Il torrente Vermigliana |
Lo studio, dal titolo “Environmental risk classification of emerging contaminants in an alpine stream influenced by seasonal tourism”, rende possibile prevedere la concentrazione di contaminanti emergenti, quali farmaci e prodotti per la cura della persona che, attraverso gli scarichi dei depuratori, raggiungano i torrenti a valle.
Le concentrazioni stimate dall’algoritmo sono state pi confrontate con quelle ritenute di salvaguardia per l’ecosistema acquatico, secondo le linee guida ufficiali europee. Da questo confronto ne è risultata una classificazione che ha permesso di evidenziare rapidamente le sostanze più a rischio e quindi prioritarie per un eventuale intervento correttivo. Nello specifico è stato predetto un rischio elevato per la comunità acquatica di alta montagna (maggiore in inverno rispetto all’estate) legato all’uso di antibiotici e antinfiammatori, ma anche disinfettanti, detergenti e ammorbidenti largamente impiegati nelle lavanderie e nei centri di benessere delle località turistiche alpine.
Come caso di studio è stato scelto il torrente Vermigliana, in val di Sole (provincia di Trento), che riceve gli effluenti trattati dal depuratore di Passo del Tonale a 1799 metri sopra il livello del mare. L’analisi ha preso in considerazione sia la stagione estiva sia quella invernale.
"Per la prima volta - ha sottolineato Valeria Di Nica, assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e della Terra presso l’Università di Milano-Bicocca - è stato utilizzato questo approccio per le località turistiche alpine. Trovare un equilibrio fra la tutela ambientale e lo sviluppo di attività economiche come quelle legate al turismo può essere una sfida veramente impegnativa. La rapida individuazione delle sostanze permetterebbe di intervenire tempestivamente là dove si verifichino condizioni di criticità, per esempio con piani di monitoraggio e indagini mirate".