Una immagine delle proteste dal sito ISPI |
Intanto nel Paese sale la tensione dopo settimane di proteste pacifiche e disobbedienza civile: nelle ultime ore polizia ed esercito hanno aperto il fuoco sui manifestanti, uccidendo 18 persone e ferendone altre 30. Proiettili, granate assordanti e gas lacrimogeni sono stati sparati contro manifestanti in diverse città, da Yangon a Dawei, Mandalay, Myeik, Bago e Pokokku, riferiscono le Nazioni Unite.
“Non pensavamo che avrebbero aperto il fuoco” hanno raccontato alla stampa i manifestanti, colti di sorpresa dall’improvvisa escalation di violenza. “Il Myanmar è un campo di battaglia” ha twittato il primo cardinale cattolico del paese a maggioranza buddista, Charles Maung Bo, condividendo la fotografia di una suora nello stato di Kachin che si è inginocchiata davanti a una fila di agenti di polizia, pregandoli di non aprire il fuoco.
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