I Sophie and the Giants (foto dal web) |
Se non fosse che, ormai, quasi sempre i brani pubblicati fanno storia a sé, si potrebbe parlare di 'svolta', con un 'sound' decisamente più aggressivo rispetto alle pallosette canzoncine del passato, se si esclude proprio per l'altra recente (2021) "Golden Nights".
Dal brano si sono già, come logica impone, sviluppate un paio di versioni mix: la Giove DJ Re-Touch Edit, praticamente identica all'originale e appena più lungo, e il LA Disco Night Rework, unpo' più giocata sulla presenza dei bassi, entrambe non proprio riuscite, proprio come capitava ai pezzi delle band anni '80, già splendidamente completi nella loro tonalità originale.
La voce di Sophie Scott è tagliente, un rasoio musicale che accompagna le movenze di lei, avvolta in una tutina psichedelica postmoderna, ricordano in qualche modo Kirsty Hawkshaw, 'lead singer' di un'altra band elettronica inglese, gli Opus III, che trent'anni fa sbaragliarono il mondo musicale con il loro favoloso brano "It's a Fine Day".
La speranza è che Sophie sappia intraprendere questa strada decisamente più 'indie' ed elettronica rispetto al passato, magari memore che, nella sua città d'origine, nacque e prosperò il suono di gruppi storici dell'elettronica anni '80, come Human League, Heaven 17, ABC (ex ViceVersa) e British Electric Foundation-BEF.