venerdì 1 maggio 2020

1° maggio: rinasce un "Avanti!" tutto a marcia indietro

Parte della prima pagina del nuovo "Avanti!"
Rinasce l'"Avanti!", storico quotidiano socialista, e rinasce in un giorno a lui consono, il 1° maggio, festa dei lavoratori. Ma, sfogliando questo primo del giornale diretto da Claudio Martelli, sì proprio lui, il 'delfino' di Bettino Craxi, rimangono molti dubbi su quale sia la reale portata dell'avvenimento.
L'"Avanti!" è resterà giornale di nicchia, né penso che i suoi rianimatori si siano fatti soverchie illusioni. Ma c'è modo e modo di essere di nicchia. Non chiedo una copertina con la showgirl di turno, ma un formato un 'filo' meno pesante del ciclostilato formato fabbrica sarebbe gradito e renderebbe questa sorta di 'foglio' almeno più leggibile, visto che è lo stesso Martelli ad auspicarne l'allargamento ai più giovani.
Detto del formato, il contenuto, anche in questo caso, deludente, almeno per me.
Già la partenza è da brivido, con una pagina concessa a quegli stessi rappresentanti della 'triplice sindacale' che il PSI hanno contribuito a sotterrare e l'Italia a mandare sul lastrico.
Abbiamo poi una potente sviolinata al meridionalismo (quando il socialismo fu prettamente fenomeno settentrionale e milanese in particolare), una rabbrividente esaltazione della Festa del 1° Maggio e, scritta dallo stesso Martelli, l'idea che "il rinnovamento del socialismo propugnato da Carlo Rosselli aveva come riferimenti il liberalismo di Keynes e di Beveridge propugnatori dell’intervento pubblico in economia e del Welfare State per i lavoratori". Ci manca giusto una foto de "Il Quarto Stato" di Pelizza da Volpedo e la strage dei miei dolci ricordi socialisti degli anni '80 sarebbe stata perfetta.
La 'gerenza' del giornale
Ho sempre pensato al socialismo in chiave anticomunista, avanguardia di una borghesia e di una imprenditoria illuminata, capitalista sì ma 'con juicio', di cui il primo Silvio Berlusconi fu il grande propugnatore. Laico, imprenditore, antistatalista per antonomasia, Berlusconi 'fase uno', assieme a  Craxi, di cui rappresenta il 'sequitur' naturale, dovrebbe costituire il faro per ogni buon socialista, senza collusioni con cattolici, comunisti o fascisti vari, sovranisti compresi.
La sparizione del PSI di Craxi rappresenta il vero dramma della politica italiana, perché ha consentito al mostro dell''altra' Sinistra di impossessarsi dell'anima di coloro che, in buona fede, lo avrebbero 'detto con un garofano'.
Così, se è giustificabile ritrovare tra le prime firme del giornale Carlo Calenda, che pure una idea di industria ce l'ha, non è sopportabile trovare un certo Andrea Orlando, attuale vicesegretario del PD.
Considerazione finale: il PSI (da cui peraltro l'"Avanti!" colpevolmente, o furbescamente, si distanzia) aveva come caratteristica fondamentale di essere trainante, oltre che di una idea anticomunista, di un'ideale di lavoro e imprenditoria d'avanguardia. Questi attuali residui di socialismo rifiutato dal PD si sono invece prudentemente messi in coda della Sinistra più becera, sperando forse di raccogliere qualche briciola lasciata cadere in qualche avventurosa salita di Governo.
Oscar Wilde ci rammentava quanto fosse meglio restare zitti e apparire stupidi piuttosto che aprire bocca e togliere ogni dubbio. Questa nuova edizione dell'"Avanti!" ne è la sintesi giornalistica perfetta.

L'articolo di Carlo Calenda a pagina 6 del giornale