Vino a go-go al Vinitaly (foto Bordignon - Vinitaly 2014) |
Il 55esimo salone internazionale del vino di Verona si riconferma un crocevia di input, un catalizzatore di dialoghi tra approcci contrastanti alla viticoltura.
Un 'melting pot' di Paesi, di culture enologiche e di passioni smisurate.
Quello che emerge dalla grande affluenza prevista per Vinitaly 2023 e dalle decine di eventi collaterali sparsi per la città di Verona, è la volontà di avvicinarsi al mondo del vino con un senso critico che mai aveva raggiunto questi livelli: il consumatore non beve più vino che non racconti la storia di un territorio o di un produttore e il viticoltore non può più permettersi di produrre vini che non abbiano un cuore, un anima che non siano vibranti.
È questo uno dei nuovi 'trend' vinicoli: le vibrazioni del vino sono le sensazioni che in entrambe le direzioni di consumo e produzione sono indispensabili a descrivere il prodotto stesso.
Quello che fino ad oggi ha fatto lo 'storytelling', passa in mano alle azioni concrete, quelle che non hanno bisogno di essere descritte per essere percepite.
Il mondo del vino sta diventando sempre più empatico!
Empatico perché in un periodo in cui le novità del 'food and beverage' viaggiano ad un’incredibile velocità, in un panorama in cui tutto diventa accessibile, ciò che fa la differenza è il cuore!
Portiamo in tavola sempre ciò che ci rende felici, ciò che appaga la nostra gola ma anche la nostra volontà di fare la differenza in uno scenario critico a livello ambientale e sociale.
Se da un lato infatti lo sguardo del consumatore è rivolto alla sostenibilità, all’approccio etico all’acquisto, dall’altro, l’acquisto stesso diventa un gesto ponderato e analitico.
Commerciale, convenzionale, naturale, artigianale, luxury, biodinamico si incontrano quindi sotto un unico tetto, in un unico grande evento, che apre le porte al dialogo e al dibattito formativo.
Cercando quindi di tirare le fila e riassumere in poche parole quelle che sono le aspettative per questa 55esima edizione di Vinitaly possiamo dire che la parola chiave è fermento.
Fermento culturale, fermento innovativo ma anche fermento nel settore tradizionale, quello delle famiglie storiche del vino che in questa manifestazione hanno modo di raccontarsi.
Spazio quindi a grandi e piccoli produttori, spazio alle realtà territoriali, spazio ai vini autoctoni e alla ricerca: c’è posto per tutti.
Ricordiamo solo che dietro ogni bicchiere c’è quella storia che ci fa decidere cosa bere, cosa acquistare e quando: raccontiamola in maniera sincera, diretta e soprattutto empatica.
Evviva le vibrazioni che solo un sorso del nostro vino del cuore riesce a trasmetterci!