Beatrice Venezi e la frase 'incriminata' |
La Venezi, coconduttrice della quarta serata del festival, in uno splendido abito Armani rosso fiammeggiante, ha voluto fare chiarezza sul suo titolo. "Io sono direttore d'orchestra" ha detto ad Amadeus, che la stava presentando come direttrice. "La posizione ha un nome preciso e nel mio caso è quello di direttore d'orchestra, non di direttrice". "Mi assumo la responsabilità di questa cosa", ha detto Beatrice, "perché è importante quello che sai fare".
In pochi secondi è ovviamente montata la polemica dei benpensanti, ma anche di coloro che hanno voluto difenderla dagli attacchi degli inevitabili 'haters'.
Fra i 'difensori' non poteva non spiccare la figura di Matteo Salvini, che ha 'twittato': “Chiamatemi ‘direttore’, non ‘direttrice’”. Parole di buonsenso della brava Beatrice Venezi, applausi. A dispetto delle follie del “politically correct”, vince il talento. #sanremo2021". Un 'tweet' che, anche in questo caso, ha riscosso insulti e improperi sul web. Mi ci sono inserito anche io, con un breve 'cinguettio': "Se la declinazione è priva di senso, non ha alcuna logica citarla. Anzi, definire 'direttora' o 'direttrice' quello che è un semplice 'direttore', sia esso uomo o donna, è svilirne il genere, che non dovrebbe mai interferire il proprio ruolo lavorativo".
Complimenti a Beatrice Venezi, direttore d'orchestra che rifiuta le etichette, quelle sì, di genere, inutili, demagogiche e politiche. Quelle stesse etichette che avevano colpito Amadeus, presentatore principe del Festival per un segno della croce effettuato prima di scendere dalla scaletta sanremese nei secondi d'avvio della manifestazione.