domenica 31 maggio 2020

La follia comunista condanna Fontana, assolto il giorno dopo

La violenza dei contestatori 'rossi' in una foto del Corriere
Li osservi ragliare con il loro sguardo ubriaco di odio, le facce rosse da avvinazzati di comunismo, contagiati dal virus di una vita persa in ideologie fallite e consunte.
Sono i rappresentanti del CARC, acronimo che sta per Comitati di Appoggio alla Resistenza per il Comunismo, portatori malati di quell'epidemia che ha portato alcuni bipedi a lordare un muro di Milano con la scritta "Fontana assassino", nell'affannosa ricerca di un nemico che dia un senso alla propria esistenza.
Il 'fascioleghista', sia esso il governatore lombardo, Attilio Fontana, o anche semplicemente un cittadino dissenziente, è il nuovo inventato simbolo del 'male', il pupazzo da appendere in Piazzale Loreto, perché senza quella partigianeria malata di presunti guardiani di una libertà altrettanto immaginaria, le menti di certi personaggi non troverebbero giustificazioni per continuare nel proprio retropensiero vecchio di oltre mezzo secolo.
Ormai sono uguali a se stessi da anni, alcuni incappucciati protoventenni, altri 'descamisados' ultrasessantenni, mano nella mano, l'uno appoggiato sull'ignoranza dell'altro. E, per citare un vecchio coro da stadio, 'sempre di meno'. Per fortuna.
Merita di essere riportato il delirio di questi fanatici: "La giunta Fontana deve essere cacciata - dicono seri e convinti - e la soluzione è quella di costruire un commissariamento popolare fatto delle tante organizzazioni come le brigate di solidarietà e i sindacati di base". Un inno.
Salvo poi scoprire, il giorno dopo, come lo stesso Fontana sia stato assolto dai magistrati e il Governo Conte ritenuto responsabile (come del resto si sapeva) della mancata apertura delle Zone Rosse della Bergamasca (che nulla c'entrano con i 'rossi' nel cervello di cui sopra).
Sono queste le piccole cronache quotidiane della meschina disinformazione nazionale, che porta poi all'esplosione di questi tumori di democrazia allo stato terminale.
Anche perché, ovviamente, sui giornali del 'pensiero unico' cattocomunista nazionale, "Il Corriere della Sera" e "La Repubblica" in testa, del giudizio 'assolutivo' su Fontana, ormai comunque costretto a vivere sotto scorta, non vi era notizia alcuna.

L'articolo de "La Verità" sulle 'zone rosse' che scarica Fontana dalle colpe