Un momento della sfida Urania-APU Udine (foto Bordignon) |
E' l'Urania Milano, club che affonda le proprie radici nel lontano 1952, figlio di un viaggio in America di quello che sarebbe poi stato il suo fondatore, colpito profondamente dai Kentucky Wildcats, squadra universitaria da cui mutuò il nome e ispirazione per il logo.
Nata nel 1952 nell’oratorio di Santa Maria del Suffragio, dopo avere disputato per anni campionati minori, ha ottenuto tre promozioni negli ultimi nove anni, dalla Serie C Silver alla A2, frutto di un’attenta programmazione finalizzata a una progressiva crescita.
Fin qui la storia: il resto lo fanno la gentilezza e l'estrema disponibilità di tutti coloro che lavorano in società, il meraviglioso palazzetto in cui disputa le gare interne (possiamo chiamarlo Palalido? Sì, chiamiamolo pure così) e un rapporto con la città e i tifosi da cui molti club, di questo e altri sport, dovrebbero imparare.
Si chiama cultura dello sport, magari anche senso civico, senza 'ultrà' scatenati intenti a offendere l'avversario e, anzi, nell'occasione in cui ho avuto il piacere di scoprire 'dal vivo' l'Urania, gli ospiti dell'APU Udine sono stati accolti fra gli applausi. Alla fine, pur con una partita da 40 minuti alle spalle, tutti i giocatori a firmare autografi e a tirare il classico 'cinque' al pubblico, fra sorrisi e auguri di buona Pasqua.