Una fine orribile, per una giovane donna (aveva 30 anni), attiva nella vita sociale e culturale del proprio Paese, impegnata politicamente e che aveva preso una decisione coraggiosa, sostenendo a spada tratta le tesi del padre e la linea del Cremlino relativamente al conflitto contro la linea demagogica occidentale della cosiddetta 'aggressione' di Mosca.
Secondo media russi citati dal Daily Mail (fonte AGI), Darya Dugina sarebbe stata "fatta a pezzi" nell'esplosione del veicolo di cui era alla guida. L'auto era una Toyota Land Cruiser Prado. Secondo il violinista russo Petr Lundstrem, Darya stava rincasando da un festival e aveva programmato di riportare indietro anche suo padre, il quale tuttavia sarebbe poi salito su un'altra vettura.
"Beato ricordo di Darya, è una vera ragazza russa", ha scritto Denis Pushilin, leader della Repubblica Popolare del Donetsk, nel proprio canale Telegram (fonte AGI).
La Dugina, dal luglio 2022, era entrata nelle mire della Gran Bretagna, che l'aveva inserita nella lista delle persone russe sanzionate, e aveva compiuto molte missioni nel Donbass in solidarietà con gli indipendentisti.
Le posizioni di Darya erano chiare e non lasciavano spazio a tentennamenti, fiera portabandiera del grido di libertà dei popoli in lotta nel Donbass. In una recente intervista (fonte AGI), rilasciata a maggio scorso alla testata online geopolitika.ru, era intervenuta sull'attuale operazione militare russa in Ucraina. "La situazione in Ucraina è davvero un esempio di scontro di civiltà" aveva detto, aggiungendo "Può essere vista come uno scontro tra la civiltà globalista e quella eurasiatica. Dopo 'la grande catastrofe geopolitica' (come il presidente russo, Vladimir Putin, ha definito il crollo dell'URSS), i territori dell'ex Paese unito sono diventati 'confini' (zone intermedie) - quegli spazi su cui è aumentata l'attenzione dei vicini, con la NATO e soprattutto gli Stati Uniti interessati a destabilizzare la situazione ai confini della Russia". Aggiungeva la Dugina: "Se le elite liberali occidentali insistono così tanto nel sostenere Kiev e demonizzare Mosca, è perché dietro c'è una logica di profitto. Nella società dello spettacolo, della propaganda e della natura totalitaria dei sistemi occidentali, il dubbio è un passo essenziale per uscire dalla caverna...".
L'apertura della versione inglese di "Russia Today" |