domenica 26 aprile 2009

Kirlian Camera tra sogni gotici ed elettrodark romantico: dolce Elena, ora dammi la mano...

Non è semplice parlare di Kirlian Camera perché sono molte le sensazioni assorbite nelle due ore del concerto tenutosi venerdì sera al Midian di Cremona, un tugurio spettrale dove il dark di campagna si mischia alle aspirazioni macabre degli appassionati del genere, fra teschi, candele, piccole bare ripiene di ossa finte e tavoli di legno a forma sempre di cassa da morto, per un’atmosfera eccessivamente kitsch fortunatamente nascosta dalla luce fioca e rossa del locale, questa sì, inquietante e tenebrosa. Come la voce di Elena Alice Fossi, dolcissima anima persa del gruppo, nato dalle corde di Angelo Bergamini quando la vocalist era ancora bambina (o probabilmente doveva ancora nascere), in quel 1980 di cui venerdì sera si respirava tutta l’essenza, attraverso il sound, l’atmosfera, il look, il sorriso velato degli astanti, piccole marionette vestite di tutto punto per la festa della sera, immagini dark proiettate su di un palco con un centinaio di persone, per una serata da ritagliare e inserire tra le gemme del proprio cuore, perché fatta di sangue, versato e bevuto, sognata e raccolta nell’immagine sensuale di Elena e del sogno rappresentato nelle due ore di concerto del Midian.

Ma cosa è Kirlian Camera? Io non posso spiegarvelo, perché ognuno lo interpreterebbe a modo suo. E’ new-wave allo stato puro, indecifrabile, talvolta un po’ saccente, un sound che mischia elettronica, pop aggressivo e dark, ritrovando sonorità ‘bianche’ che parevano ancorate proprio a quegli anni, da dove i Kirlian Camera provengono, e che offrono come punti di riferimento ‘mostri sacri’ come gli Ultravox e John Foxx, per i quali la stessa Elena nel backstage ci ha confessato tutta la sua passione (ma dubito che li abbia visti al Palalido di Milano nel 1982, più o meno, come fece il sottoscritto…).

Tensioni romantiche
, fantasie nostalgiche, melodie struggenti, che la voce della Fossi e le magie di Bergamini hanno reso palpabili, e poco cambia se qualcuno in tutto ciò, invece di ricordare “Hymn” degli Ultravox (riproposto nel ‘live’ cremonese assieme a quasi tutti i pezzi che hanno fatto la storia dei KC) abbia preferito ricordare i non pochi equivoci generati da alcune ‘uscite’ del gruppo stesso, che non ha mai cercato di mitigare una certa vicinanza a echi estetici di carattere nazifascista. La stessa apparizione dei ‘nostri’ sul palco, tutti in fila in abiti e passamontagna neri, con tanto di croce rossa sulla fronte e mani giunte, ha lasciato ampio spazio alla fantasia dei presenti.

Elena gioca con la s
ua immagine, gioca con il suo corpo, vestale della notte ma anche ragazza semplice che ama divertirsi sul palco senza mostrare, e questo potrebbe apparire strano guardandola, alcun atteggiamento da diva. E’ gentile (nel senso più arcaico del termine), osserva, ammicca, sorride e ringrazia il pubblico per ogni ovazione emessa alla fine delle canzoni. E ognuno dei presenti ha elaborato, a modo suo, il messaggio preferito dalla musica dei KC, proprio come si faceva negli anni ’80, ognuno con la sua testa, ognuno per sé, lontano dagli altri, perché non serve essere massificati quando abbiamo il nostro cervello da sollecitare: e così qualcuno è stato schiavo di una potente signora della notte, qualcun altro è diventato padrone di una bambolina cattiva, oppure complice di una ragazza che, a fine concerto, ha saputo palesarsi per ciò che è, una dolcissima ‘fanciulla’ della porta accanto. “Hai visto John Foxx quando è venuto recentemente a Milano?”, le ho chiesto alla fine del concerto. “No, in realtà esco pochissimo, e nelle discoteche vado più che altro quando mi capita di suonarci”. Mi inchino, dolce Elena, raccolgo la tua mano guantata e la sfioro con le labbra senza toccarla. E’ stato un piacere.

I Kirlian Camera dal vivo, in questo caso al Gothic Festival di Waregem del 2007


(le foto del post sono state scattate da Massimiliano Bordignon, cioè io!, e sono tutte relative al concerto di Cremona di venerdì 24 aprile)