martedì 2 giugno 2020

2 giugno, festa di una Repubblica fondata sulla menzogna

Il sito della Presidenza della Repubblica il 2 giugno
E' stato un 2 giugno festeggiato sottovoce, e in cui solo i partiti del CentroDestra hanno reso omaggio alla bandiera tricolore, mentre il presidente Sergio Mattarella, così come il fido comprimario Giuseppe Conte, ha fatto la propria ritardata e impalpabile comparsa nella regione più colpita dal Coronavirus, la Lombardia, in quel di Codogno. Meglio tardi che mai.
E' stata una Festa della Repubblica che ha mostrato tutte le crepe di una nazione nata per sbaglio, quella che per molti rimane "un'espressione geografica", ma soprattutto sorta con l'inganno, visto che, ormai è cosa nota, sebbene si cerchi di dimenticarla, il referendum che portò l'Italia alla Repubblica, invece che alla Monarchia, fu il risultato di un clamoroso voto truccato. Non che, se avesse prevalso la simpatia per la corona savoiarda, le cose sarebbero andate meglio. I potenti baroni del Sud avrebbero comunque proseguito nella propria mafiosa gestione di un territorio da sempre sfruttato, così come i ricchi industriali del Nord avrebbero mantenuto il controllo sulla diffusione della ricchezza.
Da quel voto del giugno 1946 l'Italia non è migliorata, impantanata dalle proprie pastoie a metà strada fra democristianesimo e comunismo, il tutto cosparso da una buona dose di mafia.
Coloro che hanno provato a colpire il potere dal suo interno, o comunque hanno cercato di creare un potere alternativo, Silvio Berlusconi prima e Matteo Salvini poi, sono stati inesorabilmente colpiti, pur riuscendo a mantenere un invidiabile punto di forza e successo elettorale. La loro storia politica, insomma, è ancora lungi dall'essere finita, soprattutto per il 'lumbard'.
Sarà proprio dall'alternativa che bisognerà ripartire per (ri)costruire un Paese che, in questo 2020, 74 anni dopo essere stato il parto di elezioni truccate, continua a mentire a se stesso.