martedì 2 marzo 2021

Sanremo 2021, bastano cinque minuti per cambiare canale

Le 'ombre' di Fiorello e Amadeus all'inizio del Festival 
Erano tanti anni che non vedevo il Festival di Sanremo, credo fosse il 1981, quando Alice si esibì nel mirabile "Per Elisa" scritto per lei da Franco Battiato. Avevo 16 anni, mi innamorai di quella splendida figura di donna selvaggia dalla voce profonda, ultimo vagito di un festival che già allora cominciava a declinare, assieme al mio interesse per quella musica sempre più scontata.
Quest'anno ho però ceduto alla tentazione di girare il canale del televisore sul programma storicamente più 'pecoreccio' della televisione italiana, dove la musica da strapazzo viene riversata nei cervelli dei telespettatori e rivenduta come nenia di successo.
Stavolta mi sono lasciato trascinare dalla tentazione di vedere Zlatan Ibrahimovic sul palco sanremese. Me lo aspettavo protagonista fin dall'inizio, come in una qualsiasi partita di calcio. Invece il festival è cominciato, come in effetti era logico aspettarsi, con le presentazioni del suo conduttore, il dj Amadeus, affiancato, e questo non lo sapevo, dal 'compagno di merende' Fiorello.
Un inizio drammatico e pagliaccesco, con una 'cover' di "Grazie dei fior" cantata da Fiorello, vestito in maniera altrettanto ridicola. Nessuna traccia dei fiori in sala (sia quelli di Nilla Pizzi che quelli di Sanremo), così come del pubblico. Applausi registrati. Una breve lettera vergata da Amadeus che avrebbe dovuto servire a mo' di 'scusa' per giustificare il perché una tonnellata di milioni di euro sia stata riversata sulla manifestazione sanremese mentre i lavoratori dello spettacolo e gli artisti di teatro, cinema e musica sono ridotti alla fame dalle farneticanti scelte di un Governo che non ha cambiato il ritmo delle chiusure senza senso.
Se a tutto ciò aggiungiamo la consapevolezza che, ad affiancare i due di cui sopra, ci sarà presto tale Achille Lauro (io ero rimasto all'armatore e presidente del Napoli...), un tizio orribile a vedersi e che, come conseguenza, deve anche essere orribile ad ascoltarsi, ho preferito lasciare scivolare i dati del mio 'share' altrove e ritornare ad ascoltare le simpatiche (e talvolta pure dotte) dissertazioni dei giornalisti-tifosi di "Qui Studio a Voi Stadio", il programma di Telelombardia dedicato, questa sera, alla partita Juventus-Spezia.
La mia speranza è che 'Ibra' non rimanga coinvolto nella solita buffonata parastatale in cui normalmente il festival decade senza speranza e che torni presto sui palcoscenici calcistici a lui più congeniali.