sabato 8 aprile 2023

La violenza LGBT si abbatte contro chi difende le donne

Riley Gaines (foto profilo Instagram)
Forse è troppo bianca, bionda e vitaminizzata (in una parola: tossica) per essere 'à la page' con la fisiognomica dei cosiddetti sostenitori (e sostenitrici, asterisco compreso) dei 'diritti LGBT' (più qualche altre vocale e consonante varia): la nuotatrice Riley Gaines è stata assalita e ripetutamente colpita alla San Francisco State University, dove una folla di attivisti ha cercato di linciarla per avere affermato che i 'trans' non possono gareggiare con le donne.
Recentemente la Gaines era stata sconfitta dalla cosiddetta 'nuotatrice transgender' Lia Thomas ai campionati NCAA.
La Gaines stava cercando di partecipare a una conferenza nellla quale difendeva i diritti delle donne (non quelli di 'redneck' antiabortisti) e la loro giusta pretesa di poter gareggiare senza l'intromissione di persone che, ovviamente, per loro stessa costituzione, in quanto ex-uomini, possiedono una fisicità strutturale nettamente diversa e quindi partono da una posizione di chiaro vantaggio nei confronti delle donne 'normali'.
La Gaines è stata raggiunta da due colpi al corpo dal gruppo di esaltati, e solo l'intervento della polizia, che ha creato una barricata attorno a lei per proteggerla, ha impedito che le potesse capitare di peggio.
Il delirio 'woke', nel frattempo, eruttava in una serie di slogan eloquenti: “Trans Lives Matter”, “Trans rights are human rights” e “Trans women are women”.