domenica 21 agosto 2022

Oliver Stone a favore del nucleare, ambientalisti e 'gretini' spiazzati

Oliver Stone
La notizia era nota da tempo ma, una volta di più, Oliver Stone spiazza i benpensanti, ambientalisti e 'gretini' vari, e annuncia con orgoglio il proprio nuovo film-documentario, "Nuclear", che sarà presentato in anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia il prossimo 9 settembre.
Da un articolo ANSA di Francesco Gallo ecco le parole del famoso regista americano, spesso sbandierato dal mondo 'liberal', che ora probabilmente dovrà nuovamente interrogarsi sulle fragili basi dei propri 'credo' benpensanti.
"Ho lavorato a questo progetto per quasi due anni con un enorme aiuto da parte di Joshua Goldstein", dice Stone, "ora è importante che sappiate che questo documentario è in favore dell'energia nucleare, in quanto soluzione realistica alla crisi che stiamo fronteggiando nella produzione di energia pulita per poter continuare a esistere qui sul pianeta Terra".
Semplice la tesi dell'opera: nel 2050 con India, Cina e Africa a regime non ci saranno energie alternative tradizionali o Green che tengano per far sopravvivere la terra. Per il regista di "Platoon" il nucleare è infatti un'energia che non solo salverà il pianeta, ma che lo aiuterà anche a prosperare.
"Anche se nella cultura popolare viene vista come pericolosa - dice il regista americano -, in realtà è più sicura di carbone, petrolio e gas. Questo documentario, in un'ora e quarantacinque, scende nei dettagli, ma non scivola mai nelle argomentazioni futili rilanciate dalla folla dell'anti-nucleare. Le fonti rinnovabili come l'energia solare e quella eolica funzionano fino a un certo punto, ma per ora, va detto, sono molto lontane dal risolvere il problema da sole, ed è per questo che le compagnie di combustibile fossile supportano le rinnovabili, dato che inevitabilmente richiedono grandi quantità di gas metano per garantire la loro affidabilità".
Infine, Oliver Stone mette in luce come l'eccessivo pericolo del nucleare sollevato da molte ricerche negli anni Cinquanta e Sessanta, e montato ancor di più dagli ambientalisti, nasca solo dalla concorrenza e da conflitto di interesse. "Il fatto è - conclude il regista - che le grandi compagnie petrolifere non vogliono che l'energia nucleare ponga fine al dominio del petrolio. E questo fino all'ultimo. Così il mondo dovrà imparare la lezione attraverso mille avversità". (fonte: ANSA)