lunedì 1 marzo 2021

Domenica di sangue in Myanmar: 18 morti

Una immagine delle proteste dal sito ISPI
Aung San Suu Kyi
, la ‘Lady’ del popolo birmano deposta da un colpo di stato militare lo scorso 1° febbraio, è comparsa per la prima volta in collegamento video dal luogo in cui si trova in detenzione. “Sta bene” ha detto il suo legale, dopo averle parlato, davanti al giudice che dovrà processarla. Si ritiene che sia detenuta nella capitale Naypyidaw, dove si sta svolgendo il processo, che la maggior parte della comunità internazionale ritiene una farsa.
Intanto nel Paese sale la tensione dopo settimane di proteste pacifiche e disobbedienza civile: nelle ultime ore polizia ed esercito hanno aperto il fuoco sui manifestanti, uccidendo 18 persone e ferendone altre 30. Proiettili, granate assordanti e gas lacrimogeni sono stati sparati contro manifestanti in diverse città, da Yangon a Dawei, Mandalay, Myeik, Bago e Pokokku, riferiscono le Nazioni Unite.
“Non pensavamo che avrebbero aperto il fuoco” hanno raccontato alla stampa i manifestanti, colti di sorpresa dall’improvvisa escalation di violenza. “Il Myanmar è un campo di battaglia” ha twittato il primo cardinale cattolico del paese a maggioranza buddista, Charles Maung Bo, condividendo la fotografia di una suora nello stato di Kachin che si è inginocchiata davanti a una fila di agenti di polizia, pregandoli di non aprire il fuoco.
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