La carta geografica dell'Italia. Sotto, le differenze nel tempo |
Prendiamo l'apertura di "Libero" di oggi, vergata dall'ottimo Renato Farina, il quale punta il dito su una presunta frattura insanabile fra Italia del Nord e Italia del Sud, ormai, secondo lui, ai limiti quasi di una guerra civile.
Caro venerando e sicuramente più bravo collega, non mi trovi d'accordo. Le differenze fra le due entità ci sono, eccome, non si negano. Che, a volte, taluni, le esprimano con moti d'insofferenza reciproca, pure. Che ci siano personaggi, infine, che tendano a pigiare l'acceleratore, per motivi squisitamente politici, per amplificare queste distanze, lo ammetto.
Da qui però a una frattura reale ce ne passa. Anche perché, ed è questo, secondo me, l'errore del collega, in Italia vivono persone molto più intelligenti e mature di quanto si pensi.
Sono il primo a non amare lo Stato Italiano, in sintonia con il famoso detto di Klemens von Metternich, "L'Italia è una espressione geografica". Uno stato frutto di una espansione doppiogiochista savoiarda, mischiata a un tetro e decadente bizantinismo romano e levantino. Insomma, il peggio del peggio.
Però, poi, ci sono gli italiani. Che, per fortuna, a queste stupidate ci passano sopra, senza confini. L'intelligenza, in questo caso, viaggia proprio come ci ha insegnato il coronavirus, non si ferma alle frontiere, nazionali o regionali. Con magari diversa intensità di passioni, dal Friuli alla Liguria, dalla Toscana alle Marche, dal Molise alla Puglia fino alla Sicilia, ovunque l'italiano medio ama e abbraccia e comprende, grazie a quella sua naturale empatia con il mondo che gli ha permesso di emigrare ovunque e dovunque imporsi, grazie alle proprie capacità e saggezza, intellettuale o imprenditoriale.
Siamo così sicuri che la beceraggine vantata dall'articolo di "Libero" corrisponda alla realtà di studiosi e studenti, imprenditori e lavoratori, operai e commercianti di Milano e Messina, di Udine e Benevento, di Parma e Foggia? Io non credo. Anzi, ne sono certo. Che si voti Lega o si auspichi il ritorno dei Borboni. Gli italiani sono cosa ben diversa dall'Italia.
Siamo così sicuri che la beceraggine vantata dall'articolo di "Libero" corrisponda alla realtà di studiosi e studenti, imprenditori e lavoratori, operai e commercianti di Milano e Messina, di Udine e Benevento, di Parma e Foggia? Io non credo. Anzi, ne sono certo. Che si voti Lega o si auspichi il ritorno dei Borboni. Gli italiani sono cosa ben diversa dall'Italia.