento principe del 2020, dopo il coronavirus, è la morte di Floyd, scusa rigeneratrice degli spiriti eternamente sconfitti di chi vota a Sinistra.
Fino ad affermare che, dietro le violenze avvenute dopo la morte del nero di Minneapolis ci siano i suprematisti bianchi. Che sia colpa di Trump se la polizia, di fronte a disordini incommentabili e da guerra civile, si permetta di caricare i 'dimostranti' (in realtà bande di violenti e criminali).
Fino ad arrivare a regalare più di mezza pagina alle rimostranze di Paesi come Iran e Cina (cui viene aggiunta la Russia), dei quali, per carità di patria, vengono ammesse le politiche - come dire? - un filino dittatoriali. Insomma, si arriva a fare un paragone fra lo Stato che, nel bene e nel male, rimane comunque un punto di riferimento democratico per le nazioni di tutto il mondo, e due fra le nazioni più sanguinarie e monolitiche del pianeta. Espressione guarda caso delle due ideologie più infette mai esistite, che solo noi, figli degeneri di una Europa un tempo rispettata e temuta, abbiamo accolto senza ritegno nei nostri confini: il comunismo e l'islamismo.