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Non certo una visita di cortesia, va detto, e nemmeno riferita al governo americano, ma una presenza dovuta in quanto la Russia presiederà la riunione del Consiglio di Sicurezza dell'ONU, di cui la Russia è presidente di turno già fra mille polemiche.
Il problema ha però riguardato non tanto la delegazione diplomatica, cui per ovvi motivi non era possibile negare la presenza su suolo americano, quanto i giornalisti al seguito della delegazione, cui è stato negato senza motivo negli Stati Uniti. Un colpo duro alla cosiddetta 'libertà di stampa' tanto promulgata in terra americana.
"Non dimenticheremo e non perdoneremo. Sapevo che i colleghi americani sono rinomati per fare questo tipo di cose ma ero sicuro che questa volta, vista l'elevata attenzione, sarebbe stato diverso. Mi sbagliavo", ha detto Lavrov prima di lasciare Mosca.
Il mancato rilascio dei visti ai giornalisti - i diplomatici russi invece lo hanno ricevuto - rischia di complicare i possibili negoziati per il reporter del "Wall Street Journal", Evan Gershkovich, arrestato per spionaggio in Russia.
A New York, in ogni caso, Lavrov verrà snobbato dlla maggioranza dei politici americani. Mancherà il segretario di Stato Antony Blinken, che non ha accettato l'invito.
A rappresentare gli Stati Uniti alla riunione del Consiglio di Sicurezza, dedicata dalla Russia al 'Multilateralismo efficace attraverso la difesa dei principi della Carta delle Nazioni Unite', sarà l'ambasciatrice americana all'Onu, Linda Thomas-Greenfield.